«Io, ambasciatore dell’Arabia Saudita a 17 anni»

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Nel 2017 ha partecipato a CWMUN New York, nel 2018 è volato negli Emirati Arabi per CWMUN Emirates, e oggi vuole condividere la sua esperienza con i coetanei in cerca della strada giusta da seguire per il proprio futuro. Salvatore Nicolosi, 17 anni, frequenta l’ultimo anno al liceo scientifico Concetto Marchesi di Mascalucia e parla del Change the World come di «un’esperienza altamente formativa».

«Quella negli Emirati Arabi lo è stata probabilmente anche più di quella negli Stati Uniti – chiarisce – perché ero già preparato e ho avuto modo di prendere parte più attivamente alle conferenze». Che si sono svolte durante i primi tre giorni negli Emirati nella New York University Campus ad Abu Dhabi.

«Rappresentavo l’Arabia Saudita, che in quel contesto era molto importante, tutti conoscevano il mio Paese e mi cercavano per le coalizioni. In questo senso sono stati fondamentali i corsi che ho frequentato prima della partenza, dove si affrontano gli argomenti che poi vengono trattati negli Emirati». Il tema principale era Climate Change, che i ragazzi hanno approfondito anche cercando notizie online. «Ci sono stati numerosi dibattiti e anche qualche scontro fra delegati, ma fa parte del gioco della simulazione. Durante le conferenze abbiamo conosciuto anche tanti nostri coetanei che vivono lì e con alcuni siamo ancora in contatto, tant’è che ho amici dell’Asia, della Cina e dell’America e magari andrò anche a trovarli».

Studenti con cui Salvo ha condiviso anche il tour turistico, prima di Abu Dhabi, dove il gruppo ha visitato la moschea e i grattacieli, poi di Dubai dove sono giunti percorrendo la famosa strada in mezzo al deserto. «Abbiamo visto il grattacielo più alto del mondo, la spiaggia di Palm Island dove sorge il lussuoso hotel a forma di vela, il mercato, il Dubai Mall, l’acquario, la piazza con le fontane d’acqua. Il mio momento preferito, però, è stato quello della cena nel deserto, che abbiamo raggiunto con delle auto speciali facendo quello che loro chiamano surf nel deserto, per ammirare il tramonto e assaggiare i piatti tipici».

È stato emozionante per Salvo e i giovani colleghi toccare la sabbia del deserto, correre in mezzo al nulla, vedere da vicino i cammelli e incontrare le persone del posto, che hanno tatuato i ragazzi con l’henné e hanno fatto assaggiare loro la carne, il pollo, le spezie e anche una sorta di raviolo all’italiana.

«Quando stai per entrare nel deserto vedi ancora i grattacieli che si affacciano, ma più ti addentri e più ti ritrovi solo, attorniato solo dal rosso del sole che si riflette nelle dune. Sei nella linea di confine tra il nuovo e il nulla, tra la tradizione e la modernità».

L’atmosfera che si respira negli Emirati, dice Salvo, è assolutamente diversa da quella a cui siamo abituati. «Non è come si pensa, che i Paesi Arabi essendo conservatori hanno una mentalità molto chiusa, anzi. In giro ci sono molti turisti e la popolazione è multinazionale, lì lavorano americani, cinesi e persone da tutto il mondo. Prima di partire immaginavo un popolo che vestiva allo stesso modo con abiti scuri e lunghi, invece la gente è molto varia. Gli uomini vestono di bianco, alcuni in determinate ore del giorno si rivolgono verso la mecca per pregare, mentre altri continuano a svolgere le loro mansioni. La gente è diversa, le culture sono diverse. Certo, sicuramente la religione è più sentita che da noi, per entrare in moschea c’erano regole molto rigide: niente foto, niente scarpe, niente urla e schiamazzi. Anche le foto fuori puoi farle accennando un sorriso, senza alzare le mani».

Se la consiglierebbe? Non ha dubbi Salvo, anzi, la rifarebbe immediatamente. «Per entrare in Associazione Diplomatici e vivere al meglio le proprie esperienze di vita, Emirates e New York sono progetti da fare». Se dovesse scegliere in quale dei due posti vivere, però, Salvo non esiterebbe a scegliere New York. «Amo New York e la sua modernità, anche se in ambito lavorativo entrambe offrono le stesse opportunità. Perché il lavoro c’è, ci sono grandi aziende che assumono e se hai le competenze e la voglia puoi trovare la tua strada».

La sua, presumibilmente, sarà in campo economico. «L’anno prossimo mi iscriverò in Economia a Milano, poi sicuramente andrò fuori». E torna sempre l’idea dell’America, di cui ama la gente e la frenesia. «Tutti corrono e non sai perché, ma ti viene la voglia di correre con loro ed essere assorbito dal flusso».

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