«Ho scelto di partecipare al CWMUN New York 2019 perché, essendo arrivata al terzo anno di Giurisprudenza, ho ritenuto di avere una preparazione e un bagaglio culturale tali da farmi comprendere cosa significa effettivamente “diventare un diplomatico” per tre giorni».
E non si sbagliava la catanese Micol Gualberto, che alla fine delle giornate di simulazione alle Nazioni Unite ha ottenuto il riconoscimento di “Best delegate”. «È veramente difficile descrivere cosa è stata per me questa esperienza – commenta – Alla partenza i ricordi di questo viaggio risalivano al 2009, quando ho partecipato con i Diplomatici alla mia prima simulazione, all’età di 12 anni».
Oggi, a distanza di anni, non sono cambiate le emozioni provate all’interno del palazzo dell’ONU. «Sicuramente le emozioni che ho provato in quest’ultima occasione sono state di ogni tipo: dalla paura di parlare in pubblico a quella di mettermi in gioco e di assumere un ruolo di un certo spessore per risolvere problemi come il traffico illecito della droga nel mondo».
Micol ha infatti rappresentato la Russia nella “Commission of Narcotic Drugs”. «Anche se si svolge in soli tre giorni è un’esperienza che fa maturare, mettendoti a stretto contatto con i problemi di attualità e affidandoti, in un certo senso, il destino del mondo».
E portare a casa l’attestato consegnatole per aver vinto il premio come “Best delegate” è stata per Micol l’emozione più grande, il riconoscimento del suo lavoro. «È stato incredibile essere premiata nel “Palazzo di vetro” insieme agli altri ragazzi provenienti da tutto il mondo. Mi sento di consigliare questa esperienza a tutti i miei coetanei, non solo a coloro che in questo settore vedono il loro futuro, ma anche a quelli che vogliono mettersi in gioco, affrontare le loro paure e guardare il mondo da un’altra prospettiva. È proprio questo quello che occorre in questo particolare momento storico, sia a livello nazionale che europeo».
Come tanti ragazzi della sua età non ha ancora le idee chiare su cosa sarà da grande. Medico come il papà o avvocato come la mamma, forse. Quel che è certo, però, è che Diletta Scalisi, diciassettenne che frequenta il quarto anno al Liceo classico Nicola Spedalieri di Catania, ha tutte le carte in regola per avere successo, qualunque sia la strada che intraprenderà.
Lo dimostra la borsa di studio messa in palio dall’Università LUISS che la ragazza ha ottenuto superando un centinaio di coetanei che hanno affrontato un test in occasione di CWMUN New York 2019, evento organizzato dall’Associazione Diplomatici di Claudio Corbino, che, come sempre, crede, punta e investe sui giovani. Così da una scuola con una grande tradizione come lo Spedalieri, Diletta si ritrova catapultata all’esperienza formativa nelle carriere internazionali dell’ONU prima e alla prestigiosa LUISS poi.
«Questo risultato è stato abbastanza inaspettato – commenta emozionata la ragazza – ho deciso di provare l’esperienza di New York innanzitutto perché ne avevo sentito parlare dai miei amici e poi perché ero attratta da un’esperienza di giurisprudenza internazionale. Anche se non so se sarà il mio futuro, perché in realtà aspirerei a diventare medico».
Sicuramente è stato un tassello importante del suo percorso di crescita, di cui è soddisfatta. «È stata un’esperienza altamente formativa e ho particolarmente apprezzato l’aria di ottimismo che si respirava all’interno del reparto FAO, dove ho lavorato, e tra i vari ragazzi di tutto il mondo che hanno aderito al progetto. Per non parlare dell’opportunità unica di entrare alle Nazioni Unite e incontrare alcuni importanti esponenti della politica e del panorama internazionale».
Ma anche i referenti della LUISS, che hanno offerto agli studenti l’opportunità di accedere a una borsa di studio per partecipare alla summer school. «Ho pensato di provarci a prescindere dalla scelta che penso di fare sul mio futuro professionale, ma mai avrei pensato di ottenere la borsa di studio, anche perché c’erano davvero tanti ragazzi a sostenere il test». Qualche giorno fa, però, le hanno comunicato l’esito positivo della prova e l’hanno invitata a Roma dal 14 al 26 luglio. Occasione che Diletta ha deciso di cogliere per addentrarsi nel mondo del marketing, della giurisprudenza internazionale, dell’economia e per confrontarsi e dialogare con altri ragazzi e docenti adeguatamente preparati, che, si augura Diletta, possano aiutarla a capire una volta per tutte cosa vuole fare. E magari anche sostenere l’esame di ammissione per l’anno 2020/2021.
«Sono convinta dell’ampio valore formativo e culturale che l’Università italiana offre, anche se oggi bisogna essere proiettati fuori dai confini nazionali e pronti a cogliere le opportunità di crescita, ovunque si presentino». Per questo non esclude esperienze all’estero per conoscere diverse realtà e aggiungere un valore al proprio bagaglio. «Sto pensando anche di iscrivermi in un’Università in Inghilterra, ma solo se non riuscirò a entrare in Italia, visto che il legame con la mia terra d’origine è forte».
Nasce come docente di latino e greco e dopo una lunga esperienza in aula, la Prof.ssa Maria Chiara Sidori, dal 1992 è Dirigente Scolastico dell’Istituto Paritario Villa Flaminia, a Roma.
Come mai ha deciso di aderire ai progetti di Associazione Diplomatici e da quanto tempo i suoi studenti partecipano?
Ho conosciuto Associazione Diplomatici più di dieci anni fa e sono rimasta subito colpita dall’entusiasmo e dalla concretezza del progetto dell’avvocato Claudio Corbino, Presidente di Associazione Diplomatici. Ho subito colto la valenza formativa, più che gli aspetti della didattica, che poteva nascere da questo rapporto con l’Associazione.
Data la Sua esperienza di docente prima ancora che di Dirigente Scolastico, perché pensa che i progetti di Associazione Diplomatici siano formativi ed in particolare cosa la colpisce di più?
Mi piaceva molto l’idea che gli studenti fossero traghettati in una realtà così importante, come quella delle Nazioni Unite ad esempio, per la prima volta non come “vittime” che subissero un meccanismo degli adulti ma come protagonisti. Questo era il segnale nuovo, da un punto di vista educativo, che Diplomatici ci stava trasmettendo. Smettere di formare i ragazzi dall’alto ma renderli protagonisti e partecipi dell’azione e da questa suggestione poi sono nati tutti gli altri progetti che sono sfociati alla fine, due anni fa, nella redazione addirittura di un piano di alternanza scuola lavoro.
Sono molti gli studenti del Villa Flaminia che partecipano ogni anno alle iniziative di Associazione Diplomatici?
Si, una media di circa 20/30 studenti a progetto. Una media, quindi vuol dire che un anno possono partire anche 50/60 ragazzi. Posso dirle con certezza che l’anno scorso siamo stati la scuola che ha avuto il maggior numero di partecipanti al Change the World New York City. I ragazzi sono tornati entusiasti, un vero successo.
Il progetto arricchisce i ragazzi sicuramente da un punto di vista personale ma ai fini scolastici in che modo può influire? Quelli affrontati durante le simulazioni di Associazione Diplomatici, sono temi che normalmente vengono affrontati anche a scuola?
Tre anni fa abbiamo introdotto una nuova materia a scuola che si chiama Global Perspective. Rientra pienamente nel meccanismo di Associazione Diplomatici e per noi è un riscontro didattico. La scuola ha sposato un progetto esterno fondendosi in un’unica materia di insegnamento trasversale che non è una vera e propria materia ma è più un modo di affrontare i problemi di natura globale come ad esempio la siccità, il surriscaldamento del pianeta, etc.
Quest’anno durante il CWMUN di New York, l’ospite d’onore Bill Clinton ha parlato ai ragazzi di cooperazione, accoglienza dei migranti, la possibilità che Internet dà ai giovani di far sentire con più forza la loro voce. In che modo pensa sia istruttivo?
Il discorso di Clinton è stato meraviglioso, i miei docenti erano in collegamento con me su skype e l’ho seguito in diretta. Il discorso, il grande impatto emotivo soprattutto, è stato un po’ la sublimazione di questa public speaking che i ragazzi studiano a scuola e che in quell’occasione hanno vissuto sulla propria pelle da un personaggio come Clinton. Diciamolo, non capita tutti i giorni di potersi trovare nell’aula dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ad ascoltare l’ex Presidente degli Stati Uniti Bill Clinton.
Lei ha mai partecipato a qualche evento di Associazione Diplomatici?
Purtroppo io non sono mai andata personalmente né al CWMUN ad Abu Dhabi né al CWMUN a New York ma curo tutto da qui. Ci sono però dei professori referenti, io cerco di cambiare accompagnatore ogni anno per poter rendere protagonista anche il professore in modo che non si fossilizzi tutta la dinamica su un’unica persona. Sono molto soddisfatta perché i docenti tornano con impressioni molto positive, si creano dei meccanismi di sinergia tra professori e studenti e questo giova molto alla scuola e all’andamento scolastico dei nostri ragazzi.
Com’è il rapporto tra L’Istituto Villa Flaminia e l’Associazione Diplomatici?
Siamo in una sintonia talmente naturale, la dinamica della nostra scuola, proprio perché così antica nel sodalizio con Diplomatici è una dinamica pioneristica. Ci troviamo sugli stessi temi non avendoli neanche studiati insieme e così i ragazzi arrivano preparati ai progetti. Sarà per questo che poi i nostri alunni sono motivati perché partecipano ai progetti con una competenza ed una consapevolezza maggiore. Una storia di grande successo.
Selezionati i 3 migliori candidati che faranno parte dello staff di CWMUN New York 2017.
Francesco Colinha 23 anni ed è nato a Pordenone. Ma è già un piccolo cittadino del mondo: università a Forlì in Scienze Internazionali e Diplomatiche, training in Marocco, master in Francia, ogni tre mesi una destinazione diversa. È lui il primo della graduatoria (con il punteggio massimo di 100 centesimi) del campus dell’Associazione Diplomatici che si è concluso a Catania dopo cinque giorni di lavoro all’hotel Nettuno.
Al Campus, tradizionale appuntamento che chiude la stagione di formazione e conferenze in giro per il mondo, proprio nella città dove l’associazione è nata e da cui proviene il suo presidente Claudio Corbino e gran parte dello staff, si è lavorato sodo. Oltre 150 ragazzi provenienti da Italia, Spagna, Egitto, Pakistan, Stati Uniti hanno seguito i corsi di formazione dedicati alle carriere internazionali: dal funzionamento delle grandi associazioni internazionali, a come scrivere un curriculum vitae e una lettera motivazionale. Particolarmente seguiti e apprezzati (anche da tantissimi insegnanti arrivati da molte città d’Italia) sono stati i seminari, condotti da Salvatore Carrubba, ex direttore del Sole 24 ore e presidente dell’International board dell’Associazione, sui principali temi dell’attualità internazionale (Brexit, elezioni Usa, migranti e terrorismo) e di quella nazionale (crisi delle banche, legge elettorale, referendum e riforme costituzionali).
“Il successo e la qualità della vostra partecipazione – ha detto agli studenti Corbino durante la chiusura del Campus e alla consegna dei premi – ha fatto sì che ci siamo sentiti in dovere di aumentare i premi previsti e offriamo tre gratuità complete alla prossima conferenza di New York”. Dice ancora Colin: “Avevo due mesi di vacanza tra un master e un altro e non volevo assolutamente restare fermo. Per questo ho visto un annuncio su Facebook dell’Associazione Diplomatici su questo Campus e ho voluto partecipare. Non ho ancora le idee del tutto chiare su quello che vorrò fare ma le opportunità che Diplomatici offre sono certamente interessanti sia a livello di esperienza come le conferenze internazionali, sia a livello di percorso lavorativo. Certamente ho riscontrato un’elevata qualità dei corsi tenuti dalle professoresse Stefania Paradisi e Valeria Lonati su tutto il mondo delle carriere internazionali”.
Al secondo posto (95 centesimi) si è piazzata Simona Muraro, palermitana di 26 anni, laurea triennale in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali e magistrale in Relazioni Internazionali per la cooperazione e lo sviluppo: “Conoscevo Diplomatici dall’università e mi ero documentata andando anche alla loro sede di Palermo. Poi ho visto l’annuncio su Facebook e ho deciso di partecipare. Ho trovato tutto molto interessante. C’è stato modo di approfondire tanti temi e ho imparato a scrivere correttamente un curriculum e una lettera motivazionale. Era una cosa alla quale non avevo mai dato troppa importanza e invece è un aspetto fondamentale. Poi ho approfondito cosa vuol dire capacità di negoziazione. Non avrei mai pensato di vincere una gratuità al prossimo Change the World Model UN e devo dire che la cosa mi intriga. Ho già partecipato ad un’altra conferenza a New York con un’altra associazione nel 2013. Ora mi sento più matura e poi l’opportunità di svolgere i lavori della conferenza proprio dentro le sale del Palazzo di Vetro deve essere una esperienza molto stimolante e formativa”.
L’Associazione Diplomatici è la più importante organizzazione italiana nel campo della formazione studentesca a livello internazionale, famosa nel mondo per gli eventi Model United Nations. Dallo scorso aprile, poi, l’ONU ha riconosciuto all’associazione guidata da Claudio Corbino lo status di ONG con il ruolo di osservatore permanente presso l’Ecosoc, il comitato economico e sociale delle Nazioni Unite. “Dopo anni di lavoro improntato alla formazione dei ragazzi secondo i principi del confronto, del dialogo e del rispetto e di eventi organizzati proprio all’interno dell’Onu ed in altre prestigiose sedi in giro per il mondo – dice Corbino – è stato certificato dalla più importante associazione internazionale il senso del nostro impegno. Questo riconoscimento, esclusivo per l’Italia, ci riempie di orgoglio e ci spinge ad impegnarci ancora di più in quello che è il nostro obiettivo: la formazione di una classe dirigente del futuro che sappia confrontarsi e dialogare per affrontare e magari risolvere i problemi che affliggono il nostro martoriato pianeta”. Diplomatici, forte di questa partnership con l’ONU, è anche l’unica associazione che fa svolgere tutte le proprie conferenze all’interno della prestigiosa sede newyorkese per cui i circa 1800 ragazzi che ogni anno affollano l’evento lavorano proprio sugli stessi scranni e nelle stesse aule dove i diplomatici “veri” dibattono, affrontano e ogni tanto risolvono le emergenze del pianeta.
Bella Shakhmirza, arrivata terza anche lei con 95 centesimi, ha 27 anni e viene dalla Russia caucasica: “Sono un po’ terrona anch’io – dice ridendo in perfetto italiano – Sono in Italia da due anni ma avevo già studiato la vostra lingua in Russia. Vivo a Milano e mi sono appena laureata in Scienze Politiche mentre a Mosca avevo preso una laurea in Giornalismo. Ora lavoro in una scuola per bambini affetti da atrofie muscolari. L’incontro con Diplomatici è stata una occasione formidabile per riscontrare un livello di partecipazione molto alto. Si dice sempre che i ragazzi italiani siano poco interessati e svogliati. Forse ci sono anche quelli, quelli che dicono che non funziona niente, che lo Stato fa schifo ma non fanno nulla per migliorarlo. Invece in Diplomatici ho trovato persone capaci, preparate e desiderose di impegnarsi. Pieni di energie e di idee. Sono molto interessata ai training dei corsi di formazione che loro organizzano e spero proprio di riuscire a partecipare all’evento di New York e magari anche ad altri”.
Con la consegna dei premi e dei diplomi di partecipazione Diplomatici ha chiuso il suo anno di formazione e ha dato appuntamento a settembre. Prossima tappa il Change the World Model UN di Abu Dhabi e Dubai. Tema della conferenza il Medio Oriente e le turbolenze che da quell’area inverstono l’Europa. Come dire: il nostro futuro prossimo venturo visto con gli occhi dei ragazzi che vogliono cambiare il mondo.
Mille e seicento ragazzi da 92 paesi protagonisti del “Change the World”, il processo di simulazioni diplomatiche inaugurato nella sala dell’Assemblea generale dell’Onu. Alla fine della settimana un premio alla “best delegation”
New York – Beatrice ha 16 anni, scrive canzoni impegnate e suona già con un suo gruppo. Francesco si prepara alla maturità, spera di diventare notaio come il padre ma nel frattempo gioca a pallone nelle giovanili del Catania e si dispera per le sconfitte della sua squadra del cuore. Marta e Riccardo si sono conosciuti una settimana fa, preparano insieme risoluzioni e alla fine confessano: “Sì, è scoppiato il colpo di fulmine. Solo che uno sta a Palermo e l’altra a Trento, sarà dura vedersi”. Sono le piccole-grandi storie che per una settimana vivono 1600 studenti provenienti da tutto il mondo, centinaia anche dalla Sicilia, protagonisti del “Change the world”, il processo di simulazioni diplomatiche inaugurato nella Sala dell’Assemblea generale, quella dove si decidono i destini del pianeta, da un campione del mondo come Marco Tardelli, giocatore simbolo della grande Italia di Enzo Bearzot.
I ragazzi, in rappresentanza di ben 92 nazioni, “giocano” a fare gli ambasciatori. Presentano mozioni, risoluzioni, litigano in Consiglio di Sicurezza. Alla fine, cercheranno di far approvare le loro proposte. A organizzare l’evento un’associazione siciliana, “I diplomatici”, che da tempo collabora direttamente con le Nazioni Unite: “Quest’anno abbiamo chiesto agli studenti di lavorare sul cibo in vista dell’inaugurazione di Expo 2015 – spiega il presidente Claudio Corbino – In particolare sull’eterna divisione del mondo: l’Occidente ricco e opulento che spreca le risorse, il Terzo mondo ancora alle prese con il dramma della fame”.
Giacca e cravatta per i ragazzi, tailleur scuro per le studentesse, sembrano davvero dei diplomatici delle Nazioni Unite. Nelle sale di un grande albergo di Manhattan che li ospita e che è diventato il quartier generale del “Change the world”, simulano Consigli di Sicurezza e riunioni di Commissione. Poi, siccome hanno 20 anni o giù di lì, alla fine di lunghe giornate di lavoro puoi trovarli nei locali di Chelsea o al Village a ballare assieme ai coetanei americani. Ma difficilmente fanno tardi la notte, perché la mattina successiva si ricomincia a “lavorare” presto e i tutor che li hanno in gestione sono inflessibili. “Stiamo vivendo un sogno” racconta Pietro, 18 anni, di Agrigento. “Con gli altri ragazzi mi trovo bene, siamo affiatati e molto interessati alle cose che discutiamo”. “Dopo questa esperienza voglio andare a Milano qualche giorno per visitare l’Expo – dice Luna, 17 anni, alla sua terza esperienza con i Diplomatici – Sicuramente su questa tema adesso ne so sicuramente di più”.
Alla fine della settimana, una commissione di esperti giudicherà il lavoro dei ragazzi, eleggerà la “best delegation”, premierà le migliori risoluzioni presentate. “Ai ragazzi cerchiamo di insegnare che non basta lamentarsi, anzi non serve a niente – spiega Claudio Corbino, catanese, presidente dell’Associazione – Per cambiare il mondo bisogna rimboccarsi le maniche e investire sul proprio talento. Questi studenti ci stanno provando e rappresentano una speranza per il futuro. Poi chissà, magari qualcuno di loro tra qualche anno tornerà a New York con un ruolo da diplomatico. Intanto si godono una settimana che, comunque vada, non dimenticheranno per tutta la loro vita”.
“L’iniziativa che ospitiamo oggi in Consiglio regionale coinvolge un gruppo qualificato di giovani e si concluderà presso la sede delle Nazioni Unite all’insegna di un confronto sui diritti umani che interesserà anche temi propri di Expo quali l’energia e l’alimentazione. La classe dirigente del futuro deve avere piena consapevolezza del dialogo e della forza della parola come alternative alla violenza e alla guerra. Serve inoltre una cultura positiva della legalità: non è sufficiente limitarci a denunciare il male, dobbiamo formare giovani che sappiano gestire la cosa pubblica con onestà, responsabilità e forte senso etico”. Così il Presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo ha introdotto questo pomeriggio nell’Aula del Consiglio regionale della Lombardia la presentazione delle attività dell’anno 2015 dell’Associazione Diplomatici. Il Presidente Cattaneo insieme al Consigliere Segretario Eugenio Casalino, al Prefetto di Milano Paolo Tronca, al prof.Salvatore Carrubba, al Presidente dell’Associazione Diplomatici Claudio Corbino e al prof.Paolo Tenconi Senior Advisor dell’Associazione, ha accolto una settantina di studenti universitari e delle scuole superiori secondarie che si apprestano a iniziare il Delegate Course, il percorso che li porterà a New York dal 19 al 26 marzo 2015 per la conferenza studentesca mondiale “Change the World Model UN”. Nel corso dei lavori di oggi, sono stati consegnati anche gli attestati di partecipazione alle scorse edizioni dei progetti “Democracy” e “CWMUN Dubai”. Erano presenti studenti degli Istituti Leone XIII, Setti Carraro, Parini, Faes, Moreschi, Ettore Conti, Tito Livio, Einstein e St.Louis di Milano, dei Licei Carlo Alberto di Bergamo e Da Vinci di Crema e del Villoresi di Monza. Ricorrendo quest’anno il decimo anniversario dall’approvazione del Principio sull’Anti-Corruzione delineato da UN Global Compact, attenzione particolare è stata dedicata nei vari interventi al tema della lotta alla corruzione nell’ambito pubblico e privato. Le conclusioni sono state affidate al prof. Salvatore Carrubba, che ha tenuto una lectio magistralis sui contenuti e sui temi legati all’appuntamento di Expo 2015. Il Change the World Model UN è un laboratorio formativo attraverso il quale viene riprodotto il funzionamento degli organismi delle Nazioni Unite. Assume la forma di meeting internazionale di studenti, provenienti da ogni parte del mondo, che si confrontano sui principali temi dell’agenda politica internazionale. Ogni anno l’international board del “Change the World MUN” seleziona alcuni temi specifici da sottoporre all’attenzione delle Commissioni. Nel corso della Conferenza, gli studenti provenienti dai diversi Paesi lavorano insieme alla presentazione di proposte risolutive e concrete rispetto alla tematica in discussione, dando vita ad un vero e proprio forum mondiale di studio e confronto. Il tema principale dell’appuntamento 2015 sarà “Diritti umani, risorse idriche, energia e sicurezza del cibo” in vista di Expo 2015.
Bruxelles-Catania. Si inquadra su questa rotta il forum organizzato da Diplomatici, l’associazione specializzata in formazione internazionale che, prima nella città sede dell’Ue e poi nel capoluogo etneo, ha promosso e ha preso parte, a una serie di incontri per discutere dei temi geo-economici legati all’Europa.
Ieri alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Catania, il vice presidente di UniCredit ed editore della rivista Global Geopolitics, Giuseppe Scognamiglio è stato fra gli ospiti della tavola rotonda rivolta soprattutto agli studenti dal tema “Un’Europa protagonista: alla ricerca del tempo perduto” alla quale hanno partecipato anche l’ex direttore del Sole 24ore Salvatore Carrubba ed il prof. Rosario Sapienza.
Prima dell’incontro con i ragazzi, Scognamiglio, accompagnato dal presidente di Diplomatici, Claudio Corbino, si è intrattenuto con i tre eurodeputati catanesi: Michela Giuffrida, Giovanni La Via e Salvo Pogliese per condividere la necessità di un percorso comune sullo sviluppo di politiche economiche rivolte alla città e più diffusamente alla Sicilia.
Gli europarlamentari hanno sottolineato come a causa del prolungarsi della crisi sia necessario, rispetto al sistema bancario, trovare dei meccanismi di triangolazione anche con la Bce che possano portare ad un migliore utilizzo del quadro delle nuove risorse istituzionali.
In particolare gli europarlamentari, ribadendo la compattezza della delegazione italiana a prescindere dalle posizioni politiche, hanno specificato come le prossime erogazioni della Bce non potranno prescindere dall’impegno del sistema bancario in favore di impresa e famiglia.
Scognamiglio ha condiviso le istanze ed ha immaginato un incontro a Bruxelles con i deputati proprio per studiare assieme una strada maestra rimarcando che “il modello di business bancario va concordato con chi fa le leggi”.
“Volendo – ha poi analizzato il vicepresidente di Unicredit – potremmo ritrasformarci in nazionale, anche se la riteniamo un’occasione persa, altrimenti cerchiamo di far funzionare un modello internazionale che ha tanti vantaggi. Mettiamoci attorno ad un tavolo e soprattutto decidiamo assieme che modello di società vogliamo perché di questo si tratta e non solo di business…”
Scognamiglio, e gli stessi parlamentari, commentando poi lo stress test dei giorni scorsi a cui sono stati sottoposti alcuni istituti ha ammesso che il sistema bancario italiano è solido: “E’ un sistema – ha spiegato – nel quale il contribuente italiano ha messo 10 miliardi sul piatto per salvare banche greche e spagnole ed ha dovuto fare molto meno, solo 1 miliardo, per quelle italiane. Quindi ha mostrato solidità da apprezzare”.
Rimane cruciale, soprattutto per l’Italia, la questione dell’accesso al credito. “E’ un discorso complicato – aggiunge Scognamiglio – ma noi stiamo facendo ogni sforzo possibile affinché sia più facile per tutti: imprese, famiglie, persone. Tuttavia ci dobbiamo anche interrogare su un futuro in cui i fondi propri siano una percentuale maggiore di quelli che oggi gli imprenditori mettono nelle loro imprese. Questo è il vero piano strategico per resistere alla prossima crisi e per competere nei mercati internazionali”.
Il vicepresidente di Unicredit riconosce che “in Italia l’esposizione al debito bancario è eccessiva, in media al 70 per cento, mentre in America è l’esatto contrario, quindi serve correggere qualcosa di strutturale”. Sia ai ragazzi che agli esponenti politici Scognamiglio ha citato l’esempio della risoluzione della crisi in Ucraina in cui ‘la compattezza’ dell’Europa è stata determinante, per il manager – che vanta anche una carriera diplomatica – è la testimonianza più evidente di come i problemi, e quindi la crisi, possano essere superati se esiste una linea comune.
A Corbino è stato riconosciuto il ruolo di facilitatore dell’incontro ed il presidente di Diplomatici ha ringraziato sia Scognamiglio che gli europarlamentari per avere accolto il suo invito. “Sono particolarmente felice perché tutto ciò è accaduto nella mia città, a Catania, dove la nostra associazione ha mosso i primi passi. E’ indubbio che senza un rilancio del ruolo italiano in Europa, e senza una nuova vision della presenza italiana nell’UE, a tutti i livelli istituzionali, non c’è futuro per il Paese”.
CATANIA – Catania per cinque giorni capitale della diplomazia del futuro: oltre cento studenti provenienti da tutto il mondo sono arrivati nel capoluogo siciliano per ‘Change the World’. Sono venuti da Pakistan, India, Spagna, Est Europa, Usa, Regno Unito e da varie regioni d’Italia. Da oggi al prossimo 2 agosto, all’Hotel Sheraton, si riuniranno per la settimana dell’International Campus dell’associazione Diplomatici. I model ‘Change the World’ sono delle simulazioni di processi diplomatici che consentono ai ragazzi di imparare interpretando le esigenze e proponendo le istanze di tutti i Paesi del mondo.
imagesSi gioca seguendo le regole vere delle Nazioni Unite cercando di centrare l’obiettivo di un preciso tema scelto dal Comitato scientifico di Diplomatici. Da Catania, con specifici workshop, i ragazzi cominceranno a programmare l’organizzazione del laboratorio formativo “Change the World Model Un” che si terrà dal 19 al 25 marzo 2015 nella sede dell’Onu a New York e che a novembre di quest’anno prevede una nuova edizione anche a Dubai.
“Guardiamo alle nuove capitali del mondo – ha spiegato Claudio Corbino, presidente di Diplomatici – partendo proprio dalla città che più di tutte rappresenta l’anello di congiunzione fra occidente e oriente e ne parliamo nella città da dove è cominciato tutto, Catania”. Dopo New York, Roma e quest’anno anche Dubai, sono in programma iniziative analoghe anche a Rio de Janeiro e Mosca. (29 luglio 2014)
Sono mille, hanno tra i 16 e i 20 anni, vengono da 200 Paesi per una settimana occuperanno il Palazzo di Vetro Tra conferenze e simulazioni, si allenano a diventare i diplomatici di domani.
Cinque ragazzi di San Patrignano sono tra i 1.500 studenti provenienti da 25 nazioni che da domani venerdì parteciperanno al Change the World Model United Nations, una simulazione dei processi diplomatici tra i paesi delle Nazioni Unite, in corso a New York sino al 23 marzo. Ad aprire i lavori dei finti diplomatici sarà una sessione inaugurale nella sala dell’assemblea generale del palazzo di vetro dell’ONU, a cui parteciperanno Sebastiano Cardi, Ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Letizia Moratti, Fondazione San Patrignano, Amy Ruggiero e Salvatore Carubba, Associazione Diplomatici.
Il tema cardine della simulazione “Information communications technology and human right” sarà introdotto dall’intervento di Letizia Moratti, che in qualità di Ambasciatrice della Comunità presenterà anche l’esperienza di San Patrignano, dove i diritti umani vengo difesi ogni singolo giorno. L’appuntamento newyorkese si inserisce tra i MUN (Model United Nations), meeting internazionali di studenti provenienti da ogni parte del mondo che simulano il meccanismo di funzionamento delle Nazioni Unite. Ai partecipanti è richiesto di comportarsi come veri delegati ONU, rispettando fedelmente la linea del paese rappresentato e discutendo su temi specifici con gli altri stati membri.
In particolare la piccola delegazione proveniente da San Patrignano rappresenterà i delegati di Venezuela, Iraq e Ruanda. Tre paesi impegnativi che hanno richiesto un’accurata preparazione prima della partenza, offerta da alcuni rappresentanti dell’Associazione Diplomatici.