Dalle aule di scuola alle aule parlamentari per CW for Democracy

Hanno preso l’impegno di dare all’Italia una legge che regoli rigorosamente la “Legittima difesa”, “Lo statuto dei lavoratori, innovazione tecnologica e caporalato, revisione e rafforzamento delle tutele”.

Trecento giovanissimi studenti, liceali e universitari, dal 14 al 17 maggio si sono riuniti a Roma per la decima edizione del CW for Democracy. Nato ormai 5 anni fa, il progetto di Associazione Diplomatici ha come fine quello di avvicinare i giovani ai valori ed ai principi della nostra Carta costituzionale facendoli entrare a diretto contatto con i vari aspetti dell’attività istituzionale.

Quest’anno abbiamo due temi che creeranno certamente dibattito, e voi Onorevoli colleghi siete chiamati a legiferare su un tema di grande importanza che è all’ordine del giorno: la legittima difesa”, queste le parole con cui Valeria Corbino, di Associazione Diplomatici, Presidente della Commissione Scuole accoglie gli studenti durante la Cerimonia di Apertura dei Lavori presso l’Hotel Rome Pisana.

“Innovazione tecnologica: c’è un’esigenza ragazzi, adeguare un impianto normativo che è stato concepito negli anni 70 a quelle che sono le sfide attuali. Il processo tecnologico di certo non si può fermare ma non si può neanche subire perciò sta a voi capire quali sono le strade che il Governo e le Istituzioni devono prendere per poterlo affrontare”, sono i suggerimenti del Presidente della Commissione Università, Marco Stasi.

Al termine delle cerimonie di chiusura, è iniziata la simulazione vera e propria dove i ragazzi si sono presentati, hanno esposto le loro proposte di legge, hanno dibattuto e infine votato.

Grande sorpresa di questa decima edizione, mercoledì 15 maggio, gli studenti hanno varcato le porte di Montecitorio come veri deputati, hanno preso posto in Parlamento nell’Aula dei Gruppi Parlamentari ed hanno assistito alla proiezione del documentario: “Giumentarello“, di Gianfranco Ayala, affermato e conosciutissimo neurologo a livello internazionale. Diciotto minuti di luminosissime immagini in bianco e nero di crudo realismo che hanno raccontato ai giovani studenti le miniere di zolfo in Sicilia durante gli anni ’50.

La proiezione è stata introdotta dal Presidente della Camera, Roberto Fico che ha accolto gli studenti con queste parole: Benvenuti alla Camera dei Deputati ragazzi, sono molto contento di ospitare questo documentario perché non è solo un documento storico ma anche un documento culturale ed il Parlamento deve essere prima di tutto anche un’istituzione culturale. Guardare oggi questo pezzo della nostra storia ci fa comprendere anche la strada che dobbiamo perseguire per il futuro rispetto ai diritti dei lavoratori”.

Moderatore della mattinata in Parlamento, il giornalista Responsabile della Cronaca di Roma del Corriere della Sera, oltre che scrittore e fotografo, Giuseppe Di Piazza che ha presenta ai giovani per primo Gianfranco Ayala: “Vorrei presentarvi il mio documentario raccontandovi un po’ di me: la mia storia fotografica ha inizio quando avevo 15 anni. Quando avevo circa la vostra età ero un pessimo studente e spesso per non studiare andavo in miniera a fotografare gli operai. Con in tempo diventai loro amico, ero uno di loro e questo mi rese possibile fare questo documentario senza che loro posassero per me ma prenderli nella loro vita. Quello che rende questo documentario unico è dato proprio da questo reale rapporto tra me e gli operai”.

Terminato il documentario sono intervenuti il senatore Emanuele Macaluso, 95 anni portati splendidamente – “La massiccia presenza di solfatare rese la Sicilia il luogo di estrazione dello zolfo per eccellenza: io sono qui oggi perché credo di essere uno degli ultimi testimoni dei miei tempi, pensate che tutti e due i miei due nonni erano solfatari. La Giumentarello si chiama così perché c’era la Giumentaro, la miniera più grande. In questo documentario è rappresentato molto bene quello che succedeva nella piccole miniere. Quando gli americani iniziarono a produrre lo zolfo con metodi più veloci e con costi irrisori rispetto a quelli delle miniere, le miniere si chiusero”.

Un pezzo di cinema completamente diverso da quello che è stato fatto su questi argomenti, sono immagini molto intense, questa è una materia prima della storia d’Italia che va valorizzata”, le parole del giornalista e saggista Enrico Menduni.
Gaetano Savatteri, giornalista e scrittore, aggiunge che “la bellezza straziante di questo documentario non ha prezzo”.
Poi è la volta di Giuseppe Ayala che dedica quasi commosso parole di grande stima per il cugino Gianfranco Ayala e per il senatore Emanuele Macaluso. Spiega ai ragazzi perché è importante quest’occasione: “ci fa capire come la storia sia fondamentale nella formazione di ciascuno di noi, se non conosci la storia non sei in condizione di cogliere la realtà presente e meno che mai immaginare il futuro. Questa mattina abbiamo vissuto un pezzo di storia insieme”.

A chiudere gli interventi è Claudio Corbino, presidente di Diplomatici, che ringrazia tutti gli ospiti per aver offerto agli studenti e all’Associazione un momento di crescita così profonda. “Io stesso ho imparato tantissimo oggi. L’intervento del senatore Macaluso è stato toccante, brillante, commovente e illuminante.

L’ultima giornata di lavori si è svolta presso l’Università Europea di Roma. Una volta conclusasi la Cerimonia di Accoglienza, gli studenti si sono poi potuti nuovamente concentrare sulla simulazione. Durante quest’ultima giornata hanno lavorato a camere unificate esponendo le loro proposte di legge: universitari ed i liceali si sono confrontati sugli importanti temi a loro sottoposti, topics che consentivano e consigliavano questo confronto per favorire non solo una maggiore sensibilizzazione ed uno scambio di pensieri e di visioni dei ragazzi ma anche per apportare valore aggiunto alla simulazione. 

Si è appena concluso il Change the World Model UN catalano

Per moltissimi dei circa trecento studenti presenti a Barcellona per il Change the World Model UN catalano, si è trattata della primissima esperienza di simulazione degli organi delle Nazioni Unite.

Sono arrivati dall’Italia, dall’Inghilterra, dalla Francia ed una delegazione anche dalla Repubblica Domenicana, i giovanissimi ragazzi, tra i quattordici ed i quindici anni, che dal 4 al 6 maggio si sono riuniti nella bellissima città spagnola per la terza edizione del CWMUN Barcellona.

Come dei veri delegates, per tre giorni hanno indossato i panni di ambasciatori, in rappresentanza del Paese loro assegnatogli, e ne hanno rappresentato le posizioni e i punti di vista, hanno scritto risoluzioni, si sono confrontati con gli altri delegati ed hanno votato. Come nella realtà, hanno cercato soluzioni ai problemi di importanza mondiale.

Anche quest’anno il CWMUN si è svolto in collaborazione con la St Peter’s School, illustre scuola di Barcellona, e con la Singularity Foundation.
Prima dell’inizio della simulazione vera e propria, come da consuetidine, il progetto è  stato anticipato da alcune attività, dette “ice-breaking activity”, che hanno coinvolto tutti gli studenti per consentire loro di conoscersi meglio, a creare gruppi di lavoro e sono state utili per far entrare gli studenti nella dinamica del lavoro di gruppo.

L’inizio dei lavori delle commissioni si è svolto presso l’Aula Sacra dell’Universitat Abat Oliba CEU, pensata ed edificata da un allievo del “maestro” Antoni Gaudì. “In questo nuovo mondo, le sfide globali richiedono soluzioni globali” sono queste le parole con cui Claudio Corbino, Presidente di Associazione Diplomatici, ha inaugurato la Cerimonia di Apertura dei lavori. Parole che sono state seguite da quelle di Josep M. Ginjaume, Presidente della Singularity Foundation – “l’apprendimento deve essere inteso come un’attività altamente proattiva in cui lo studente è l’unico protagonista”. Importante per gli studenti è stata anche la presenza del Vice Rettore dell’università, Alessandro Mini, che con entusiasmo ha spiegato loro come – “dovremmo imparare tanto quanto questa Organizzazione (ONU) ci insegna, specialmente riguardo alla pace ed al suo mantenimento”.

Dal 4 al 6 maggio, la St Peter’s School è stata teatro della simulazione, dove i ragazzi all’interno delle commissioni si sono confrontati su importanti temi come: “Increase responsiveness of the International Community on human trafficking in the Mediterranean Sea” nella General Assembly; “The reform of the Security Council” nel Security Council B e di “Addressing the threat of foreign terrorist fighters in Europe” nel Security Council Counter-terrorism (SCTC).

All’interno di quest’ultima commissione, il SCTC, per la prima volta nella storia del CWMUN, è stata data la possibilità agli studenti di scegliere un’altra delle lingue ufficiali delle Nazioni Unite, lo spagnolo, da utilizzare come lingua nel dibattito.

La conferenza si è conclusa in un clima molto festoso presso la St Peter’s School, con la premiazione delle delegazioni che durante i lavori si sono distinte dimostrandosi più attente, più preparate, più abili, ma soprattutto più appassionate.

La simulazione di Barcellona, riservata agli studenti delle scuole superiori, per molti degli studenti che vi partecipano è un trampolino di lancio ed offre loro un’esperienza unica, ricca di cultura e storia dove iniziare a comportarsi da veri diplomatici, e questa edizione ne è stata la conferma.

 

Il Prof. Germano De Marzo, dall’Istituto Marcelline di Lecce alle Nazioni Unite di New York

Ha abbandonato il suo percorso di ricercatore all’Università per dedicarsi alla didattica. Il Prof. Germano De Marzo, è ormai l’insegnante di storia e filosofia presso l’Istituto Marcelline di Lecce da due anni. Insegna alle classi dell’ultimo anno del liceo classico, scientifico e linguistico e ad alcune classi del terzo anno.

Com’è il passaggio dall’università alla scuola?

Le giovani generazioni ti tengono giovane! Sono due mondi molto diversi, con i ragazzi del liceo devi instaurare un rapporto, vanno guidati e consigliati. L’insegnamento è un ruolo molto importante nella formazione di un giovane ragazzo.

Lei conosce i progetti di Diplomatici?

Io sono referente interno all’Istituto per quanto riguarda l’Alternanza Scuola-Lavoro. Attualmente abbiamo molte classi che fanno l’alternanza con i progetti organizzati da Associazione Diplomatici e gli studenti ne sono sempre entusiasti.

A quali eventi partecipa l’Istituto?

L’ultimo a cui hanno partecipato è il Change the World di New York, sono partiti 11 studenti. La prossima settimana una decina di ragazzi del terzo scientifico saranno a Roma per Democracy, la simulazione del Parlamento Italiano, e quest’anno per la prima volta, a maggio, alcuni studenti parteciperanno al Model Europe a Bruxelles. A novembre invece è la volta di Abu Dhabi e Dubai.

Lei ha mai partecipato ad un progetto di Diplomatici accompagnando i ragazzi?

Quest’anno per la prima volta sono stato a New York, una bellissima avventura sia per me che per i ragazzi. La simulazione alle Nazioni Unite è un’esperienza che rientra appieno nelle linee guida del nostro Istituto. Può sembrare banale ma gli studenti hanno avuto modo di confrontarsi con moltissimi altri studenti provenienti da tutto il mondo. “Hanno sperimentato il diverso” e questa cosa non ha prezzo.

Cosa l’ha colpita di più della simulazione?

Da insegnante di storia posso dire che la cosa più importante che hanno fatto durante la simulazione è stata quella di mettersi letteralmente nei panni di un altro Stato, in tutto e per tutto. Mi spiego, i ragazzi hanno dovuto rappresentare un paese che non è il loro. Prima della partenza hanno dovuto studiare molto e conoscere gli usi, i costumi, l’economia e la politica del Paese che avrebbero rappresentato alle Nazioni Unite, come dei veri delegates. Lo trovo un mondo molto interessante, stimolante ma soprattutto divertente di aprire i loro orizzonti al mondo.

Dunque per partecipare ai progetti di Diplomatici ci vuole non solo tanta curiosità ma anche grande motivazione e voglia di imparare.

I nostri ragazzi oggi vengono bombardati di informazioni ma non sono più incuriositi da nulla, danno per scontata l’informazione. Ai nostri ragazzi, la televisione e il web non offrono risposte concrete alle loro domande ma propinano delle risposte a cui devono adeguare il loro bisogno di verità. Sperimentare con mano esperienze come questa è sicuramente un banco di prova importantissimo per loro.

Secondo lei, qual è l’impatto che le simulazioni hanno sugli studenti?

La settimana scorsa, insieme ad un professore universitario ed una funzionaria dell’Unione Europea, ho tenuto una conferenza, presso il nostro Istituto, per sollecitare la curiosità degli studenti rispetto alle problematiche dell’Unione Europea in vista delle elezioni di maggio. Devo dire che i ragazzi che sono partiti, rispetto a quelli che sono rimasti in Italia, sono stati molto attenti, evidentemente la simulazione che hanno fatto a New York li ha avvicinati alle problematiche dell’Unione Europea e mondiali, li ha resi più curiosi.

Perché la sua materia è utile per gli studenti?

La storia è fondamentale perché è la materia più vicina a quelli che possono essere i temi trattati durante la simulazione, basti pensare che il topic di New York di quest’anno erano i 30 anni dalla caduta del muro di Berlino mentre la filosofia apre la mente. 

E sull’Alternanza Scuola-Lavoro cosa ci dice?

L’Associazione Diplomatici nei suoi progetti riesce a coniugare contemporaneamente due cose: l’alternanza, che è obbligatoria, con la cittadinanza che è un altro aspetto fondamentale nella nostra scuola. Secondo noi questi progetti sono un valore aggiunto al percorso formativo e didattico che la nostra scuola offre agli studenti.

In questi due anni di collaborazione che idea si è fatto di Associazione Diplomatici?

L’Associazione è molto credibile. Molti dei progetti di alternanza scuola-lavoro sono solo dei momenti di “posteggio” per gli studenti, non viene presa seriamente né dalle scuole e tantomeno dai ragazzi. Diplomatici invece dona concretezza a questo progetto.

Gli ospiti del CWMUN NYC 2019

Gli studenti sono stanchi ed emozionati per le giornate appena trascorse. Hanno discusso, si sono confrontati, hanno alzato anche i toni in certi casi. Hanno votato, si sono schierati, hanno trovato un accordo. Proprio come fanno i delegati dei Paesi di tutto il mondo. A fine giornata sono entrati nella General Assembly, hanno preso posto ed è iniziata la prima Cerimonia di chiusura di Change the World New York City 2019, quella dedicata ai ragazzi delle scuole.

Esponenti della cultura, dello sport, dell’industria, hanno portato le loro testimonianze ai giovani in sala. Nomi illustri come Lucio Caracciolo, Giuseppe Ayala, Enrico Letta, Angelino Alfano, Michel Platini, Ilaria Capua, Antonio Monda, Enrico Giovannini, hanno offerto esempi e incoraggiamento.

A inaugurarla il vice ambasciatore Stefano Stefanile, rappresentante dell’Italia alle Nazioni Unite. «Riceviamo un grande numero di studenti da ogni parte del mondo ed è un segno positivo, perché mostra l’interesse dei giovani nelle relazioni internazionali che oggi significa molto, perché aiuta a costruire una società più tollerante. E in questa particolare occasione l’Associazione Diplomatici, con i suoi illustri ospiti, eleva il valore della visita».

«I goals dell’Agenda 2030 ci devono ricordare il mondo che vogliamo», dice Enrico Giovannini, ex Ministro italiano del lavoro, intervistato da Giuseppe Scognamiglio. «Non ce n’è uno più importante degli altri, per realizzarli, però, abbiamo bisogno di una leadership unita e di un governo solido», conclude Giovannini, che invita i giovani a far sentire la propria voce e contribuire al cambiamento.

Il giornalista, scrittore e regista Antonio Monda, intervistato dalla collega Maria Latella, dà ai ragazzi alcuni tips per il successo. «Take the risk, non bisogna avere paura di fallire, se si prova ogni giorno e si fallisce, almeno si fallisce sempre meglio, fino a riuscirci. Quindi ragazzi ricordate sempre: “Try Again, Fail Again, Fail Better”».

Enrico Letta intervistato da Giuseppe Scognamiglio
Enrico Giovannini intervistato da Giuseppe Scognamiglio
Michel Platini, Marco Tardelli e Claudio Corbino
Alcuni ospiti del CWMUN durante la Cerimonia di chiusura

Si parla subito di muri, invece, durante la parte di cerimonia di chiusura dedicata agli studenti universitari. E lo si fa con Giuseppe Scognamiglio e Angelino Alfano. «Dobbiamo considerare il 1989 una grande vittoria – commenta Alfano riferendosi al topic principale di questa edizione di CWMUN New York – ma dobbiamo soprattutto imparare dalla storia per non ripetere gli stessi errori e difendere la nostra idea di società aperta».

I giovani delegates l’hanno definita “una vera rockstar, è riuscita a parlarci di argomenti importantissimi intrattenendoci e non facendoci mai annoiare”.  «Sono felice di essere a New York e di essere all’ONU per confrontarmi con voi studenti. Sono tempi difficili, è vero, ma c’è altro a cui pensare, bisogna inventare novità e crederci». Sono le parole che Ilaria Capua, virologa italiana che si è distinta per le sue ricerche e per la sua lotta all’accesso libero delle informazioni sui virus, specialmente quello dell’ebola, dedica ai ragazzi. E parla proprio dei vaccini, il suo cavallo di battaglia, conquistandosi con la sua energia l’applauso del pubblico. «La scienza può fare errori, proprio come le persone, ma insieme salviamo vite. Divisi non possiamo».

Lo speech di Ilaria Capua all’ONU
Giuseppe Ayala alla Cerimonia di Chiusura

Poi è la volta di Giuseppe Ayala, ex magistrato che ha concluso la cerimonia con un ringraziamento: «Questo anziano difensore della legalità vi ringrazia. Vedervi impegnati in un confronto sulla base del dialogo e del rispetto mi da fiducia. Ho fiducia in voi per il futuro».

Ma fra tutti gli ospiti ha torreggiato la testimonianza di Liliana Segre, intervistata in video-conferenza da Myrta Merlino: «Le cose si dimenticano – ha ammonito la senatrice, una delle più autorevoli voci nel mondo a testimonianza della shoa – e i sentimenti osceni di intolleranza riemergono. E ciò che li fa riemergere è l’indifferenza generale». La platea di 3 mila ragazzi è balzata in piedi ad applaudirla, quasi a volerle testimoniare che fra loro non c’era indifferenza, ma impegno e passione.

Simone Cucco, 23 anni da Torino racconta che “È la primissima volta che partecipo ad un progetto di Associazione Diplomatici. Un’esperienza estremamente formativa ed educativa e che riesce a far comprendere ai ragazzi l’importanza della partecipazione e della consapevolezza. Di questa simulazione mi hanno colpito moltissimo le procedure, i sistemi di votazione, il rapporto che si instaura con gli altri ragazzi fino a questi ospiti meravigliosi che sono riusciti davvero a lasciare qualcosa di grande nelle coscienze di tutti noi. Per emozione personale l’ospite che mi è piaciuta di più è stata la senatrice Liliana Segre. Da grande vorrei impegnarmi nella psicologia delle emergenze, il mio sogno è dare un piccolo contributo al mondo“.

Premiazioni delle scuole
La gioia delle delegazioni vincenti
Corbino ed i ragazzi del cwmun

 

Michel Platini special guest all’ONU per 3000 studenti

Trenta anni fa con il crollo del Muro di Berlino si chiudeva una pagina nera del Novecento e si apriva un futuro carico di cambiamenti e di problemi. Aver cancellato il simbolo della divisione del mondo in due blocchi non ha però eliminato la nascita di nuovi muri, invisibili e per questo più pericolosi. E’ contro queste barriere che gli ambasciatori di domani dovranno misurarsi unendo le forze. Quale sede migliore dell’ Onu per raccogliere la sfida? Proprio nell’aula della Assemblea Generale gli oltre tremila studenti italiani e di altri 110 paesi portati a New York dall’ Associazione Diplomatici si sono misurati su questo grande tema e argomenti più specifici come il terrorismo, il riscaldamento globale, la proliferazione di armi di distruzione di massa nella ottava edizione di Change The World, la tre giorni simulazione dei lavori delle Nazioni Unite.

Imparate dagli errori ed evitate di ripeterli. Abbattete i muri che non si vedono, pregiudizi, razzismo, intolleranza, politica e religiosa – ha detto nella cerimonia inaugurale Claudio Corbino, il fondatore della Ong riconosciuta partner ufficiale dell’ Onu -. Dentro ognuno di voi c’ è un talento nascosto. Rispettare le regole, lavorare duro, è la strada per il successo“. L’appuntamento che ogni anno si ripete nel Palazzo di Vetro è l’ evento più prestigioso della rete di occasioni proposte dall’associazione e la risposta quest’ anno ha toccato il picco di iscrizioni, il numero degli stranieri ha superato quello degli italiani e la novità sono i 40 studenti dall’Australia.

Ad accogliere i ragazzi nella General Assembly Hall, anche Maria Latella, giornalista, blogger e conduttrice televisiva che ha moderato il panel con Lucio Caracciolo, direttore di Limes e l’ambasciatrice Mariangela Zappia, rappresentante permanente dell’Italia nelle Nazioni Unite. ”Con il muro costruito nel 1961 ognuno sapeva da che parte stare. Quando cadde molti pensarono che con una Germania unita, si sarebbe arrivati a una Europa Unita e a un mondo più unito. Non è andata così. Si sono creati altri muri, la moltiplicazione di stati, tutto è diventato più complicato. Combattete per le vostre idee. Non dovete essere semplici spettatori ma giocatori protagonisti” – dice ai ragazzi Lucio Caracciolo mentre l’ambasciatrice definisce “un grande privilegio essere europei nell’ Unione Europea. In ogni famiglia ci sono problemi ma la famiglia è comunque un valore”.

L’ex premier Enrico Letta ha messo in guardia “dal peggioramento della democrazia, dai populismi e dai nazionalismi“. “Nel confronto con la Cina e gli Stati uniti l’ Unione Europea può essere protagonista solo se unita – ha detto -. L’Ue è stata troppo concentrata sulla finanza e sui mercati. L’educazione e la cultura devono tornare al primo posto. Dobbiamo chiedere ai nuovi leader l’ estensione del progetto Erasmus“. 

Michel Platini non si sottrae alle domande sul calcio dopo aver parlato di valori e del suo passato di campione stellare, una ‘lectio magistralis’ per gli oltre tremila studenti italiani e di altri 110 Paesi riuniti a New York per l’ ottava edizione di Change the World.  “Le Roi” è stato l’ ospite d’ onore della cerimonia di apertura della simulazione dei lavori delle Nazioni Unite. Con lui, a rievocare i tempi d’ oro della Juventus e della Nazionale, l’ amico e collega Marco Tardelli, che dell’ Associazione è testimonial da cinque anni. “E’ stata una bella emozione ha commentato – . Il luogo è bellissimo. E’ il centro del mondo. E’ qui che si fa la pace. Era giusto accettare l’ invito per parlare ai giovani di leadership. Ho cercato di parlare a loro da dirigente”.

Durante le tre giornate di simulazione, gli oltre tremila studenti si sono subito immersi nel ruolo di ambasciatori, ministri e primi ministri replicando gli incontri di G8, G20, Banca Mondiale e Fondo Monetario internazionale. Si sono svolti gli incontri delle commissioni, il dialogo e il lavoro di lobbying per costruire le alleanze in vista delle votazioni delle risoluzioni.
Bruna Saavedra, 22 anni che studia alla Università of western London, era la delegata italiana nell’ Assemblea Generale. “Sono portoghese e mi sento a mio agio a rappresentare un paese pacifico come l’Italia. Stiamo affrontando il tema della proliferazione delle armi di distruzione di massa. E’ facile relazionarsi con i delegati degli altri paesi perché quando si parla di questi argomenti l’Europa è politicamente abbastanza unita. In questo momento il problema principale per l’Italia è l’immigrazione ma secondo me non è così forte come ad esempio per il Regno Unito. Mi sembra che il nervosismo sia dovuto alla situazione politica europea per questo si chiudono le porte a chi arriva dall’estero“.
Francesco Zagara e Giulia Gianmatteo, sedicenni del liceo Democrito di Roma, rappresentavano la Federazione Russa. “Ci piacerebbe fare la carriera diplomatica – dicono – . Qui ci si confronta con tante persone nuove, si capiscono le realtà degli altri paesi, e il nostro inglese migliora. I genitori ci hanno incoraggiato. Spendere soldi in queste esperienze che ci rimarrà impressa per sempre é un investimento per il futuro“. 

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Gabriele Meroni, giovane insegnante del Collegio Villoresi San Giuseppe di Monza

Entusiasmo, responsabilità e forza d’animo sono gli ingredienti principali che deve possedere un docente oggi e Gabriele Meroni, giovane insegnante di letteratura italiana e geostoria del Collegio Villoresi San Giuseppe di Monza, ce li ha. Appassionato di letteratura antica e moderna, racconta la sua esperienza con Associazione Diplomatici.

Ha mai partecipato ad un progetto di Associazione Diplomatici?

Si, questo è il secondo anno che accompagno i miei ragazzi in America, a New York, un’esperienza davvero unica che auguro di fare a tutti.

Il Collegio Villoresi partecipa ad altri progetti oltre a quello di New York?

Un’intera classe è appena torna dal CWMUN Rome e stiamo pensando di allargare l’offerta formativa e portare gli studenti anche negli Emirati e a Barcellona.

Quanti studenti partecipano?

Negli ultimi due anni le adesioni sono aumentate in maniera considerevole, a Roma è andata tutta una classe di circa 20 studenti mentre per New York quest’anno partiranno in 23.

Cosa ha permesso quest’incremento di iscritti?

Stringere con gli altri professori è stato fondamentale. Lo staff di Diplomatici ha incentivato molto l’interfacciarsi tra i professori provenienti da tutto lo stivale, soprattutto in sede newyorkese, e questo ci ha permesso di entrare a far parte della rete.

Tornando a New York, quest’anno si parlerà di “promozione e protezione dei diritti dei bambini”, “adozione di strategie per il cambiamento climatico”, “la situazione in Afghanistan”, cosa ne pensa di questi temi?

Sicuramente sono temi molto importanti, troppo spesso oggi i ragazzi tendono a concentrarsi solo sulla realtà italiana, sicuramente questo approfondimento è importante proprio in un’ottica internazionale e di studio complessivo delle dinamiche politiche e ambientali in genere. A mio parere, lo studio di diverse realtà stimola nei ragazzi un altruismo a 360 gradi.

Sono numerosi ma soprattutto di fama mondiale, gli ospiti che partecipano ai progetti di Diplomatici, come Clinton lo scorso anno, in che modo la loro presenza influenza i ragazzi?

L’anno scorso ho vissuto in prima persona il discorso di Bill Clinton, un’esperienza strepitosa che ho potuto condividere con gli alunni. I ragazzi hanno seguito il discorso quasi increduli, l’hanno vissuto come un qualcosa di reale.. non credo di averli mai visti così silenziosi e concentrati! Una volta rientrati in Italia i genitori sono venuti a ringraziarci per aver permesso ai loro figli di fare un’esperienza simile.

Questo viaggio per i ragazzi, più che un’esperienza formativa può essere un insegnamento di vita?

Si assolutamente, gli studenti creano nuovi gruppi soprattutto con ragazzi di altre nazionalità, c’è un’apertura mentale a 360°. Molti dei ragazzi che l’anno scorso hanno partecipato al CWMUN NYC erano del terzo anno e quest’anno hanno deciso di passare l’anno di studio all’estero, in America o in Australia.

Ha qualche consiglio da dare ai suoi studenti?

Ho un bellissimo rapporto con i miei studenti, io sono giovane per cui all’inizio è difficile avere una veste istituzionale, me la devo creare e devo dire che ci riesco sempre, ma in queste realtà così poliglotta, sono un po’ una fonte di ispirazione per loro, cerco di stimolarli, gli dico che loro non sono Monza ma che hanno un mondo a disposizione.

In che modo la sua materia aiuta gli studenti ad affrontare la simulazione?

Cerco sempre di insaporire gli argomenti che trattiamo. Quello che io faccio studiare ai miei ragazzi e che studio ancora anche io, non si limita alla pagina del libro, è un insieme di sensazioni che possono essere capite solo dall’esperienza ed io nel mio piccolo cerco di fargli capire che quest’esperienza nasce quotidianamente.

Da questa esperienza a New York, c’è qualcosa che le è rimasto nel cuore?

Si, l’anno scorso tornati da New York i ragazzi erano davvero entusiasti, si sono voluti confrontare con la Direzione e con il Preside per ringraziarli di questa collaborazione con Diplomatici. A mia insaputa hanno organizzato una cena con tutti i genitori e tutti i ragazzi, che fanno parte di 20 classi diverse, tra di loro sono nate delle belle amicizie, delle amicizie vere e profonde e questo mi ha colpito molto.

Grande successo per la VII edizione del CWMUN Rome

Sono stati più di 400 gli studenti, di cui più della metà provenienti da Paesi stranieri che, dal 7 al 9 febbraio, hanno partecipato alla settima edizione del Change The World Model United Nation a Roma, il progetto di Associazione Diplomatici che prevede la simulazione degli organi delle Nazioni Unite.
Le delegazioni partecipanti, oltre ai circa 200 studenti italiani, provenivano dalle università di tutto il mondo: Arabia Saudita, Santo Domingo, Egitto, Inghilterra, Stati Uniti, Turchia, Francia, Romania, Spagna, solo per citarne alcune. L’intera simulazione, ospitata dall’Università Luiss Guido Carli situata nell’elegante quartiere Trieste di Roma, è stata inaugurata con una Cerimonia di Apertura dei Lavori.
Nonostante la vostra giovane età siete qui oggi a discutere di temi di importanza mondiale, ammiro la vostra determinazione e la vostra voglia di partecipare a progetti come questo”, queste le parole con cui Roberto Costantini, Direttore della Luiss, Orientamento e Entrepreneurship, ha accolto i ragazzi nella sua Università; Arghanoon Farhikhtah, Nutrition Officer presso il World Food Programme, ha spiegato ai ragazzi, attraverso un video, l’importante compito che viene svolto dal World Food Programme; poi è stata la volta di Giuseppe Scognamiglio, Direttore della rivista di geopolitica Eastwest che ha raccontato ai ragazzi dell’ormai consolidata collaborazione tra Diplomatici e Eastwest; infine l’inaugurazione è stata chiusa da Giacomo Branca, il Professore Associato presso il Dipartimento di Economia e Commercio dell’Università della Tuscia, che ha interrogato i ragazzi: “Oggi vorrei parlarvi di produzione, agricoltura e sicurezza alimentare. Pensate che la produzione riesca a soddisfare i bisogni alimentari mondiali? La tecnologia è una nostra alleata? Non c’è una risposta giusta o sbagliata, l’unica certezza è che a pagare è l’ambiente”.

Per tre giornate i ragazzi, divisi in apposite commissioni, hanno discusso i principali temi dell’agenda globale, dalla questione palestinese nel Security Council, alla risoluzione del problema dell’utilizzo di alcol e tabacco nella FAO. Ogni studente ha agito da vero protagonista proponendo azioni da compiere e soluzioni concrete, simulando il lavoro dei delegati delle Nazioni Unite.
La settima edizione del CWMUN Rome si è conclusa con la tradizionale Cerimonia di chiusura dei lavori introdotta da Alessandro Dimaiuta, Direttore Esecutivo di Associazione Diplomatici, La cerimonia di chiusura dei lavori è un momento nostalgico che segna la chiusura di una bella esperienza, sono stati 3 giorni magici, grazie a tutti per essere stati qui, sono molto fiero del vostro lavoro”. Durante la Cerimonia, novità dell’edizione 2019, l’Associazione ha presentato una campagna contro l’uso delle droghe tra i giovani ZONF, Zombie No Fun, e fan della campagna sono diventati proprio i ragazzi del CWMUN Rome 2019. A segnare, poi, la fine vera e propria dei lavori è stata la tanto attesa consegna dei premi, le “Best Delegation” ai ragazzi che durante la simulazione si sono distinti dimostrandosi più attenti, preparati ma soprattutto appasionati.
See you in 2020!

 

 

 

Intervista al prof. di Catania Sebastiano Angelico

Sebastiano Angelico, siciliano di Catania, da 20 anni insegna inglese al Liceo Scientifico Galileo Galilei del capoluogo siculo.

Da quanto tempo la sua scuola partecipa ai progetti di Diplomatici?

Da quando è stata fondata l’Associazione più o meno, dal 2004. Una collaborazione che va avanti da molti anni ormai.

Qual è il segreto per una collaborazione così lunga?

Non c’è un segreto, il progetto che propone l’Associazione Diplomatici è un progetto molto valido che aggiunge molto a quello che la scuola può offrire in termini di formazione degli studenti.

La vostra scuola a quali progetti partecipa?

Noi, come scuola, abbiamo partecipato solo al CWMUN NYC ma a dir la verità quest’anno dei nostri studenti sono partiti autonomamente per Abu Dhabi e ne sono tornati molto contenti.

Quanti studenti partecipano all’edizione americana di quest’anno?

Sono pronti a partire per la Grande Mela 29 studenti e due docenti.

Lei non parte con i suoi studenti?

Quest’anno purtroppo no. Ho accompagnato i ragazzi in America per 9 anni di seguito e devo dire che l’Associazione ed il progetto hanno avuto una grande evoluzione sia da un punto di vista formativo che organizzativo.  È un progetto molto efficace nella formazione dei ragazzi perché vengono in contatto con tematiche che la scuola può affrontare solo a livello accademico.

Cos’è che durante la simulazione la colpisce di più?

I ragazzi si animano, intuiscono di essere in una situazione dove devono gestirsi. La simulazione permette loro di agire proprio in termini pratici, devono avere delle idee e metterle in pratica. In questo contesto i ragazzi amano mettersi alla prova, gli fa capire che sono più grandi di quello che pensavano.

Che impatto ha questa esperienza su di loro?

Dai ragazzi che hanno fatto un buon percorso e che si sono spesi di più emerge sicuramente l’acquisizione non tanto di competenze, quanto l’acquisizione di conoscenze, hanno l’occasione di studiare ma soprattutto di capire. Acquisiscono una maggiore fiducia in se stessi, una maggiore consapevolezza.

La simulazione come esperienza didattica oltre che formativa?

Assolutamente si, il segreto sta proprio nel fargli toccare con mano la simulazione, farli agire. Stimolarli ed aiutarli a capire che le loro idee sono valide, non esistono idee migliori o peggiori per giungere ad una risoluzione finale del conflitto.

Lei insegna inglese, in che modo aiuta i ragazzi a prepararsi?

Guidandoli passo passo come farebbe un maestro, nel senso globale del termine, con il suo allievo. Ho un approccio molto diretto e concreto allo studio, gli sottopongo dei documenti in lingua originale, li aiuto ad interpretarli ed a riprodurli. Provo a farli appassionare a quel che fanno.

Pensa che quest’iniziativa possa essere stimolante anche per voi professori oltre che per gli studenti?

Assolutamente, per l’insegnante è tanto stimolante quanto per i ragazzi perché gli da la percezione che si può fare scuola in maniera diversa, si possono insegnare le cose diversamente. È fondamentale per un professore capire che si può insegnare anche con dei contenuti diversi, più interessanti. La simulazione è la prova che una didattica attiva è efficace e con i ragazzi funziona.

Si è conclusa alla grande la 9° edizione di Democracy

Sono ragazzi giovani ma con grandi sogni quelli che hanno partecipato, a Roma, alla 9° edizione di Democracy. Tre intense giornate per redigere, presentare e votare una proposta di legge nell’Aula dei Gruppi Parlamentari di Montecitorio, come veri deputati, sul  delicato tema del Testamento Biologico.

Per i giovani studenti, tra i 14 e i 25 anni, provenienti da tutta Italia, l’avventura ha avuto inizio venerdì 18 gennaio presso l’Hotel Pisana Rome, dove si è svolta la Cerimonia di Apertura dei Lavori.

Come ogni edizione che si rispetti i ragazzi sono stati accolti da Valeria Corbino di Associazione Diplomatici, anche quest’anno perfettamente calata nel panni di Presidente della Camera. “Ciò che lega i progetti di Diplomatici è l’idea che il mondo dei giovani sia un mondo ricco, un mondo che ha molto da dire. È doveroso per noi trovare un modo per colmare il divario tra i giovani e il mondo delle Istituzioni e i nostri progetti hanno questo scopo: farvi conoscere il mondo delle Istituzioni a livello internazionale, europeo e nazionale e farvene entrare nel vivo”, continua “d’ora in poi saremo Onorevoli colleghi, non perdiamo tempo e mettiamoci al lavoro”.

Al termine delle presentazioni apre ufficialmente la seduta di quest’edizione del Cw for Democracy il più giovane tra i parlamentari, il romagnolo Jacopo Esposito, quattordici anni.

Dopo un weekend di duro lavoro arriva il momento tanto atteso: l’ingresso a Montecitorio. Quella all’Aula dei Gruppi Parlamentari è l’ultima mattina di lavori per i ragazzi e l’ultima possibilità di fare un buon lavoro prima delle votazioni finali e della Cerimonia di chiusura dei lavori.

Quest’anno a fare visita ai ragazzi durante la simulazione è stata la parlamentare di Fratelli d’Italia, Ylenya Lucaselli che si è rivolta alla platea con queste parole: “Grazie per questo invito che ho accolto con grande entusiasmo, questa è la mia prima esperienza da parlamentare, sono un avvocato. Devo fare i complimenti a voi, vedere dei ragazzi così giovani eppure così interessati a quello che accade in Italia, è stimolante”.

Da prima esperienza come parlamentare vorrei darvi qualche spunto Onorevoli colleghi: la cosa più bella che potete fare è partecipare a iniziative come questa ed essere partecipi, è capire che partecipare alla democrazia è un lavoro ed è un lavoro che va preso con serietà”. “So che siete in fase di redazione di una norma molto complessa ma ricordate sempre che Anything is possible if you are able to make it possible”.

Durante questa nona edizione le sorprese non finiscono qui perché a consigliare i ragazzi c’è anche Massimo De Meo, uomo impegnato su mille fronti: Vice Presidente di Confassociazione 3° settore, direttore editoriale della rivista di informazione e critica legislativa ITER LEGIS, ideatore del progetto MOPAMBIENTE, socio fondatore di Cuore, un’associazione che si occupa di adozioni a livello internazionale e molto altro ancora.

Per me è un onore essere qui. Sono felice di poter condividere con voi alcuni aspetti procedurali e normativi che potranno esservi di aiuto e stimolo per affrontare al meglio quest’attività così impegnativa con cui vi state dedicando con grande generosità ed entusiasmo. Molto emozionato termina il discorso citando la bellissima poesia “La Giovinezza” di  Albert Bruce Sabin.

Riprendono i lavori e dal tavolo di presidenza Valeria Corbino invita a votare secondo coscienza le due proposte di legge, quella presentata dall’onorevole Santoro, capogruppo di Scientia, Potentia Est, e quella presentata dagli onorevoli Mancini, Colangeli e Capograssi, che a grande maggioranza è la proposta che verrà presentata.

Onorevoli siamo giunti alla conclusione del nostro percorso che vi ha visti partecipare attivamente dal momento iniziale di formazione ad oggi. Ho chiesto che fosse scritto nei vostri attestati che questa è stata la migliore assemblea, con il maggior livello di fair play, che abbiamo avuto da quando è nato il progetto. Ricordo a tutti che vincere non significa solo che sia passata la propria proposta di legge, vincere significa anche essere stati capaci di trovare il giusto equilibrio tra le proprie idee e quelle degli altri e soprattutto di trovare il modo di confrontarvi in maniera pacifica e voi Onorevoli colleghi, ci siete riusciti e per questo mi congratulo con voi”.

Da Montecitorio è tutto, ci vediamo alla prossima edizione!

Intervista a Rita Sanna, insegnante di Latino e Greco al liceo di Oristano

Spero che i ragazzi traggano dal mio entusiasmo la spinta giusta per dare il massimo, sempre”. Arrivano dalla Sardegna le parole di Rita Sanna, docente di Latino e Greco all’Istituto Superiore De Castro di Oristano.

In Sardegna, la sua è la prima scuola ad aver partecipato ad un progetto di Diplomatici?

Esatto, il nostro è il primo liceo sardo ad aver partecipato ad un progetto di Diplomatici. Un ex studente ci ha presentati all’Associazione Diplomatici, così è nata la nostra lunga collaborazione. Ricordo che la reazione degli studenti fu immediata, solo il primo anno mandammo 15 studenti a New York.

Dal 2012 e ormai gli eventi di Diplomatici fanno parte integrante della nostra scuola. Oltre alle simulazioni sono diversi i progetti che insieme stiamo portando avanti, dalla collaborazione per un nuovo indirizzo scolastico ad un interessante e innovativo programma per l’alternanza scuola-lavoro.

La vostra scuola partecipa solo a CWMUN NYC?

Si e contiamo di inserirlo anche nel curriculum scolastico nel nuovo indirizzo giuridico internazionale, il nostro punto di forza del prossimo anno. Diplomatici e l’Università di Sassari saranno nostri partner in questa nuova avventura.

In cosa consiste questo nuovo indirizzo?

Vorremmo inserire lo studio del diritto un’ora a settimana ed un’ora di inglese con un’insegnante madrelingua che abbia una certa esperienza soprattutto in inglese giuridico. Durante l’arco dei 5 anni di liceo ci piacerebbe riproporre la stessa simulazione di New York prima a livello locale per gli studenti dei primo anno, poi a livello regionale per i ragazzi del 3 anno, fino ad arrivare al penultimo anno di liceo in cui voremmo portare tutta la classe a New York per fare l’esperienza direttamente sul campo.

Un progetto ambizioso, quale sarà il ruolo di Diplomatici?

Puntiamo a diventare una scuola polo in questo indirizzo e la collaborazione con Diplomatici sarà fondamentale sicuramente nell’organizzazione e nello sviluppo di questo progetto ma anche durante lo svolgimento delle simulazioni.

E per l’alternanza scuola-lavoro?

Loro sono stati fondamentali in tal senso, già la partecipazione al CWMUN garantisce agli studenti delle ore di alternanza scuola-lavoro ma quest’anno vogliamo fare di più. Ci hanno offerto 30 ore, che noi abbiamo collegato ad un nostro progetto, in cui gli studenti studiano in inglese materie che normalmente fanno in italiano, da scienze a storia, da educazione civica a filosofia.

Tornando agli Stati Uniti, lei è mai stata nella Grande Mela con i ragazzi?

Ben 3 volte e mi avvicino alla mia quarta partenza, quest’anno poi saremmo in due ad andare. Mi creda quando le dico che per gli studenti è un’esperienza unica, a qualcuno di loro ha cambiato la vita. Molti dei ragazzi che hanno partecipato ne hanno usato gli effetti anche dopo, specialmente nelle sue scelte universitarie.

Della simulazione cosa pensa?

In primis rimane loro come bagaglio di una grande esperienza. La simulazione ha un’organizzazione perfetta, gli studenti hanno davvero la possibilità di toccare con mano il funzionamento degli organi dell’ONU. Personalmente affronto davvero con entusiasmo questa esperienza perché la ritengo molto formativa, quando vado a New York non mi muovo mai dal Palazzo di Vetro, sto sempre con i miei studenti, li sprono, li incoraggio, li consiglio, si deve essere motivati e presenti per loro, insomma il mio è il lavoro più bello del mondo.

Cos’è che colpisce i ragazzi?

L’esperienza nella città, il Palazzo di Vetro che li lascia quasi attoniti ma più di tutto veramente vengono colpiti dall’esperienza: calarsi in un ruolo e riuscire a vedere come funzionano le commissioni Onu, questo è quello che li colpisce di più. Per loro è tutto straordinariamente interessante.

Il segreto per portare avanti queste collaborazione con Diplomatici?

Senza dubbio la grande motivazione e la fiducia reciproca nella realizzazione di questo progetto ci ha portati fin qui. Il voler perseguire obiettivi comuni che riteniamo fondamentali per la crescita dei nostri studenti.