Alla scoperta del Kosovo con Associazione Diplomatici
WiP Kosovo – Balkan Studies, giunta alla sua seconda edizione, si è tenuta dal 17 al 25 giugno. Questa secondo viaggio ha portato nel paese di recente indipendenza 30 studenti universitari con un forte interesse per i Balcani e per la travagliata storia di questa terra.
Resasi indipendente nel 2008, il Kosovo si trova oggi ad affrontare numerose sfide, sia sul campo economico che dello sviluppo dello stato di diritto, del rispetto delle minoranze e della lotta alla criminalità. E, tuttavia, è un paese che ha incantato i giovani che hanno preso parte al progetto per la bellezza artistica e naturale così come per la gentilezza e l’accoglienza della popolazione locale.
Il viaggio ha seguito nella sua prima parte un filo storico, ripercorrendo la tragedia della guerra, della pulizia etnica e della difficile ricostruzione da parte delle Nazioni Unite con la missione UNMIK. Una ricostruzione non solo materiale ma anche morale, dopo le atrocità del conflitto e le vendette contro le minoranze. Durante i primi giorni, i partecipanti hanno visitato il Patriarcato di Peć e il Monastero di Visoki Dečani, simboli non solo della spiritualità serbo – ortodossa ma anche della cultura e arte serba nella regione nel corso dei secoli. Padre Petar ha accolto il gruppo di visitatori con grande generosità e disponibilità, mostrando le bellezze artistiche del Monastero, insieme all’Archimandrita Padre Sava.
L’attenzione si è poi spostata sulla guerra e sulle sue vittime, con la visita alla casa della famiglia Cerkezi, che la Sig.ra Cerkezi ha trasformato in museo di ricordi dopo l’uccisione del marito e dei quattro figli. La visita alle due località a maggioranza serba, Velika Hoča/Hoca e Madhe e il Quartiere serbo di Rahovac/Orahovac, che moltissimi giovani hanno preferito lasciare, hanno completato il quadro delle conseguenze del conflitto inter-etnico nella parte meridionale del Kosovo. L’incontro presso il Centro di Documentazione a Pristina con Humanitarian Law Center ha infine chiuso il cerchio per quanto riguarda il processo di identificazione dei criminali di guerra e la loro punizione, il problema della verità storica non condivisa da padre dell’etnia albanese e serba e l’opera di sensibilizzazione fatta nelle scuole del Kosovo per quanto riguarda il tema delle vittime di crimini di guerra a prescindere dall’appartenenza etnica.
In quale direzione va il Kosovo oggi, a dieci anni dalla dichiarazione di indipendenza? e quali le sue prospettive di integrazione europea? A queste domande hanno risposto sia il Generale Cuoci, Comandante di KFOR, che l’Ambasciatore Sardi e i funzionari dell’Ufficio dell’Unione Europea in Kosovo ed EULEX. Mentre la situazione relativa alla sicurezza sembra in gran parte stabilizzata, con l’attribuzione sempre maggiore di responsabilità e competenze alla polizia locale, difficoltà permangono dal punto di vista dell’avvicinamento agli standard europei di economia di mercato, dell’apparato giudiziario e della lotta alla corruzione e al crimine organizzato.
Per comprendere il grado di difficoltà che le municipalità a maggioranza serba del nord e le istituzioni del Kosovo ancora incontrano, i partecipanti hanno visitato Mitrovica Nord insieme ai Carabinieri dell’MSU, venendo a conoscenza dell’importanza del ruolo di questa forza impegnata nella zona più calda del paese, così come Il briefing precedentemente tenuto dal Comandante Di Stefano e la visita alla Base dell’MSU.
La bella città di Prizren ha affascinato il gruppo nella giornata dedicata al turismo libero di questo che è stato un importante crocevia di commerci in epoca ottomana e luogo dove la Lega degli Albanesi rivendicò nel 19°secolo la propria determinazione a diventare uno stato. L’ultimo giorno ha visto i partecipanti impegnati nella visita alla tekke Bekhtashi a Gjakovë/Đakovica uno dei molti luoghi di culto della setta sufi, e nel debriefing finale prima del rientro in Italia, dove le emozioni del viaggio, le impressioni e le riflessioni sulla ricostruzione del Kosovo e le sue molte sfide sono state condivise…con un po’ di tristezza per l’imminente fine del viaggio.