Il Prof. Germano De Marzo, dall’Istituto Marcelline di Lecce alle Nazioni Unite di New York

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Ha abbandonato il suo percorso di ricercatore all’Università per dedicarsi alla didattica. Il Prof. Germano De Marzo, è ormai l’insegnante di storia e filosofia presso l’Istituto Marcelline di Lecce da due anni. Insegna alle classi dell’ultimo anno del liceo classico, scientifico e linguistico e ad alcune classi del terzo anno.

Com’è il passaggio dall’università alla scuola?

Le giovani generazioni ti tengono giovane! Sono due mondi molto diversi, con i ragazzi del liceo devi instaurare un rapporto, vanno guidati e consigliati. L’insegnamento è un ruolo molto importante nella formazione di un giovane ragazzo.

Lei conosce i progetti di Diplomatici?

Io sono referente interno all’Istituto per quanto riguarda l’Alternanza Scuola-Lavoro. Attualmente abbiamo molte classi che fanno l’alternanza con i progetti organizzati da Associazione Diplomatici e gli studenti ne sono sempre entusiasti.

A quali eventi partecipa l’Istituto?

L’ultimo a cui hanno partecipato è il Change the World di New York, sono partiti 11 studenti. La prossima settimana una decina di ragazzi del terzo scientifico saranno a Roma per Democracy, la simulazione del Parlamento Italiano, e quest’anno per la prima volta, a maggio, alcuni studenti parteciperanno al Model Europe a Bruxelles. A novembre invece è la volta di Abu Dhabi e Dubai.

Lei ha mai partecipato ad un progetto di Diplomatici accompagnando i ragazzi?

Quest’anno per la prima volta sono stato a New York, una bellissima avventura sia per me che per i ragazzi. La simulazione alle Nazioni Unite è un’esperienza che rientra appieno nelle linee guida del nostro Istituto. Può sembrare banale ma gli studenti hanno avuto modo di confrontarsi con moltissimi altri studenti provenienti da tutto il mondo. “Hanno sperimentato il diverso” e questa cosa non ha prezzo.

Cosa l’ha colpita di più della simulazione?

Da insegnante di storia posso dire che la cosa più importante che hanno fatto durante la simulazione è stata quella di mettersi letteralmente nei panni di un altro Stato, in tutto e per tutto. Mi spiego, i ragazzi hanno dovuto rappresentare un paese che non è il loro. Prima della partenza hanno dovuto studiare molto e conoscere gli usi, i costumi, l’economia e la politica del Paese che avrebbero rappresentato alle Nazioni Unite, come dei veri delegates. Lo trovo un mondo molto interessante, stimolante ma soprattutto divertente di aprire i loro orizzonti al mondo.

Dunque per partecipare ai progetti di Diplomatici ci vuole non solo tanta curiosità ma anche grande motivazione e voglia di imparare.

I nostri ragazzi oggi vengono bombardati di informazioni ma non sono più incuriositi da nulla, danno per scontata l’informazione. Ai nostri ragazzi, la televisione e il web non offrono risposte concrete alle loro domande ma propinano delle risposte a cui devono adeguare il loro bisogno di verità. Sperimentare con mano esperienze come questa è sicuramente un banco di prova importantissimo per loro.

Secondo lei, qual è l’impatto che le simulazioni hanno sugli studenti?

La settimana scorsa, insieme ad un professore universitario ed una funzionaria dell’Unione Europea, ho tenuto una conferenza, presso il nostro Istituto, per sollecitare la curiosità degli studenti rispetto alle problematiche dell’Unione Europea in vista delle elezioni di maggio. Devo dire che i ragazzi che sono partiti, rispetto a quelli che sono rimasti in Italia, sono stati molto attenti, evidentemente la simulazione che hanno fatto a New York li ha avvicinati alle problematiche dell’Unione Europea e mondiali, li ha resi più curiosi.

Perché la sua materia è utile per gli studenti?

La storia è fondamentale perché è la materia più vicina a quelli che possono essere i temi trattati durante la simulazione, basti pensare che il topic di New York di quest’anno erano i 30 anni dalla caduta del muro di Berlino mentre la filosofia apre la mente. 

E sull’Alternanza Scuola-Lavoro cosa ci dice?

L’Associazione Diplomatici nei suoi progetti riesce a coniugare contemporaneamente due cose: l’alternanza, che è obbligatoria, con la cittadinanza che è un altro aspetto fondamentale nella nostra scuola. Secondo noi questi progetti sono un valore aggiunto al percorso formativo e didattico che la nostra scuola offre agli studenti.

In questi due anni di collaborazione che idea si è fatto di Associazione Diplomatici?

L’Associazione è molto credibile. Molti dei progetti di alternanza scuola-lavoro sono solo dei momenti di “posteggio” per gli studenti, non viene presa seriamente né dalle scuole e tantomeno dai ragazzi. Diplomatici invece dona concretezza a questo progetto.

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