Istruzioni, link e contatti per giovani che vogliono lavorare all’estero (e un bando per l’Onu)

Il Sole 24 Ore

Di Barbara Ganz – 27 ottobre 2016

img-20161027-wa0007A Verona è in corso Univerò, il festival del placement organizzato da università ed Esu di Verona per orientare laureandi e neolaureati nella scelta del loro percorso professionale al termine degli studi. Una delle sessioni è stata dedicata a chi desidera fare un’esperienza di lavoro, più o meno duratura, all’estero (secondo molti autori, anche solo uno stage nel curruculum aumenta del 90% le possibilità di trovare poi un impiego).

Fra i relatori Stefania Paradisi, dell’Associazione Diplomatici, che ha dato dei consigli molto pratici.

Di che cosa si occupa l’associazione?

L’Associazione Diplomatici è un ente di formazione no-profit che dall’aprile 2016 è stato ammesso in Ecosoc (Consiglio Economico e Sociale delle Nazioni Unite) in qualità di ONG con status speciale consultivo. Offre ai giovani universitari e delle scuole superiori una formazione complementare a quella che si svolge nelle aule, e cioè attraverso il “learning by doing”: i giovani svolgono simulazioni dei lavori delle Nazioni Unite (CWMUN) e della Commissione europea (CWMEU) in qualità di ambasciatori dei vari Paesi del mondo. Grazie a questa attività di “role-play”, sviluppano tutta una serie di competenze che sono ormai imprescindibili nel mondo del lavoro, quali ad esempio lavorare in team, parlare in pubblico, sapersi relazionare in un ambiente multiculturale, e altro ancora. Il CWMUN a New York (marzo 2017) è una delle esperienze più formative ed entusiasmanti che i giovani possano fare, sia perché si svolge interamente all’interno del Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite sia perché vede più di 1.700 giovani da tutti i Paesi del mondo lavorare insieme per risolvere le sfide contemporanee. Inoltre, è un ottimo strumento di orientamento alle carriere internazionali.

È possibile per un giovane italiano lavorare in organizzazioni internazionali? Come muoversi?

Il mondo delle organizzazioni internazionali è aperto a tutti i giovani, a prescindere dalla laurea conseguita, proprio perché per loro natura rispondono alle sfide globali contemporanee: si va dalla crisi dei rifugiati e migranti al cambiamento climatico, dalla cooperazione allo sviluppo alla protezione della salute, etc
Consiglierei quindi di visitare i siti delle organizzazioni e iniziare a familiarizzare con le offerte di lavoro e i vari requisiti indicati. A seconda del percorso di studi intrapreso si può concentrare la propria attenzione su alcune organizzazioni piuttosto che ad altre: ad esempio, se fossi interessato alla questione dei migranti, prenderei informazioni utili dal sito dell’Iom, cosi come l’Osce per i diritti umani in Europa, etc. Le organizzazioni che operano a livello internazionale, però, non sono solo le grandi organizzazioni governative ma anche le Ong. Consiglierei senz’altro di valutare organizzazioni quali Oxfam Italia o Progetto Mondo MLAL, che ha sede nel territorio veneto, per capire in quali contesti operano e quali attività fanno in concreto.

Quali requisiti servono?

I requisiti fondamentali, oltre alla laurea, sono la conoscenza delle lingue quale strumento di lavoro, la disponibilità a vivere lunghi periodi della propria vita lontani dal proprio paese, la capacità di rapportarsi con persone provenienti da Paesi diversi dal proprio e a lavorare in ambienti multiculturali. Per poter capire se è veramente questa la strada che si desidera percorrere, è molto utile fare esperienze all’estero durante gli anni universitari, mettendosi quindi alla prova. Le possibilità sono molteplici e possono riguardare periodi di studio all’estero (es. Erasmus +), periodi di volontariato con ong in paesi in via di sviluppo ma anche svolgendo simulazioni del lavoro di grandi organizzazioni internazionali.

Quali sono i profili più richiesti?

Molti sono i profili richiesti: dal project manager all’amministratore, dal logista al fundraiser, dall’esperto in diritti umani o emergenze umanitarie, all’agronomo etc. Generalmente si accede alle organizzazioni internazionali attraverso “vacancies”, le offerte di lavoro che vengono pubblicate sui loro siti e che richiedono un’esperienza di lavoro pregressa (da qui l’importanza di iniziare a fare esperienza fin dai tempi dell’università, costruendo un curriculum quanto più possibile coerente con l’attività che si desidera fare), oppure attraverso bandi di concorso (es. Onu). Esistono anche programmi pensati ad hoc per i giovani che si affacciano al mondo internazionale e che mirano a facilitarne l’ingresso; fra gli altri, i Fellowship e JPO programme delle Nazioni Unite e dell’Osce. Ne approfitto per segnalare che è aperto ora il bando per fare domanda per il Junior Professional Officer (JPO) delle Nazioni Unite, con scadenza il 6 dicembre; questo programma è offerto ai giovani da Undesa (Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite, Ufficio di Roma) e dal Governo italiano, che lo sponsorizza. Lo scopo di questi programmi è proprio favorire l’ingresso dei giovani nel mondo delle organizzazioni internazionali, offrendo un’esperienza professionale di due anni all’estero, spesso in Paesi in via di sviluppo, e in contesti estremamente stimolanti e di alto livello professionale.

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Dalla Fao di Roma al Palazzo dell’Onu di New York. La sfida di 1500 studenti aspiranti ambasciatori

Si 24

Sono oltre 1500 e provengono da 25 nazioni, i giovani aspiranti ambasciatori che partecipano all’edizione 2014 di “Change the world Model Un”, la simulazione di processi diplomatici riservata agli studenti delle scuole e delle università che abbraccia direttamente due continenti: l’Europa e gli Stati Uniti.
Intanto, è in corso a Roma, nella sede generale della Fao, l’edizione italiana dell’evento, mentre a partire da giovedì prossimo il gruppo si trasferirà a New York, al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, dove in grande gioco formativo gli studenti si sfideranno (rappresentando le varie nazioni del pianeta) sul rapporto intercorrente tra i diritti umani e le infrastrutture tecnologiche.
Change The world Model United Nation debutta nel 2012 e l’edizione 2014 vanta l’alto patrocinio del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana, inoltre in occasione del ‘model’ in programma alla Fao di Roma sarà diffuso un messaggio di benvenuto del presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini.
Proprio nella sede generale della Fao sono previsti gli interventi, tra gli altri, degli ambasciatori Giulio Terzi di Sant’Agata e Guido Lenzi, del docente dell’Università europea di Roma Aniello Merone, del presidente di RaiNet, Carmen Lasorella, di Marcela Villarreal, direttore dell’ufficio sviluppo e partnership della Fao e di Brian Thompson, coordinatore della Seconda conferenza internazionale sulla Nutrizione della Fao.
Oltre al presidente di Diplomatici, Claudio Corbino, in occasione della cerimonia inaugurale in programma venerdì 21 marzo nella sala dell’assemblea generale del Palazzo di Vetro dell’Onu sono previsti gli interventi dell’ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Sebastiano Cardi, di Letizia Moratti, co-fondatrice della Fondazione San Patrignano, del politologo e direttore di Limes, Lucio Caracciolo, del presidente dell’ International Board di Diplomatici, Salvatore Carubba, di Amy Ruggiero, Co-Founder & Managing Director, ed Ahmad Alhendawi della segreteria generale delle Nazioni Unite.
Nata a Catania nel 2000, oggi Diplomatici è presente su tutto il territorio nazionale con sedi operative a Milano,Roma,Catania,Palermo, Napoli, e New York. E’ stata tra la prima associazione a prendere parte alle simulazioni organizzate dall’Onu a nel Palazzo di Vetro e fra le più attive ad avviare anche in Italia il sistema del learn by doing che permette agli studenti di apprendere ricostruendo il funzionamento di importanti enti internazionali.

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