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Imparare a mediare e coltivare rapporti di amicizia: cos’è Democracy per Michele Gioculano

«Sono sempre stato appassionato di politica, ma sia per mia inclinazione personale che per i miei studi mi sono sempre concentrato sulla politica estera. Mentre credo sia molto importante valutare anche il processo decisionale “interno”, fondamentale per le scelte internazionali».

Da questo ragionamento è nata la scelta del ventiquattrenne Michele Gioculano, laureato in Relazioni internazionali, di partecipare al progetto di Associazione Diplomatici Change the World for Democracy.

«Senza dubbio una cosa che mi ha fatto crescere molto, e che non pensavo fosse possibile in una edizione online, è il legame che si è creato sin da subito con i componenti del mio gruppo – dice Michele. Il lavoro è stato estenuante ma coinvolgente. Non sono mancate le occasioni di confronto, opinioni divergenti, ma anche quelle di conoscenza personale, anche se a distanza. Sono nate delle amicizie che, secondo me, continueranno sia dentro che fuori Democracy. E credo sia uno degli aspetti più importanti».

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Anche in vista di diventare un diplomatico, sogno nel cassetto di Michele, che sta frequentando un master per la preparazione alla carriera diplomatica a Roma. «È una carriera che comporta responsabilità ma che dà anche molte soddisfazioni ed è fondamentale imparare a mediare e a trovare un giusto compromesso. E questa è stata l’occasione per mettermi in gioco e sperimentare queste qualità».

È proprio l’aspetto della mediazione la skill principale che Michele ha portato a casa dall’esperienza con Democracy. «Trovare il giusto compromesso tra opinioni diverse, che sarà anche alla base della mia futura carriera, è stato uno degli aspetti più importanti. Per il resto, spero di ricontrare, in futuro, i ragazzi con cui ho condiviso questa esperienza. Che potrebbero essere colleghi in una futura edizione di Democracy o, chissà, nel mondo del lavoro».

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Due esperienze a Democracy e il sogno del futuro nella diplomazia: Nicola Zanini racconta la sua avventura

Tra i più “giovani” partecipanti del Change the World for Democracy c’è Nicola Zanini, 18 anni, all’ultimo anno del Liceo linguistico e futuro studente di Scienze Politiche a Pisa, dove abita.

Nicola ha trovato il progetto per caso e ha pensato subito che potesse fare al caso suo.

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«Stavo navigando sul sito di Associazione Diplomatici perché voglio partecipare a CWMUN New York e ho visto che c’era anche questa possibilità. Mi sono detto “Perché no” e mi sono iscritto».

«L’ho fatto due volte – aggiunge – mi piace il fatto che dà la possibilità di parlare, di discutere con persone appassionate degli argomenti di cui si parla e della mia stessa età, più o meno. E apprezzo il fatto che dopo la simulazione si mantiene un certo livello di amichevolezza».

«Il mio futuro? Sarà nell’ambito della diplomazia e questa simulazione mi ha aiutato con le mie capacità di public speaking e nel rapportarmi agli altri».

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Fulvia Romanino: «Democracy è stato più coinvolgente di quanto mi aspettassi»

Fulvia Romanino ha 21 anni e studia Scienze del Servizio sociale all’Università di Pisa. Per lei Change the World for Democracy è stata un’opportunità per mettersi alla prova in un progetto che avesse a che fare con la politica.

«In magistrale vorrei iscrivermi a una Facoltà più vicina a Scienze Politiche e Relazioni internazionali – racconta Fulvia – quindi mi serviva un’esperienza in ambito sociale e/ politico. E quando ho visto il progetto di Associazione Diplomatici ho capito che era fatto apposta per questo momento della mia vita».

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«È stato anche più coinvolgente di quello che mi aspettavo. Pensavo fosse più tecnico, che ci fosse meno partecipazione. Invece abbiamo fatto tantissime attività e mi sono trovata a ricoprire un ruolo che non mi aspettavo. Insomma, è stato più impegnativo del previsto», dice ridendo Fulvia, che l’aspetto del progetto che porterà nel cuore è l’affiatamento con i colleghi.

«Abbiamo dovuto preparare dei programmi di governo in gruppo e ho avuto modo di conoscere ragazzi di tutta Italia con cui ho affrontato tematiche molto care a tutti noi. Io, per esempio, con il mio gruppo mi sono occupata della giustizia e ho portato argomenti che avevo studiato all’Università per alcuni esami. Ed è stato bello poter applicare nel concreto le conoscenze che abbiamo acquisito nel corso di studi».

Progetti per il futuro?

«Per ora il progetto è quello di laurearmi per poter fare il concorso per la carriera diplomatica. O, comunque, mi piacerebbe andare all’estero».

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Il sogno di diventare diplomatico e l’esperienza di Democracy per Lorenzo Caruti

Non parla di sogni, ma di obiettivi. Concretezza è la parola che sta alla base dei discorsi di Lorenzo Caruti, 19 anni, studente in Scienze politiche e Relazioni internazionali, Diritti umani all’Università di Padova.

Quando ha scelto di partecipare al Change the World for Democracy Lorenzo lo ha fatto con uno sguardo rivolto verso il futuro.

«Non ho guardato solo alla simulazione del Parlamento italiano – dice – ma ho iniziato da questo con un’ottica futura, pensando di partecipare anche alla simulazione alle Nazioni Unite con Change the World New York. Questo perché ho deciso di perseguire il mio obiettivo, che è entrare nel mondo diplomatico e intraprendere questa carriera. E credo che una simulazione di questo livello sia una buona preparazione per capire come potrebbe essere il mio futuro».

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Cosa ha imparato dall’esperienza di Democracy?

«La cosa principale che mi ha fatto crescere di più, a parte la collaborazione e la condivisione delle idee, è stato il confronto con chi aveva idee opposte alle mie. E il dibattito che si andava a creare su molti dei temi affrontati, mi ha dato uno stimolo in più e mi ha insegnato tanto. Perché eravamo tutti consapevoli del fatto che non ci potessimo trovare d’accordo su tutto. Ma proprio il confronto duro, che è venuto fuori a volte, mi ha aiutato a ricercare con più profondità le mie motivazioni. È stato molto utile».

La passione per la politica e per la geopolitica Lorenzo le coltiva dai primi anni di liceo, dai dibattiti stimolanti con i genitori e dalle notizie che leggeva sui giornali e sui social. «Ho anche una grande passione per la politica italiana e il mio obiettivo è quello di rendermi utile. Mi sento tagliato per il mestiere di diplomatico, che è senz’altro un lavoro impegnativo con onori e oneri.

Credo che rappresentare il mio Paese sia qualcosa di cui andare fieri e orgogliosi e che ai fini di un futuro migliore, perché la mia idea di politica è legata al miglioramento delle situazioni attuali, credo non ci sia nulla di più influente degli accordi internazionali per la stabilità e la cooperazione. Fare il diplomatico, inoltre, ti dà la possibilità di muoverti in tantissimi ambienti e conoscere diverse culture».

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Stefano Pezzolla e il “suo” terzo Democracy: «È l’esperienza più bella che si possa fare»

«È la terza volta che partecipo al Change the World for Democracy e questo dice già tanto su quello che rappresenta per me questo progetto». Per il 21enne di Monopoli Stefano Pezzolla Democracy è «indimenticabile da tutti i punti di vista, soprattutto per quanto riguarda il confronto culturale e generazionale che si viene a creare fra i ragazzi che dibattono di politica».

«Sono ragazzi e ragazze che vengono da città, regioni, contesti, formazione e interessi politici diversi – dice Stefano – ed è un incontro che ti restituisce tantissimo alla fine dell’esperienza».

Stefano studia Giurisprudenza all’Università di Bari ed è politicamente impegnato. Fa anche parte dell’associazionismo universitario della sua Facoltà e la sua terza edizione di Democracy gli ha regalato tante soddisfazioni.

«Sono stato eletto presidente del Senato e mi è stato affidato il mandato esplorativo. Ho avuto modo di condurre le consultazioni e comunicare l’esito positivo. Ancora più da vicino, quindi, ho avuto modo di rappresentare l’assemblea. E sono stato nominato senatore a vita».

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Fondamentale, per Stefano, il confronto con gli altri partecipanti. «Ho avuto modo di ascoltare i colleghi che studiano Relazioni internazionali sulla politica estera, sulla quale non ho mai avuto l’opportunità di approfondire. Per questo penso che Democracy sia l’esperienza più bella che si possa fare».

Oltre a mettersi nei panni dei parlamentari, che ovviamente ha il suo fascino per tutti i ragazzi. «Ho una grande passione per il Diritto costituzionale e per il Diritto parlamentare e mi piacerebbe specializzarmi in questi ambiti, anche solo dal punto di vista giuridico. Poi vedremo cosa mi riserverà il futuro. Sono in politica in prima linea e sicuramente potrebbe essere una strada aperta».

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Livia Perrulli, 19 anni: «Democracy è stata un’occasione per sperimentare le mie capacità e comprendere la realtà politica italiana»

Livia Perrulli ha 19 anni e frequenta l’Università di Trento, dove studia Politica e Organizzazioni Internazionali alla Facoltà di Studi Internazionali. Un corso di studi in linea con il progetto Change the World for Democracy, che per Livia ha rappresentato l’occasione per capire se quello che fa e che studia può essere effettivamente il suo sbocco lavorativo domani.

«Non avendo mai avuto esperienze di associazionismo in partiti o gruppi giovanili l’ho vista come un’occasione per sperimentare sia le mie capacità, sia le competenze che ho acquisito nei pochi mesi di Università», racconta Livia.

Il risultato è stato avere un’idea più chiara sulla realtà politica italiana. «Si capisce molto bene quello che vediamo in tv, ma che in realtà non comprendiamo mai appieno. È poca la percentuale della popolazione italiana che capisce realmente le dinamiche parlamentari. E Democracy mi ha aiutato molto a capire quello che succede e a sapermi orientare, saper prendere una posizione qualora dovesse essere necessario».

Questa esperienza ha dato la possibilità a Livia di crescere tanto. «In soli quattro giorni ho sperimentato tanto e la cosa che mi fa più piacere è che ho costruito dei rapporti che durano ancora oggi. Ho conosciuto persone con cui ho lavorato e ho scambiato opinioni».

E oggi, Livia, non esclude di poter lavorare in ambito politico. Le auguriamo un grande in bocca al lupo per il suo futuro!

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Associazione Diplomatici presenta EMSE – Global Market & Geopolitics Lab Il nuovo progetto formativo analizza le interconnessioni tra geopolitica e mercati finanziari Tra i partner strategici eToro e Kairos

Perché se si verifica un evento in una parte del mondo la borsa oscilla? Perché la scoperta di un farmaco incide sull’andamento finanziario mondiale? Quali fatti vengono determinati dalla borsa e quali, la borsa, determina?

Risponderà a queste e ad altre domande il nuovo progetto di Associazione Diplomatici EMSE (Educational Model Stock Exchange) – Global Market & Geopolitics Lab, che partirà a fine maggio coinvolgendo studenti delle scuole superiori e universitari interessati allo studio delle interconnessioni tra gli accadimenti geopolitici e l’andamento dei mercati finanziari.

Due i partner strategici, di eccellenza assoluta, coinvolti da Associazione Diplomatici nel nuovo progetto: da una parte la piattaforma di social trading eToro, che mette a disposizione la piattaforma sulla quale si simulerà lo stock exchange, dall’altra Kairos (a Julius Baer Group company), una delle più importanti società finanziarie al mondo che fornisce i contenuti su cui i partecipanti si confronteranno.

«EMSE è un progetto a cui tengo moltissimo – commenta Claudio Corbino, presidente di Associazione Diplomatici. Pur spostandoci sul piano dell’economia e della finanza, rimane fermo il nostro scopo educativo, volto a fornire strumenti di interpretazione del mondo e della realtà».

Il solco che Associazione Diplomatici continua ad arare, dunque, è sempre quello della formazione. Una formazione che cercherà di dimostrare perché un fatto geopolitico particolarmente rilevante conduce immediate conseguenze sui mercati. E viceversa.

«È un progetto su cui lavoriamo da tanti anni e che quest’anno, finalmente, vede la luce. Il suo tratto rivoluzionario – aggiunge Corbino – sta nella sua dimensione virtuale, che è quella naturale del progetto. Nasce e si configura come un progetto virtual, che non si potrà mai svolgere di presenza. Perché l’esercizio sulla piattaforma, che è parte centrale di tutta la progettualità, non può che svolgersi online. E questo lo differenzia da tutti gli altri progetti che, a causa della pandemia, abbiamo convertito, almeno in parte, in simulazioni virtuali».

Virtual non per necessità ma per natura, EMSE è senza dubbio un’innovazione unica al mondo, che fa della dimensione virtuale un fatto ontologico, centrale e insuperabile del progetto, che vedrà giovani di tutto il mondo gestire un portfolio di azioni dal determinato valore economico che dovranno investire in borsa.

La squadra che incrementerà maggiormente il proprio portfolio durante la durata del progetto vincerà. «Anche in questo EMSE si differenzia molto dai nostri progetti – chiarisce Claudio Corbino – perché la valutazione non è soggettiva. Non valuteremo solo, ma anche, chi sarà stato più bravo, chi avrà capito meglio lo spirito del gioco e chi avrà interagito in maniera più efficiente. Ma, a un certo punto, la valutazione sarà squisitamente oggettiva. Saranno i numeri a parlare».

«Data la sua portata innovativa e la sua natura legata al web, considero EMSE il progetto più importante dell’Associazione –sottolinea Corbino – al pari del Change the World, il meeting internazionale di studenti che si svolge alle Nazioni Unite che ha ad oggetto la simulazione del meccanismo di funzionamento degli organi delle Nazioni Unite e che negli anni ha visto prestigiosi ospiti come l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, il campione del mondo Marco Tardelli e il cantautore Francesco De Gregori».

«Ci stiamo muovendo in un nuovo campo di applicazione del concetto di simulazione – conclude il Presidente – che spero possa coinvolgere un nuovo target di studenti brillanti e con la voglia di imparare e accrescere il proprio bagaglio di conoscenze. Pronti per diventare la futura classe dirigente, preparata e con una marcia in più».

Per iscriversi: https://www.diplomatici.it/emse_registration

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Grande successo per la conferenza organizzata da Associazione Diplomatici con illustri ospiti: 300 studenti collegati per comprendere come cambiare le sorti del nostro Paese

Cercare di capire cosa è successo nel nostro Paese negli ultimi decenni e cercare di capire, soprattutto, cosa può succedere nei prossimi decenni. Hanno cercato di dare delle risposte, ripercorrendo i principali fatti della storia moderna italiana, i relatori intervenuti alla conferenza online organizzata da Associazione Diplomatici dal titolo “Governare l’Italia, da Cavour a De Gasperi a Conte, oggi”.

A cominciare da Vincenzo Scotti e Sergio Zoppi, co-autori del libro “Governare l’Italia. Da Cavour a De Gasperi a Conte oggi. A settant’anni dalla nascita della Cassa per il Mezzogiorno”, accompagnati da Giuseppe Ayala, magistrato italiano e già Sottosegretario di Stato, Salvatore Carrubba, già Direttore del Sole 24Ore, e Claudio Corbino, Presidente di Associazione Diplomatici.

Il focus sui giovani, sempre

A fare gli onori di casa il presidente Claudio Corbino, che ha offerto diversi spunti di riflessione agli oltre 300 studenti collegati. «Credo che il maggior merito del libro sia quello di rappresentare con chiarezza una certa idea di Stato, mettendo in campo una visione di quello che dovrebbe e potrebbe essere lo Stato italiano. Partendo dall’annosa questione tra Settentrione e Meridione e arrivando, perché no, al next generation EU».

Anche Salvatore Carrubba si rivolge subito ai giovani. «Questo libro ci dimostra che nella storia d’Italia non ci sono solo casta, scandali e inefficienza della politica, ma c’è una tradizione di grande spessore fatta di visione, leadeship, passione civile e grandi risultati», dice Carrubba, lanciando agli spettatori alcuni interrogativi: «Cosa andò storto? Perché il Mezzogiorno non spiccò il volo?».

«Non crediate che questo sia un libro solo di storia – ha aggiunto. È ricco di riflessioni e diagnosi per l’oggi, per voi che sarete la nuova classe dirigente del nostro Paese. E indica tre risposte, e quindi tre strade, per riprendere una via virtuosa di sviluppo del Mezzogiorno. Tre strade che riguardano tre ambiti: società civile, classe dirigente e istituzioni».

Il Sud e l’illegalità, le parole di Giuseppe Ayala

«Ho letto con grande interesse questo libro perché ne ho ricavato una riflessione su personaggi degli anni ’50 e ‘60 che mi ha aiutato a capire tante cose – ha commentato Giuseppe Ayala. Non per deformazione professionale, ma credo che una delle più pesanti palle al piede che ha impedito e impedisce al Sud di decollare sia l’illegalità. Lo dico da siciliano fiero di essere nato in Sicilia. Stiamo consegnando ai giovani un Paese peggiore di quello che abbiamo ricevuto dai nostri genitori, perché la classe dirigente ha dimenticato il merito dando più valore all’appartenenza, che porta al trionfo della mediocrità».

È di speranza il messaggio conclusivo che Giuseppe Ayala consegna ai ragazzi. «Fate un atto di fede nei confronti del Mezzogiorno, non ve ne andate. Combattete. Se tutti vi impegnate il merito tornerà a essere il principale criterio di selezione».

Puntare sulla formazione

«A me sembra che questo libro sia intriso di grande ottimismo e la ragione traspare dal fatto che propone una visione legata a un metodo – ha osservato il prof. Alessandro Corbino. L’idea non è quella di proporci un ritorno a esperienze consumate, ma il metodo che aveva permesso, in quei contesti, di potere operare con risultati apprezzati. Oggi i contesti sono totalmente cambiati, le strategie da adottare non possono essere le medesime di una volta, ma senza una strategia propositiva non si può immaginare nessun futuro. Bisogna investire sulla formazione della classe dirigente, su infrastrutture di digitalizzazione, sulla riorganizzazione di scuole e università che vedano gli studenti come soggetti attivi».

Gli autori

«Penso che chi leggerà il libro – ha dichiarato Sergio Zoppi– cercherà di dare delle risposte a interrogativi del nostro quotidiano. Viviamo in un sistema democratico, ma un sistema democratico deve dar vita a un potere legittimo e forte. In un equilibrio tra politica e pubblica amministrazione, essenziale perché riguarda sanità, scuola, sicurezza, spesa pubblica per investimento. Il disastro della Sicilia è dovuto all’incompetenza della classe dirigente politica, tecnica e amministrativa e al prevalere di una corruzione che non è solo quella sanzionata dal giudice, ma che fa parte della vita quotidiana e che impedisce ai giovani di mostrare il loro valore».

«Governare significa scegliere e assumersi le responsabilità – ha sottolineato Vincenzo Scotti – senza tener conto dei sondaggi di opinione, ma indicando ai concittadini un progetto per la comunità nazionale, proprio come fecero Cavour e De Gasperi. Quello che mi preoccupa delle nuove generazioni non è il pessimismo, ma l’indifferenza nei confronti della vita collettiva e delle responsabilità che abbiamo. Non si può unificare un Paese senza una visione, un progetto concreto. Il Mezzogiorno può essere la leva del Paese, la risorsa del Paese. E bisogna che voi giovani abbiate una visione globale dei problemi e che siate protagonisti, in Europa, di una nuova stagione del mondo. Cercando di vedere cosa avviene al di là della siepe».

 

La conferenza è disponibile sulla pagina Facebook di Associazione Diplomatici al seguente link: https://www.facebook.com/AssociazioneDiplomatici/videos/462863601583149

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Background diversi ma un’unica passione: quella per la politica. Le aspirazioni dei giovani partecipanti di Democracy

Vengono da tutta Italia, hanno background diversi, diversi percorsi di studi. Anche sogni diversi, se pensano al loro futuro. Ma condividono una grande passione, quella per la politica, che, da Nord a Sud, li ha spinti a prendere un aereo o un treno per raggiungere il Parlamento in occasione del progetto di Associazione Diplomatici Change the World for Democracy.

«L’aspetto più importante del progetto è che ti dà l’opportunità di capire davvero cos’è il dibattito e come funzionano l’organo istituzionale che ci rappresenta e le dinamiche che ci stanno dietro», dice Andrea Giuliani, 21 anni, che ha partecipato all’edizione del 2017 e a cui abbiamo chiesto se, dopo questa esperienza, vorrebbe lavorare come politico. «Il mio invito più grande è fare questa simulazione non tanto per dire “voglio fare il politico”, ma per comprendere che la politica ha un ruolo fondamentale nella nostra società. Vivendo in una realtà internazionale, vivendo fuori dall’Italia, credo che la politica debba essere sempre più globale. Non dobbiamo più competere con l’Europa o l’America, ma con i mercati emergenti che investono sul futuro. Non farei il politico, dunque, perché mi sentirei lontano dal cambiamento e dal futuro del mondo».

Anche Riccardo Z. Majer, Alessio Prastano e Luca Caci hanno partecipato a Democracy nel 2017.

«Precedentemente a quell’esperienza ritenevo, come penso tutt’ora, che democrazia significhi pluralismo e governo della maggioranza nel rispetto e tutela delle minoranze – afferma Riccardo Z. Majer, che viene da Treviso.  Tuttavia, oggi sembra non esistere più un’idea di Paese, ma ci si concentra su ciò che non si vuole o meglio su chi non si vuole al potere. Sono diventate preponderanti due degenerazioni del sistema democratico: il personalismo e la demagogia».

Risiede forse in questo il motivo per cui i cittadini sembrano sempre più distanti dal mondo della politica e dai suoi rappresentanti. «Questo nuovo metodo di fare politica porta ad un allontanamento fra amministrazione e amministrato poiché il cittadino ha un sacco di informazioni sui dettagli del panorama politico e dei suoi scandali ma gli manca una visione di insieme e un’idea di futuro. La collettività mai si sentirà pienamente rappresentata se le sue idee vengono concentrate sul “pizzaiolo sotto casa”, anziché sui problemi comuni: la politica, infatti, non ha lo scopo di risolvere i problemi dei singoli, ma fare in modo che non si presentino. Quella che sembra una distinzione puramente logica è in realtà pura sostanza e finché ci sarà quest’ottica persisterà un clima di diffidenza e sdegno nei confronti delle istituzioni».

Alessio Prastano invece ha 26 anni e viene da Galatina, in provincia di Lecce. «Da tre anni svolgo il ruolo di Consigliere Comunale e la mia presenza all’interno del Parlamento è stata strabiliante. Essere arrivato a Montecitorio significa, per me, appassionato alla politica da oltre dieci anni, il coronamento di un sogno, perché è proprio lì che si decidono le sorti di un’intera Nazione. Per cui, l’impatto è stato forte, con conseguente pelle d’oca e un enorme tasso di eccitazione».

Obiettivo principale di Alessio era immergersi nei panni di un vero parlamentare, elaborare un progetto di legge, discuterlo in aula e votarlo. «Volevo capire più a fondo qual è il meccanismo del sistema Parlamentare. Sono stati quattro giorni intensi e che rifarei ancora, qualora ne avessi la possibilità».

«Durante i giorni di simulazione al Parlamento ho compreso che l’approccio learning-by-doing risulta davvero vincente. Avere la possibilità di prendere parte alla stesura di un disegno di legge mi ha permesso di apprendere alcuni aspetti che sfuggono anche alle più attente analisi presenti sui libri di diritto», commenta Luca Caci, che ha vent’anni e vive a Torino.

«Il mio interesse per la politica è maturato, Democracy mi ha aiutato a comprendere che può esistere una politica con la “P” maiuscola, che permetterebbe a tutti i cittadini di vivere meglio e che non si ottiene di certo stando a guardare, bensì dando il proprio contributo per disegnare il futuro. E Democracy, facendo incontrare giovani provenienti da tutta l’Italia, offre la possibilità di avere un ruolo da protagonisti nel delinearlo. I compromessi che si sono dovuti raggiungere durante la stesura mi hanno fatto riflettere sul fatto che, a volte, fare politica significhi rinunciare a perorare la propria opinione personale per perseguire un bene più alto. Democracy permette di “toccare con mano” il grandissimo valore del dialogo, che sta alla base della democrazia».

 

 

 

Vittoria e la sua esperienza con Associazione Diplomatici a CWMUN Emirates: «Ho imparato a collaborare e a portare avanti i miei ideali»

Ciao, sono Vittoria!

Ho il piacere di raccontarvi della mia esperienza con i progetti di Associazione Diplomatici.

L’anno scorso, precisamente durante il mese di Novembre, ho avuto l’occasione di poter partecipare al progetto formativo CWMUN 2019, svoltosi nelle città di Abu Dhabi (nella quale siamo stati ospitati dalla NYU), e Dubai.

Grazie a questa attività ho potuto confrontarmi con molti altri studenti provenienti da diverse parti del mondo, interpretando il ruolo di Ambassadors e riproducendo, attraverso una simulazione, quello che è il meccanismo utilizzato all’interno delle Nazioni Unite, al fine di difendere i valori di tutti i cittadini dei differenti paesi del mondo.

CWMN Emirates mi ha permesso di comprendere a pieno cosa volesse dire collaborare, accettare il contrasto, imparare a portare avanti con determinazione i propri ideali ed obiettivi, ma soprattutto mettersi in gioco!

Durante questo percorso insieme ad Associazione Diplomatici, ho avuto anche la possibilità di assistere ad interessanti conferenze ed alcune, in particolare, sono state molto toccanti. Il Magistrato Giuseppe Ayala, gli ex calciatori Marco Tardelli e Paolo Rossi, ed il grande maestro e cantautore Francesco De Gregori, ci hanno raccontato delle loro esperienze e del loro percorso professionale, spronandoci e ricordandoci che nulla è più importante di seguire la propria strada, imparando a superare con coraggio qualunque ostacolo per realizzare i propri sogni.

Il team di AD è certamente preparato e disponibile per qualsiasi evenienza, in qualunque momento, e l’intero progetto è stato perfettamente organizzato dall’inizio alla fine del percorso.

I luoghi che ho visitato e le persone che mi hanno accompagnata in questo viaggio sono state davvero incredibili, mi hanno regalato emozioni uniche, che porterò per sempre nel mio bagaglio di vita.

É stata un’esperienza indubbiamente formativa, divertente, emozionante… in una parola, indimenticabile!

Spero con tutto il cuore di poter avere presto la possibilità di partecipare nuovamente ad altri progetti e collaborare con Associazioni Diplomatici, che ringrazio tanto per avermi permesso di vivere questa magnifica esperienza!