Diventare ambasciatrice: il sogno di Amalia diventa realtà grazie a CWMUN Emirates

Una settimana negli Emirati Arabi con più di 500 coetanei da ogni parte del mondo. Il sogno di Amalia Guzzardi, studentessa di 16 anni al liceo scientifico Galileo Galilei di Catania, si è avverato. Dopo l’esperienza trascorsa con Associazione Diplomatici a New York, lo scorso marzo, Amalia ha preso parte a CWMUN Emirates, il progetto che le ha dato la possibilità di perfezionare le sue doti di public speaking, writing e team working, avvicinandola ancora di più al mondo diplomatico.

«Essendo la seconda esperienza mi sentivo più tranquilla, anche se non è mancata l’emozione – racconta Amalia. È stato bellissimo, è un’avventura diversa da quella di New York, perché negli Emirati Arabi si scopre una nuova cultura, nuovi modi di vivere, nuovi ambienti».

E Amalia, come tanti coetanei, si aspettava un popolo chiuso, conservatore, pieno di regole e contraddizioni. «Pensavo addirittura di non poter andare in giro per le strade a maniche corte, ma in realtà è un Paese occidentalizzato, molto aperto e pieno di persone che vengono da tutte le parti del mondo, proiettato al futuro. Mi ha colpito soprattutto il fatto che nonostante la ricchezza degli Emirati sia basata principalmente sul petrolio, è possibile vedere come si stiano indirizzando verso energie più pulite, un grande segno di civiltà».

«Ho potuto visitare Dubai in modo più approfondito rispetto ad Abu Dhabi – aggiunge parlando dell’aspetto turistico del progetto – dove sono stata impegnata maggiormente nei lavori di simulazione e durante la conferenza. Ho avuto la sensazione che fosse più frenetica, mentre Dubai è più rilassata, si respira un clima più vacanziero. Sarà per le spiagge meravigliose o per i palazzi imponenti, per la modernità che ti circonda. Quello che mi è piaciuto di più è stato fare il bagno a mare a Dubai, perché ti trovi in una spiaggia circondata dai grattacieli con un mare super pulito. Tra l’altro c’è un basso tasso di criminalità che ci permetteva di lasciare le nostre cose senza preoccuparci che ce le rubassero. Anche la serata trascorsa nel deserto e il giro in jeep e sul cammello sono esperienze che non dimenticheremo».

Durante la conferenza di Abu Dhabi che si svolge nelle giornate di simulazione, in cui i ragazzi vestono i panni degli ambasciatori che lavorano alle Nazioni Unite, Amalia insieme a un altro ragazzo ha rappresentato la Germania nel Consiglio di sicurezza. «È stata un’esperienza altamente formativa perché mi sono trovata a parlare molto con gli altri ragazzi ed è stato interessante il fatto che la maggior parte della mia commissione era formata da ragazzi provenienti dagli Emirati, che all’inizio pensavamo fossero americani o europei. Ed è stato interessante confrontarci con loro e mettere a paragone ciò che impariamo noi nelle scuole italiane e ciò che invece imparano loro. Erano molto preparati sul funzionamento delle Nazioni Unite e su tutti gli aspetti legati al progetto, la qualità era davvero molto alta».

E anche gli interventi dei tanti ospiti presenti hanno arricchito ulteriormente il bagaglio culturale della giovane delegata. «Ci sono stati molti ospiti interessanti, da Giuseppe Ayala a Francesco De Gregori, ma in particolare ho apprezzato l’incontro che si è svolto al consolato di Dubai con la console italiana Valentina Setta, che è stato formativo e stimolante perché ci ha illustrato il suo ruolo come ambasciatrice negli Emirati». Un ruolo che forse un giorno ricoprirà anche Amalia, che dopo la scuola vuole studiare Scienze Politiche in ambito internazionale. «Il mio desiderio sarebbe quello di diventare ambasciatrice e rappresentare il mio Paese in giro per il mondo».

 

 

 

 

L’esperienza di Micol, Best delegate al CWMUN New York 19

«Ho scelto di partecipare al CWMUN New York 2019 perché, essendo arrivata al terzo anno di Giurisprudenza, ho ritenuto di avere una preparazione e un bagaglio culturale tali da farmi comprendere cosa significa effettivamente “diventare un diplomatico” per tre giorni».

E non si sbagliava la catanese Micol Gualberto, che alla fine delle giornate di simulazione alle Nazioni Unite ha ottenuto il riconoscimento di “Best delegate”. «È veramente difficile descrivere cosa è stata per me questa esperienza – commenta – Alla partenza i ricordi di questo viaggio risalivano al 2009, quando ho partecipato con i Diplomatici alla mia prima simulazione, all’età di 12 anni».

Oggi, a distanza di anni, non sono cambiate le emozioni provate all’interno del palazzo dell’ONU. «Sicuramente le emozioni che ho provato in quest’ultima occasione sono state di ogni tipo: dalla paura di parlare in pubblico a quella di mettermi in gioco e di assumere un ruolo di un certo spessore per risolvere problemi come il traffico illecito della droga nel mondo».

Micol ha infatti rappresentato la Russia nella “Commission of Narcotic Drugs”. «Anche se si svolge in soli tre giorni è un’esperienza che fa maturare, mettendoti a stretto contatto con i problemi di attualità e affidandoti, in un certo senso, il destino del mondo».

E portare a casa l’attestato consegnatole per aver vinto il premio come “Best delegate” è stata per Micol l’emozione più grande, il riconoscimento del suo lavoro. «È stato incredibile essere premiata nel “Palazzo di vetro” insieme agli altri ragazzi provenienti da tutto il mondo. Mi sento di consigliare questa esperienza a tutti i miei coetanei, non solo a coloro che in questo settore vedono il loro futuro, ma anche a quelli che vogliono mettersi in gioco, affrontare le loro paure e guardare il mondo da un’altra prospettiva. È proprio questo quello che occorre in questo particolare momento storico, sia a livello nazionale che europeo».

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«Io, ambasciatore dell’Arabia Saudita a 17 anni»

Nel 2017 ha partecipato a CWMUN New York, nel 2018 è volato negli Emirati Arabi per CWMUN Emirates, e oggi vuole condividere la sua esperienza con i coetanei in cerca della strada giusta da seguire per il proprio futuro. Salvatore Nicolosi, 17 anni, frequenta l’ultimo anno al liceo scientifico Concetto Marchesi di Mascalucia e parla del Change the World come di «un’esperienza altamente formativa».

«Quella negli Emirati Arabi lo è stata probabilmente anche più di quella negli Stati Uniti – chiarisce – perché ero già preparato e ho avuto modo di prendere parte più attivamente alle conferenze». Che si sono svolte durante i primi tre giorni negli Emirati nella New York University Campus ad Abu Dhabi.

«Rappresentavo l’Arabia Saudita, che in quel contesto era molto importante, tutti conoscevano il mio Paese e mi cercavano per le coalizioni. In questo senso sono stati fondamentali i corsi che ho frequentato prima della partenza, dove si affrontano gli argomenti che poi vengono trattati negli Emirati». Il tema principale era Climate Change, che i ragazzi hanno approfondito anche cercando notizie online. «Ci sono stati numerosi dibattiti e anche qualche scontro fra delegati, ma fa parte del gioco della simulazione. Durante le conferenze abbiamo conosciuto anche tanti nostri coetanei che vivono lì e con alcuni siamo ancora in contatto, tant’è che ho amici dell’Asia, della Cina e dell’America e magari andrò anche a trovarli».

Studenti con cui Salvo ha condiviso anche il tour turistico, prima di Abu Dhabi, dove il gruppo ha visitato la moschea e i grattacieli, poi di Dubai dove sono giunti percorrendo la famosa strada in mezzo al deserto. «Abbiamo visto il grattacielo più alto del mondo, la spiaggia di Palm Island dove sorge il lussuoso hotel a forma di vela, il mercato, il Dubai Mall, l’acquario, la piazza con le fontane d’acqua. Il mio momento preferito, però, è stato quello della cena nel deserto, che abbiamo raggiunto con delle auto speciali facendo quello che loro chiamano surf nel deserto, per ammirare il tramonto e assaggiare i piatti tipici».

È stato emozionante per Salvo e i giovani colleghi toccare la sabbia del deserto, correre in mezzo al nulla, vedere da vicino i cammelli e incontrare le persone del posto, che hanno tatuato i ragazzi con l’henné e hanno fatto assaggiare loro la carne, il pollo, le spezie e anche una sorta di raviolo all’italiana.

«Quando stai per entrare nel deserto vedi ancora i grattacieli che si affacciano, ma più ti addentri e più ti ritrovi solo, attorniato solo dal rosso del sole che si riflette nelle dune. Sei nella linea di confine tra il nuovo e il nulla, tra la tradizione e la modernità».

L’atmosfera che si respira negli Emirati, dice Salvo, è assolutamente diversa da quella a cui siamo abituati. «Non è come si pensa, che i Paesi Arabi essendo conservatori hanno una mentalità molto chiusa, anzi. In giro ci sono molti turisti e la popolazione è multinazionale, lì lavorano americani, cinesi e persone da tutto il mondo. Prima di partire immaginavo un popolo che vestiva allo stesso modo con abiti scuri e lunghi, invece la gente è molto varia. Gli uomini vestono di bianco, alcuni in determinate ore del giorno si rivolgono verso la mecca per pregare, mentre altri continuano a svolgere le loro mansioni. La gente è diversa, le culture sono diverse. Certo, sicuramente la religione è più sentita che da noi, per entrare in moschea c’erano regole molto rigide: niente foto, niente scarpe, niente urla e schiamazzi. Anche le foto fuori puoi farle accennando un sorriso, senza alzare le mani».

Se la consiglierebbe? Non ha dubbi Salvo, anzi, la rifarebbe immediatamente. «Per entrare in Associazione Diplomatici e vivere al meglio le proprie esperienze di vita, Emirates e New York sono progetti da fare». Se dovesse scegliere in quale dei due posti vivere, però, Salvo non esiterebbe a scegliere New York. «Amo New York e la sua modernità, anche se in ambito lavorativo entrambe offrono le stesse opportunità. Perché il lavoro c’è, ci sono grandi aziende che assumono e se hai le competenze e la voglia puoi trovare la tua strada».

La sua, presumibilmente, sarà in campo economico. «L’anno prossimo mi iscriverò in Economia a Milano, poi sicuramente andrò fuori». E torna sempre l’idea dell’America, di cui ama la gente e la frenesia. «Tutti corrono e non sai perché, ma ti viene la voglia di correre con loro ed essere assorbito dal flusso».

«CWMUN Emirates mi ha fatto innamorare degli Emirati Arabi»

CWMUN New York e CWMUN Emirates sono due dei progetti principali che Associazione Diplomatici ogni anno propone agli studenti di tutto il mondo, con l’obiettivo di formare una nuova generazione più consapevole e internazionale.

Damiano Di Giovanni, studente diciassettenne del liceo Galileo Galilei di Catania, ha partecipato nel 2018 a entrambe le esperienze, arricchendo sotto molteplici punti di vista il suo bagaglio culturale e umano.

«Sono ripartito dopo il primo viaggio per riprovare l’esperienza dell’assemblea in un ambiente nuovo, stimolante e competitivo, in cui si può crescere molto – racconta Damiano, che a New York ha vinto il premio per il best position paper. Il timore più grande era quello di affrontare dei public speaking di fronte a tante persone – aggiunge – La prima volta non avendo avuto nessuna esperienza è stato complicato, ma poi prendendo la giusta confidenza con se stessi e con gli altri si acquisisce la giusta padronanza».

«Ho imparato a entrare in contatto con persone di altre nazionalità e ho avuto la possibilità di esercitarmi con la lingua e di migliorare il mio inglese, che oggi è assolutamente necessario per lavorare in tutto il mondo – dice lo studente. Ma anche fare ricerche sugli altri Paesi, entrare in contatto con le principali tematiche di geopolitica, conoscere culture da tutto il mondo».

Futuro medico, conclusi gli studi Damiano si stabilirebbe a Dubai senza pensarci due volte. «La sceglierei per il clima più esotico e per la sua modernità, oltre per il fatto che offre nuove opportunità, forse anche più dell’America». E se a New York a emozionarlo in modo particolare è stata la cerimonia di apertura, quando ha parlato l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton – che tornerà quest’anno come guest of honour -, a Emirates è stata la gita nel deserto l’esperienza che non dimenticherà mai, visto che, dice, «non capita tutti i giorni».

«La cultura negli Emirati è differente. La globalizzazione ha reso New York una città più simile ai Paesi europei, mentre gli Emirati Arabi sono diversi per quando riguarda gli usi, i costumi, il cibo, la concezione delle persone. E mi ha fatto piacere conoscere e rapportarmi con la loro cultura».

Il futuro di Rocco? La carriera diplomatica a New York

Ha cominciato da qualche giorno il suo percorso universitario in Giurisprudenza e grazie alle esperienze vissute con CWMUN New York ed Emirates il diciannovenne Rocco Pignataro ha già le idee chiare su cosa vuole dal futuro.

«Grazie a queste esperienze ho capito che la mia strada è quella della carriera diplomatica – dice subito Rocco – I due progetti sono molto diversi tra loro – aggiunge – quello negli Emirati sicuramente è più esotico per la località, mentre quello di New York è più affascinante per il fatto stesso di trovarsi in America e di poter entrare nel palazzo di vetro, uno dei posti più importanti quando si parla di geopolitica e politica internazionale».

A distanza di pochi mesi Rocco, che ha avuto la menzione d’onore a New York, dove rappresentava gli Emirati Arabi, li ha vissuti entrambi. «Ho deciso di rimettermi alla prova perché volevo provare un’esperienza simile a quella di New York e la località orientale mi affascinava particolarmente. Gli aspetti positivi sono molti simili: trovarsi all’interno di una simulazione con persone che vengono da tutte le parti del mondo, la possibilità di mettersi alla prova e sperimentare le proprie capacità di public speaking e di saper trovare soluzioni».

Nessun timore per Rocco. «Per New York ero molto motivato perché stavo andando ad affrontare un’esperienza totalmente nuova, ma anche per Emirates ero altrettanto motivato. A New York ho imparato a saper parlare di fronte a un pubblico ampio e variegato a livello di nazionalità, mentre a Dubai ho messo in pratica quello che avevo imparato dalla prima esperienza. Il momento più bello per la prima esperienza ovviamente è stato quello della premiazione, mentre ad Abu Dhabi e Dubai è stata senza dubbio la gita nel deserto».

Se dovesse fare le valigie e stabilirsi in una delle due location, comunque, Rocco sceglierebbe la caotica New York. «La adoro come città e so già che offre numerosi sbocchi nel mio campo».

La grinta di Paola tra New York e gli Emirati Arabi

«Dopo CWMUN New York ho avuto la conferma che la strada del diritto internazionale fosse quella che mi appassionava di più e ho voluto avere un’ulteriore conferma partecipando a CWMUN Emirates». Sembra già una giovane professionista del settore Paola Trombetta, 19 anni, iscritta al primo anno di Giurisprudenza. Capelli biondi, occhi azzurri, tailleur e tacchi per affrontare con la giusta grinta i colleghi, giovani aspiranti diplomatici, all’assemblea generale.

«Le tematiche trattate a New York e Abu Dhabi per certi versi coincidono – racconta la ragazza – ma il cambio di location fa tanto. Negli Emirati c’è una difficoltà in più, dovuta al fatto che ti relazioni con un clima diverso rispetto a quello di New York. Il fatto che le conferenze siano più contenute, però, può rendere l’esperienza negli Emirati un ottimo trampolino di lancio per prepararsi a quella alle Nazioni Unite e per acquisire competenze, crescere e superare alcuni limiti come la timidezza».

Le aspettative pre partenza di Paola sono state diverse per le due esperienze: «tutti hanno sognato almeno una volta di essere a New York, gli Emirati è meno comune o comunque lo è da meno tempo».

Le paure, invece, sono quelle condivise da tutti: «la paura di non farcela, di non riuscire a farmi capire o di non capire io stessa gli altri, sia per l’inglese che per le competenze che avevo prima del progetto. Ma dopo averlo fatto la prima volta a New York, negli Emirati è stato più facile affrontare tutto il processo».

Cosa ha imparato? «A superare tantissimi limiti personali, come funziona realmente una conferenza all’ONU, che lavoro è quello del diplomatico e tutte le dinamiche legate alle Nazioni Unite. Il momento più bello di New York è stato sicuramente quello della cerimonia di chiusura con il discorso di Giuseppe Ayala, uno dei miei ospiti preferiti, mentre negli Emirati il momento turistico in cui abbiamo assistito allo spettacolo delle fontane, suggestivo e diverso da tutto quello che si trova in America. Durante la gita nel deserto, tra l’altro, abbiamo avuto la possibilità di entrare in contatto con le tradizioni locali: dai piatti tipici al tatuaggio all’henné alla danza del ventre e ho scoperto che valgo un sacco di cammelli – scherza Paola – mentre a New York non ci sono tante tradizioni, la vita di Manhattan è abbastanza frenetica, ma decisamente più simile alla nostra».

E per questo, se dovesse scegliere, la preferirebbe a Dubai. «È una grande metropoli e sarebbe più indicata per la mia vita lavorativa, a parte il fatto che mi affascina di più, conosco la lingua e le tradizioni sono più simili alle nostre. Voglio intraprendere la strada del diritto, anche se ancora non so se vorrò approfondire il diritto legato più al mondo della diplomazia, quello internazionale o più vicino al marketing. Ho un lungo percorso da affrontare, deciderò strada facendo».

Tra New York e gli Emirati Arabi, l’esperienza di Maria Stella a CWMUN

«L’aspetto più emozionante di CWMUN New York è stata la sede in cui si è svolta la conferenza, il palazzo dell’ONU, ma il progetto che mi è rimasto nel cuore è stato quello negli Emirati Arabi, soprattutto per i temi che abbiamo trattato durante le giornate di lavori – il clima e il turismo ecosostenibile – che sento molto vicini».

Maria Stella Spampinato, 17 anni, è una delegata che ha partecipato ai Change the World che si sono svolti nel 2018 a New York e negli Emirati Arabi. «Essendo la prima volta che partecipavo, da New York non sapevo bene cosa aspettarmi. Ma tutti i dubbi sono stati chiariti prima ancora della partenza grazie alle lezioni che ci hanno dato a Catania, che ci hanno preparato adeguatamente su tutti gli aspetti del progetto. E ho scelto di ripartire dopo qualche mese perché trovavo interessante e stimolante il progetto negli Emirati, e così è stato. Senza precluderci, tra l’altro, un lato più ludico, quello legato al turismo, che ci ha fatto passare momenti indimenticabili insieme».

Niente viaggi, bandiere e Paesi stranieri nel futuro di Maria Stella, che da grande sogna di diventare chirurgo. «Non c’entra con questo ambito, ma queste esperienze sono state altamente formative per me e hanno arricchito tanto il mio bagaglio culturale».

È una voce fuori dal coro Maria Stella, che tra le due location sceglierebbe di trasferirsi proprio negli Emirati. «È un mondo nuovo, potremmo definirlo “la nuova America”, e mi piacerebbe vivere lì, dove ho imparato a relazionarmi con persone provenienti da una cultura totalmente differente dalla mia e a superare la paura di parlare a un vasto pubblico, specialmente in inglese».

Del progetto di New York resterà indimenticabile il momento del primo speech, mentre a Dubai la gita nel deserto, che ha permesso ai ragazzi di rapportarsi da vicino con le persone del posto. «A proposito di questo sono ancora in contatto con un ragazzo di Dubai che partecipava al progetto e che era nella mia delegazione. Una persona che mi ha fatto scoprire una cultura che mi era completamente estranea. E che non è quella islamica che ci possiamo aspettare, perché stiamo parlando di una grande città dove troviamo una mescolanza di popoli occidentali e orientali e dove forse, un giorno, ci sarò anch’io».

Manfredi, sulla strada giusta per la carriera internazionale

A 16 anni, quando frequentava il quarto anno al Galileo Galilei di Catania, ha deciso di lanciarsi in una nuova esperienza che gli avrebbe indicato – ma questo lo avrebbe scoperto solo dopo – la strada da seguire per il suo futuro: CWMUN New York. Manfredi Magnano di anni oggi ne ha 20 e continua a coltivare quella che da sempre è la sua passione: la geopolitica e lo studio approfondito delle dinamiche che regolano guerre e conflitti.

«Quando ero a scuola ho scoperto del progetto di Associazione Diplomatici tramite un mio compagno di classe che aveva partecipato quando era ancora alle medie e me ne aveva parlato bene – racconta Manfredi. Una persona molto seria, che oggi studia alla Boston University, di cui mi sono fidato ciecamente».

Prima di iscriversi a CWMUN Manfredi è entrato in contatto con l’associazione, partecipando a seminari e conferenze che lo hanno formato su geopolitica, politica internazionale e diplomazia. «Questi incontri sono stati molto stimolanti, così come la possibilità di poter andare al quartier generale delle Nazioni Unite, che ha fatto sicuramente la sua parte. E come la possibilità di ottenere una borsa di studio, che ho vinto dopo aver sostenuto il colloquio motivazionale».

«Ero motivatissimo – aggiunge – ho partecipato al Global Affairs Course e ai seminari preparatori con Lucio Caracciolo, Giuseppe Scognamiglio e Stefania Paradisi, dei veri esempi di vita per me e per i miei compagni di avventura».

Al palazzo dell’Onu Manfredi ha rappresentato il Brasile. «Ai tempi non avevo un livello alto di inglese – dice per rassicurare gli aspiranti partecipanti – ma fui molto stimolato specialmente dagli studenti esteri, che erano preparatissimi, sembravano dei veri diplomatici».

E quando è tornato in Italia, a esperienza conclusa, è rimasto molto vicino all’associazione. «Mi affascina molto questo mondo e inoltre i giornali Ispi, EastWest e Limes, che sono partner dei Diplomatici, sono in assoluto tra i miei preferiti. Ancora, a distanza di quattro anni, li leggo con molto interesse».

Manfredi consiglierebbe a tutti i giovani studenti questa esperienza, soprattutto a chi ha una passione come la sua per questo settore. «Mi ha formato tantissimo e mi ha insegnato cosa sono la geopolitica e la politica internazionale. È stata una delle mie prime vere esperienze internazionali, in cui ho avuto la possibilità di confrontarmi con altre culture. E ora sono uno studente internazionale a tutti gli effetti. Questa esperienza, infatti, mi ha spinto a entrare all’Università in Olanda, studiare relazioni internazionali e lavorare, in futuro, nel settore della sicurezza internazionale».

Diletta, il futuro sull’asse Catania-Roma-New York

Come tanti ragazzi della sua età non ha ancora le idee chiare su cosa sarà da grande. Medico come il papà o avvocato come la mamma, forse. Quel che è certo, però, è che Diletta Scalisi, diciassettenne che frequenta il quarto anno al Liceo classico Nicola Spedalieri di Catania, ha tutte le carte in regola per avere successo, qualunque sia la strada che intraprenderà.

Lo dimostra la borsa di studio messa in palio dall’Università LUISS che la ragazza ha ottenuto superando un centinaio di coetanei che hanno affrontato un test in occasione di CWMUN New York 2019, evento organizzato dall’Associazione Diplomatici di Claudio Corbino, che, come sempre, crede, punta e investe sui giovani. Così da una scuola con una grande tradizione come lo Spedalieri, Diletta si ritrova catapultata all’esperienza formativa nelle carriere internazionali dell’ONU prima e alla prestigiosa LUISS poi.

«Questo risultato è stato abbastanza inaspettato – commenta emozionata la ragazza – ho deciso di provare l’esperienza di New York innanzitutto perché ne avevo sentito parlare dai miei amici e poi perché ero attratta da un’esperienza di giurisprudenza internazionale. Anche se non so se sarà il mio futuro, perché in realtà aspirerei a diventare medico».

Sicuramente è stato un tassello importante del suo percorso di crescita, di cui è soddisfatta. «È stata un’esperienza altamente formativa e ho particolarmente apprezzato l’aria di ottimismo che si respirava all’interno del reparto FAO, dove ho lavorato, e tra i vari ragazzi di tutto il mondo che hanno aderito al progetto. Per non parlare dell’opportunità unica di entrare alle Nazioni Unite e incontrare alcuni importanti esponenti della politica e del panorama internazionale».

Ma anche i referenti della LUISS, che hanno offerto agli studenti l’opportunità di accedere a una borsa di studio per partecipare alla summer school. «Ho pensato di provarci a prescindere dalla scelta che penso di fare sul mio futuro professionale, ma mai avrei pensato di ottenere la borsa di studio, anche perché c’erano davvero tanti ragazzi a sostenere il test». Qualche giorno fa, però, le hanno comunicato l’esito positivo della prova e l’hanno invitata a Roma dal 14 al 26 luglio. Occasione che Diletta ha deciso di cogliere per addentrarsi nel mondo del marketing, della giurisprudenza internazionale, dell’economia e per confrontarsi e dialogare con altri ragazzi e docenti adeguatamente preparati, che, si augura Diletta, possano aiutarla a capire una volta per tutte cosa vuole fare. E magari anche sostenere l’esame di ammissione per l’anno 2020/2021.

«Sono convinta dell’ampio valore formativo e culturale che l’Università italiana offre, anche se oggi bisogna essere proiettati fuori dai confini nazionali e pronti a cogliere le opportunità di crescita, ovunque si presentino». Per questo non esclude esperienze all’estero per conoscere diverse realtà e aggiungere un valore al proprio bagaglio. «Sto pensando anche di iscrivermi in un’Università in Inghilterra, ma solo se non riuscirò a entrare in Italia, visto che il legame con la mia terra d’origine è forte».

Profili di carriera nell’UE

Lavorare per l’UE può significare svariate possibilità di carriera, a seconda del proprio profilo. Si può scegliere se candidarsi per un posto da amministratore o da assistente, per un lavoro a tempo determinato o indeterminato. Con un organico di 40.000 persone, le possibilità di trovare un posto sono tantissime!

Amministrazione pubblica europea – Responsabile delle politiche

Se siete laureati con un profilo generico o avete esperienza in materia di pubblica amministrazione e di politiche, la posizione di responsabile delle politiche potrebbe essere ciò che fa per voi. Un responsabile delle politiche può operare in svariati settori, dalle tecnologie dell’informazione ai diritti umani e si occupa di redigere note di analisi politica, attuare progetti e programmi di lavoro in tutta Europa, coordinare le attività tra servizi diversi e con portatori d’interesse esterni, coadiuvare da vicino i responsabili politici e gestire le risorse umane e finanziarie.

Qualifiche essenziali

E’ necessario avere una buona padronanza di almeno 2 lingue dell’UE e una laurea di primo livello per essere assunto al grado AD 5 (il grado iniziale per gli amministratori permanenti), e vari anni di esperienza professionale attinente per essere inquadrato a un livello più alto (grado AD 7).

Audit – Revisore contabile

Se avete esperienza professionale nell’ambito dell’audit e vi interessa lavorare presso l’UE come revisore contabile e aiutare l’UE a raggiungere gli obiettivi in termini di revisione finanziaria, controllo di gestione e audit interno, potete candidarvi come amministratore permanente o come agente contrattuale nel settore dell’audit. I revisori esaminano le procedure di gestione finanziaria, svolgono ispezioni, migliorano i sistemi di controllo, prestano consulenze metodologiche, formano personale non specializzato e fanno da tutor ai colleghi.

Qualifiche essenziali

Bisogna avere una buona padronanza di almeno 2 lingue dell’UE e una laurea o una qualifica professionale attinente per essere assunto al grado AD 5 (il grado iniziale per gli amministratori permanenti e vari anni di esperienza professionale per essere inquadrato a un livello più alto (grado AD 7).

Comunicazione – Assistente alla comunicazione e Responsabile alla comunicazione

Per chi ha esperienza nella comunicazione presso tutte le istituzioni dell’UE esistono numerosi ruoli da amministratore (AD) e da assistente (AST) nei quali potresti occuparti di attività connesse alla stampa e ai media, oppure di siti web e pubblicazioni. Gli assistenti alla comunicazione gestiscono i contatti con la stampa, i media e il pubblico, redigono vari documenti destinati alla pubblicazione, organizzano eventi, elaborano documenti informativi, pubblicazioni, opuscoli, prodotti audiovisivi e gestiscono le attività di comunicazione su siti web e social media. I responsabili della comunicazione si occupano di comunicazione esterna con il grande pubblico, compresi i media e i gruppi di visitatori, redigono comunicati stampa, relazioni e testi destinati a diversi mezzi di comunicazione (nella lingua in cui vengono assunti e/o in inglese/francese), gestiscono i contatti con i media, la comunicazione di informazioni su tematiche europee di attualità, il controllo e l’analisi dell’impatto mediatico e il mantenimento della presenza dell’UE su tutte le piattaforme online, comprese la preparazione e la pubblicazione di contenuti originali.

Qualifiche essenziali

Per accedere al ruolo di assistente alla comunicazione bisogna avere una buona padronanza di almeno 2 lingue dell’UE, essere in possesso di un diploma di istruzione post-secondaria in comunicazione, media, giornalismo o relazioni pubbliche e aver maturato qualche anno di esperienza professionale attinente a seconda del concorso o, in alternativa, avere un diploma di istruzione secondaria e diversi anni di esperienza professionale attinente a seconda del concorso. Per diventare responsabile della comunicazione, invece, è necessario avere una buona padronanza di almeno 2 lingue dell’UE e una laurea in una disciplina pertinente (verificate i requisiti specifici nel bando di concorso) per essere assunto al grado AD 5 (il grado iniziale per gli amministratori permanenti) e vari anni di esperienza professionale pertinente per essere inquadrato a un livello più alto (grado AD 7).

Diritto – Avvocato e Giurista linguista

La domanda di giuristi qualificati in grado di lavorare presso le istituzioni dell’UE è alta. La maggior parte dei ruoli giuridici è coinvolto nell’elaborazione della legislazione dell’UE, ma se avete eccellenti competenze linguistiche potreste anche candidarvi per diventare giurista linguista. Il primo si occupa di redigere documenti politici, collaborare con le autorità nazionali degli Stati membri per migliorare la legislazione nazionale, condurre ricerche e analisi approfondite, fornire consulenza giuridica all’alta dirigenza, mentre il secondo assicura l’equivalenza delle diverse versioni linguistiche di tutti i nuovi atti normativi europei.

Qualifiche essenziali

Per essere assunti come avvocati bisogna avere una buona padronanza di almeno 2 lingue dell’UE e una laurea in giurisprudenza per accedere al grado AD 5 (il grado iniziale per gli amministratori permanenti), e vari anni di esperienza professionale attinente per essere inquadrato a un livello più alto (grado AD 7). Per il ruolo di giurista linguista, invece, è fondamentale dimostrare la perfetta padronanza di una lingua dell’UE e un’ottima conoscenza di almeno altre due lingue ed essere in possesso di una laurea in giurisprudenza. La previa esperienza nella traduzione di testi giuridici e la conoscenza di altre lingue possono costituire titolo preferenziale.

Economista – Statistico

Se avete un profilo economico, matematico o statistico e vi interessa impegnarvi per garantire una concorrenza leale e un miglior tenore di vita in Europa, potreste intraprendere una carriera nell’UE come economista o statistico. Se sarete assunti come economista presso l’UE, lavorerete a stretto contatto con alti responsabili politici per realizzare analisi economiche e statistiche ed elaborare nuove strategie in settori quali i mercati e gli enti finanziari, l’integrazione e lo sviluppo economici, il commercio paneuropeo, le finanze pubbliche, le riforme strutturali e la moneta unica. Gli esperti statistici dell’UE, invece, danno un contributo essenziale al processo decisionale e alle future politiche dell’Unione. Il loro lavoro, incentrato su dati economici, finanziari, sociali, agricoli o ambientali, può comportare l’elaborazione e attuazione di programmi statistici, la definizione di metodologie, l’applicazione di modelli matematici, lo svolgimento di analisi quantitative e qualitative, l’interpretazione e la diffusione di dati.

Qualifiche essenziali

Per diventare economista bisogna avere una buona padronanza di almeno 2 lingue dell’UE e una laurea in economia per essere assunto al grado AD 5 (il grado iniziale per gli amministratori permanenti), e vari anni di esperienza professionale attinente per essere inquadrato a un livello più alto (grado AD 7). Per diventare statistico è necessario avere una buona padronanza di almeno 2 lingue dell’UE. 

Per la carriera di amministratore bisogna essere in possesso di una laurea in scienze statistiche, economia, matematica o una disciplina affine per essere assunto al grado AD 5 (il grado iniziale per gli amministratori permanenti), e aver maturato vari anni di esperienza professionale attinente per essere inquadrato a un livello più alto (grado AD 7). Per la carriera di assistente essere in possesso di un titolo di istruzione post-secondaria in una disciplina attinente e di alcuni anni di esperienza professionale a seconda del concorso, oppure di un diploma di insegnamento secondario e di vari anni di esperienza professionale a seconda del concorso.

Finanza – Analista finanziario e Assistente finanziario

Gli analisti finanziari dell’UE lavorano su strutture finanziarie molto complesse e assistono da vicino i responsabili politici di alto livello tramite la definizione di procedure finanziarie e di bilancio, l’elaborazione di relazioni e conti annuali, l’assistenza negli audit e nelle ispezioni, la gestione del rischio organizzativo e la supervisione e il tutoraggio a colleghi. Le funzioni degli assistenti contabili e di gestione finanziaria includono l’uso di strumenti informatici specifici (quali il sistema integrato di contabilità) per coadiuvare l’applicazione dei sistemi contabili e finanziari, la tenuta di una contabilità finanziaria e/o di bilancio, la concezione, elaborazione e attuazione delle procedure del regolamento finanziario, l’elaborazione di previsioni di bilancio e di relazioni/conti annuali, la presentazione dei rendiconti finanziari, la programmazione e gestione delle procedure di appalto pubblico, la gestione finanziaria e operativa di contratti o sovvenzioni, la partecipazione alla gestione della liquidità e/o alla riconciliazione bancaria, il controllo delle procedure finanziarie e di bilancio, la supervisione dei metodi contabili e la gestione finanziaria delle entrate.

Qualifiche essenziali

Per diventare analista finanziario bisogna avere una buona padronanza di almeno 2 lingue dell’UE e una laurea in una disciplina attinente per essere assunto al grado AD 5 (il grado iniziale per gli amministratori permanenti), e vari anni di esperienza professionale attinente per essere inquadrato a un livello più alto (grado AD 7), mentre per accedere al ruolo di assistente finanziario avere una buona padronanza di almeno 2 lingue dell’UE, essere in possesso di un diploma di istruzione post-secondaria nell’ambito della finanza o della contabilità e aver maturato almeno qualche anno di esperienza professionale in materia a seconda del concorso o, in alternativa, avere un diploma di istruzione secondaria e vari anni di vari anni di esperienza professionale nella finanza o nella contabilità a seconda del concorso.

Altre mansioni

E’ possibile lavorare nell’Unione Europea anche come traduttore, interprete, correttore di bozze, revisore linguistico nel campo delle Lingue, assistente alle risorse umane e segretario/assistente amministrativo come Personale di supporto, responsabile delle relazioni esterne o amministratore IT. Scoprite tutti i profili sul sito ufficiale!