Carriera internazionale: l’ambito privato e le forze di polizia

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Spesso, ormai, la carriera internazionale ha diversi sbocchi anche nell’ambito privato. Si tratta di persone impegnate in uffici di relazioni internazionali o che si occupano di rapporti istituzionali non solo nei Comuni o nelle Regioni, che sempre più spesso necessitano di queste figure, ma anche in banche e Università e aziende come Eni, Enel, Confindustria, per citarne alcune.

I settori pubblici e privati offrono anche la possibilità di lavorare nelle Ambasciate, nei Ministeri e nella cooperazione bilaterale.

I Programmi Esecutivi di collaborazione bilaterale rappresentano la fase operativa degli accordi governativi promossi dal Ministero degli Affari Esteri sottoscritti con i Paesi partner stranieri. Tali accordi prevedono la realizzazione di progetti di ricerca congiunti, per promuovere la cooperazione scientifica e tecnologica. I progetti devono essere presentati sulla base di un apposito bando in cui sono indicate le modalità e i termini di presentazione e selezione per progetti di mobilità e per segnalazioni preliminari di progetti di grande rilevanza.

Anche le forze armate di polizia rientrano nell’ambito internazionale. Dal secondo dopoguerra le forze armate italiane sono state impegnate, prevalentemente sotto l’egida dell’Unione europea, in operazioni di tipo PSO (peace support operations). Fra esse, da citare quelle di peace enforcement, attuate secondo il cap. VII della carta delle Nazioni Unite, e quelle di peacekeeping, previste, invece, nel cap. VI della stessa carta.

Le missioni possono dipendere anche dall’ONU, come quelle in Israele, Egitto, Siria e Libano, e dalla NATO, come quelle nel Mar Mediterraneo, Afghanistan, Iraq, Balcani, Somalia e Libia. Sono in corso anche missioni nazionali, operazioni oltremare frutto di accordi bilaterali fra l’Italia ed i beneficiari dell’attività, e multinazionali, come quelle in Egitto e in Israele.

 

 

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