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Background diversi ma un’unica passione: quella per la politica. Le aspirazioni dei giovani partecipanti di Democracy

Vengono da tutta Italia, hanno background diversi, diversi percorsi di studi. Anche sogni diversi, se pensano al loro futuro. Ma condividono una grande passione, quella per la politica, che, da Nord a Sud, li ha spinti a prendere un aereo o un treno per raggiungere il Parlamento in occasione del progetto di Associazione Diplomatici Change the World for Democracy.

«L’aspetto più importante del progetto è che ti dà l’opportunità di capire davvero cos’è il dibattito e come funzionano l’organo istituzionale che ci rappresenta e le dinamiche che ci stanno dietro», dice Andrea Giuliani, 21 anni, che ha partecipato all’edizione del 2017 e a cui abbiamo chiesto se, dopo questa esperienza, vorrebbe lavorare come politico. «Il mio invito più grande è fare questa simulazione non tanto per dire “voglio fare il politico”, ma per comprendere che la politica ha un ruolo fondamentale nella nostra società. Vivendo in una realtà internazionale, vivendo fuori dall’Italia, credo che la politica debba essere sempre più globale. Non dobbiamo più competere con l’Europa o l’America, ma con i mercati emergenti che investono sul futuro. Non farei il politico, dunque, perché mi sentirei lontano dal cambiamento e dal futuro del mondo».

Anche Riccardo Z. Majer, Alessio Prastano e Luca Caci hanno partecipato a Democracy nel 2017.

«Precedentemente a quell’esperienza ritenevo, come penso tutt’ora, che democrazia significhi pluralismo e governo della maggioranza nel rispetto e tutela delle minoranze – afferma Riccardo Z. Majer, che viene da Treviso.  Tuttavia, oggi sembra non esistere più un’idea di Paese, ma ci si concentra su ciò che non si vuole o meglio su chi non si vuole al potere. Sono diventate preponderanti due degenerazioni del sistema democratico: il personalismo e la demagogia».

Risiede forse in questo il motivo per cui i cittadini sembrano sempre più distanti dal mondo della politica e dai suoi rappresentanti. «Questo nuovo metodo di fare politica porta ad un allontanamento fra amministrazione e amministrato poiché il cittadino ha un sacco di informazioni sui dettagli del panorama politico e dei suoi scandali ma gli manca una visione di insieme e un’idea di futuro. La collettività mai si sentirà pienamente rappresentata se le sue idee vengono concentrate sul “pizzaiolo sotto casa”, anziché sui problemi comuni: la politica, infatti, non ha lo scopo di risolvere i problemi dei singoli, ma fare in modo che non si presentino. Quella che sembra una distinzione puramente logica è in realtà pura sostanza e finché ci sarà quest’ottica persisterà un clima di diffidenza e sdegno nei confronti delle istituzioni».

Alessio Prastano invece ha 26 anni e viene da Galatina, in provincia di Lecce. «Da tre anni svolgo il ruolo di Consigliere Comunale e la mia presenza all’interno del Parlamento è stata strabiliante. Essere arrivato a Montecitorio significa, per me, appassionato alla politica da oltre dieci anni, il coronamento di un sogno, perché è proprio lì che si decidono le sorti di un’intera Nazione. Per cui, l’impatto è stato forte, con conseguente pelle d’oca e un enorme tasso di eccitazione».

Obiettivo principale di Alessio era immergersi nei panni di un vero parlamentare, elaborare un progetto di legge, discuterlo in aula e votarlo. «Volevo capire più a fondo qual è il meccanismo del sistema Parlamentare. Sono stati quattro giorni intensi e che rifarei ancora, qualora ne avessi la possibilità».

«Durante i giorni di simulazione al Parlamento ho compreso che l’approccio learning-by-doing risulta davvero vincente. Avere la possibilità di prendere parte alla stesura di un disegno di legge mi ha permesso di apprendere alcuni aspetti che sfuggono anche alle più attente analisi presenti sui libri di diritto», commenta Luca Caci, che ha vent’anni e vive a Torino.

«Il mio interesse per la politica è maturato, Democracy mi ha aiutato a comprendere che può esistere una politica con la “P” maiuscola, che permetterebbe a tutti i cittadini di vivere meglio e che non si ottiene di certo stando a guardare, bensì dando il proprio contributo per disegnare il futuro. E Democracy, facendo incontrare giovani provenienti da tutta l’Italia, offre la possibilità di avere un ruolo da protagonisti nel delinearlo. I compromessi che si sono dovuti raggiungere durante la stesura mi hanno fatto riflettere sul fatto che, a volte, fare politica significhi rinunciare a perorare la propria opinione personale per perseguire un bene più alto. Democracy permette di “toccare con mano” il grandissimo valore del dialogo, che sta alla base della democrazia».

 

 

 

L’intervista a Maria Chiara Sidori, Dirigente Scolastico dell’Istituto Villa Flaminia

Nasce come docente di latino e greco e dopo una lunga esperienza in aula, la Prof.ssa Maria Chiara Sidori, dal 1992 è Dirigente Scolastico dell’Istituto Paritario Villa Flaminia, a Roma.


Come mai ha deciso di aderire ai progetti di Associazione Diplomatici e da quanto tempo i suoi studenti partecipano?

Ho conosciuto Associazione Diplomatici più di dieci anni fa e sono rimasta subito colpita dall’entusiasmo e dalla concretezza del progetto dell’avvocato Claudio Corbino, Presidente di Associazione Diplomatici. Ho subito colto la valenza formativa, più che gli aspetti della didattica, che poteva nascere da questo rapporto con l’Associazione.

 

 

Data la Sua esperienza di docente prima ancora che di Dirigente Scolastico, perché pensa che i progetti di Associazione Diplomatici siano formativi ed in particolare cosa la colpisce di più?

Mi piaceva molto l’idea che gli studenti fossero traghettati in una realtà così importante, come quella delle Nazioni Unite ad esempio, per la prima volta non come “vittime” che subissero un meccanismo degli adulti ma come protagonisti. Questo era il segnale nuovo, da un punto di vista educativo, che Diplomatici ci stava trasmettendo. Smettere di formare i ragazzi dall’alto ma renderli protagonisti e partecipi dell’azione e da questa suggestione poi sono nati tutti gli altri progetti che sono sfociati alla fine, due anni fa, nella redazione addirittura di un piano di alternanza scuola lavoro.

 

Sono molti gli studenti del Villa Flaminia che partecipano ogni anno alle iniziative di Associazione Diplomatici?

Si, una media di circa 20/30 studenti a progetto. Una media, quindi vuol dire che un anno possono partire anche 50/60 ragazzi. Posso dirle con certezza che l’anno scorso siamo stati la scuola che ha avuto il maggior numero di partecipanti al Change the World New York City. I ragazzi sono tornati entusiasti, un vero successo.

 

Il progetto arricchisce i ragazzi sicuramente da un punto di vista personale ma ai fini scolastici in che modo può influire? Quelli affrontati durante le simulazioni di Associazione Diplomatici, sono temi che normalmente vengono affrontati anche a scuola?

Tre anni fa abbiamo introdotto una nuova materia a scuola che si chiama Global Perspective. Rientra pienamente nel meccanismo di Associazione Diplomatici e per noi è un riscontro didattico. La scuola ha sposato un progetto esterno fondendosi in un’unica materia di insegnamento trasversale che non è una vera e propria materia ma è più un modo di affrontare i problemi di natura globale come ad esempio la siccità, il surriscaldamento del pianeta, etc.

 

Quest’anno durante il CWMUN di New York, l’ospite d’onore Bill Clinton ha parlato ai ragazzi di cooperazione, accoglienza dei migranti, la possibilità che Internet dà ai giovani di far sentire con più forza la loro voce. In che modo pensa sia istruttivo?

Il discorso di Clinton è stato meraviglioso, i miei docenti erano in collegamento con me su skype e l’ho seguito in diretta. Il discorso, il grande impatto emotivo soprattutto, è stato un po’ la sublimazione di questa public speaking che i ragazzi studiano a scuola e che in quell’occasione hanno vissuto sulla propria pelle da un personaggio come Clinton. Diciamolo, non capita tutti i giorni di potersi trovare nell’aula dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ad ascoltare l’ex Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton.

 

Lei ha mai partecipato a qualche evento di Associazione Diplomatici?

Purtroppo io non sono mai andata personalmente né al CWMUN ad Abu Dhabi né al CWMUN a New York ma curo tutto da qui. Ci sono però dei professori referenti, io cerco di cambiare accompagnatore ogni anno per poter rendere protagonista anche il professore in modo che non si fossilizzi tutta la dinamica su un’unica persona. Sono molto soddisfatta perché i docenti tornano con impressioni molto positive, si creano dei meccanismi di sinergia tra professori e studenti e questo giova molto alla scuola e all’andamento scolastico dei nostri ragazzi.

 

Com’è il rapporto tra L’Istituto Villa Flaminia e l’Associazione Diplomatici?

Siamo in una sintonia talmente naturale, la dinamica della nostra scuola, proprio perché così antica nel sodalizio con Diplomatici è una dinamica pioneristica. Ci troviamo sugli stessi temi non avendoli neanche studiati insieme e così i ragazzi arrivano preparati ai progetti. Sarà per questo che poi i nostri alunni sono motivati perché partecipano ai progetti con una competenza ed una consapevolezza maggiore. Una storia di grande successo.

Aspiranti diplomatici Onu in missione a New York

Il Centro

AVEZZANO. Sono rientrati i 26 studenti marsicani che hanno preso parte agli stage delle Nazioni Unite (Model united nations) a New York. I Mun sono meeting internazionali, di studenti provenienti da ogni parte del mondo, che hanno a oggetto la simulazione del meccanismo di funzionamento degli organi delle Nazioni Unite. Alla rete internazionale dei Mun sono collegate scuole e università rappresentative di tutti i paesi del mondo.
Il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon (impossibilitato a partecipare per via della crisi Ucraina) ha voluto salutare l’iniziativa con un video mentre la presidente della Camera, Laura Boldrini ha incoraggiato gli studenti a una partecipazione attiva già nella simulazione in Fao.
L’attività si è sviluppata attraverso un gioco di simulazione ovvero nel rappresentare (durante una sessione di lavori dell’Assemblea generale, del Consiglio di sicurezza e dell’Ecosoc) i Paesi membri assegnati a ciascuna scuola o università dallo staff board dell’ente organizzatore.
I “diplomatici in erba” hanno lavorato nelle singole commissioni fino alla votazione delle risoluzioni, avvenuta in Assemblea generale. L’obbligo di interloquire in lingua inglese ha accresciuto la complessità delle dinamiche e dei lavori.La fase preparatoria è iniziata a gennaio quando i ragazzi hanno preso parte a specifiche sessioni formative. Un significativo riconoscimento è stato attribuito al lavoro degli studenti Guido Caricola, Andrea Gentile, Ilaria Caroli e Vincenzo Galantini.
Il confronto tra realtà tanto diverse tra loro è stato il momento più significativo dell’esperienza. Il progetto è stato promosso sul territorio dall’associazione Diplomatici attraverso la professoressa Armida Crocenzi che ne è la referente per l’Abruzzo. Il Liceo Scientifico “Pollione” di Avezzano ha aderito e sostenuto l’iniziativa grazie al contributo della preside Marina Novelli e della professsoressa Emi Di Stefano.
Gli studenti partecipanti hanno ottenuto una borsa di studio per la partecipazione a “Democracy – Simulazione del Parlamento italiano”, che si terrà a Roma a maggio.

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Change the World – Model United Nations, gli studenti a New York

dire.it

Sono arrivati a New York i tanti studenti delle scuole superiori e dell’università che parteciperanno all’edizione 2014 del ‘Change the world – Model United Nations’: una vera e propria “simulazione del meccanismo di funzionamento delle Nazioni Unite” spiega Marco Principia, responsabile della sede di Roma dell’Associazione ‘Diplomatici’ che organizza da molti anni la partecipazione degli studenti italiani e non solo.

“Sono uno strumento formativo importante – continua – che si sposa con la nostra mission che è quella della mobilità internazionale e del ‘learning by doing’, dell’imparare facendo”.

Sono partiti da Roma dove hanno iniziato la loro avventura alla FAO e all’Università Europea dove si sono riuniti nei diversi gruppi di lavoro e hanno iniziato a confrontarsi su tematiche delicate come l’agricoltura, il terrorismo, la sicurezza internazionale.
Sono arrivati a New York i tanti studenti delle scuole superiori e dell’università che parteciperanno all’edizione 2014 del ‘Change the world – Model United Nation’: una vera e propria “simulazione del meccanismo di funzionamento delle Nazioni Unite” spiega Marco Principia, responsabile della sede di Roma dell’Associazione ‘I Diplomatici’ che organizza da molti anni la partecipazione degli studenti italiani e non solo.

“Sono uno strumento formativo importante – continua – che si sposa con la nostra mission che è quella della mobilità internazionale e del ‘learning by doing’, dell’imparare facendo”.

Sono partiti da Roma dove hanno iniziato la loro avventura alla FAO e all’Università Europea dove si sono riuniti nei diversi gruppi di lavoro e hanno iniziato a confrontarsi su tematiche delicate come l’agricoltura, il terrorismo, la sicurezza internazionale.

“Il feedback dei ragazzi è molto positivo – continua Marco Principia – tornano arricchiti dal punto di vista didattico, umano e professionale. Ma il riscontro che preferisco è quello dei genitori e dei professori: alcuni non conoscono questi progetti e appena li sperimentano se ne innamorano e spingono altri studenti a partecipare”.

Un’esperienza formativa e professionalizzante durante la quale gli studenti si confrontano tra di loro -solo ed esclusivamente in inglese – e prendono dimestichezza con meccanismi e dinamiche spesso sconosciute di enti e organismi di rilevanza internazionale.
E da maggio prossimo prenderà il via una nuova avventura, si chiama ‘Democracy’ e darà la possibilità agli studenti di simulare le attività del nostro Parlamento.

“Abbiamo deciso di partire con questa nuova iniziativa – spiega Marco Principia – perché crediamo che in questo particolare momento della politica italiana è necessario avvicinare i giovani alla polita con la P maiuscola, gli studenti simuleranno i lavori della commissione in sede redigente e affronteranno la delicata questione della disoccupazione giovanile e dell’intervento dei privati nei beni pubblici”.

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