NEW YORK – E’ in programma oggi al Palazzo di Vetro di New York, sede delle Nazioni Unite, la cerimonia inaugurale di Change the World Model Un, la simulazione di processi diplomatici riservata agli studenti delle scuole e delle università, organizzata dall’associazione Diplomatici. Gli aspiranti ambasciatori sono oltre 1500 e provengono da 25 nazioni diverse. Fino a domenica prossima si sfideranno in un grande gioco formativo ricostruendo proprio le Nazioni Unite confrontandosi sul rapporto intercorrente tra i diritti umani e le infrastrutture tecnologiche. Fanno parte del gruppo anche 200 studenti siciliani provenienti dalle università dell’Isola e dalle scuole superiori di varie città della Sicilia. Nei giorni scorsi a Roma, nella sede generale della Fao, si è svolta l’edizione italiana dell’evento che ha visto la partecipazione di centinaia di ragazzi. Oltre al presidente di Diplomatici Claudio Corbino, in occasione della cerimonia inaugurale in programma nella sala dell’assemblea generale dell’Onu sono previsti gli interventi dell’ambasciatore italiano alle Nazioni Unite Sebastiano Cardi, di Letizia Moratti co-fondatrice della Fondazione San Patrignano, del politologo e direttore di Limes Lucio Caracciolo, del presidente dell’ International Board di Diplomatici Salvatore Carubba, di Amy Ruggiero, Co-Founder & Managing Director, ed Ahmad Alhendawi della segreteria generale delle Nazioni Unite. La cerimonia è trasmessa in diretta tv sul canale tematico delle Nazioni Unite visibile su internet all’indirizzo webtv.un.org.
Per il terzo anno anche la delegazione siciliana con i mille studenti invitati nel Palazzo di Vetro per una settimana: progetti, relazioni, risoluzioni. E il sogno della carriera diplomatica
NEW YORK – Dalla Sicilia al Palazzo di Vetro con un sogno: occuparsi di diritti umani, contribuire con le proprie idee a cambiare i destini del mondo. Troppo? Probabilmente sì, ma chi non sogna a 16 anni? Sono in mille gli studenti provenienti da tutto il pianeta che da oggi – e per una settimana – “invaderanno” le Nazioni Unite trasformandosi in ambasciatori in erba. La delegazione più numerosa, come sempre, arriva proprio dalla Sicilia, anche perché l’associazione che organizza questo “tour” di studio e divertimento è catanese. Si chiama “I diplomatici” e punta a formare una nuova classe dirigente più attenta ai bisogni del mondo che agli interessi economici dei paesi leader.
Per il terzo anno consecutivo, i ragazzi sono arrivati dall’Europa e dall’Australia, dalle Americhe e dall’Asia, dopo aver superato decine di test e selezioni nelle loro scuole e Università. Per qualche ora si sono anche seduti nella Sala Grande del Palazzo di Vetro, proprio dove solitamente prendono posto i rappresentanti dei 200 paesi che aderiscono alle Nazioni Unite. Hanno ascoltato, tra gli altri, l’ambasciatore permanente italiano Sebastiano Cardi, la cofondatrice di San Patrignano Letizia Moratti, il direttore di Limes Lucio Caracciolo, il rappresentate della Segreteria generale dell’Onu Ahmad Alhendawi. Quest’anno il tema è quello delle “Relazioni fra diritti umani e infrastrutture tecnologiche”, la Rete al servizio di chi soffre negli angoli più remoti del mondo. Punto centrale proprio della relazione di Lucio Caracciolo che per gli studenti rappresenta una traccia dell’intera settimana newyorchese di studi.
Giacca e cravatta per i ragazzi, tailleur scuro per le studentesse, cartellino in bell’evidenza e carpetta sotto braccio, sembrano davvero dei diplomatici delle Nazioni Unite. Certo, molti di loro hanno 16-17 anni, i più grandi poco più di una ventina. Ma il piglio e la determinazione che ci mettono non ha niente da invidiare ai “colleghi” veri. Basta origliare dietro le stanze del grande albergo di Manhattan che li ospita. Lì i mille di “Change The World” simulano Consigli di Sicurezza e riunioni di Commissione. Preparano risoluzioni, parlano di Siria e Ucraina, “litigano” per far passare le loro idee. Certo, dopo le lunghe giornate di lavoro fanno un salto in stanza, si cambiano e la sera puoi trovarli nei locali di Chelsea o Brooklyn a ballare assieme ai coetanei americani. Ma difficilmente fanno tardi la notte, perché la mattina successiva si ricomincia presto a “lavorare” per la diplomazia.
“Qui a New York sembra di vivere in un videogioco”, ride Francesco, 18 anni, catanese. “Con gli altri ragazzi mi trovo bene, siamo affiatati e molto interessati alle cose che discutiamo”. “Nella mia commissione ci stiamo occupando di diritti negati, soprattutto ai bambini – spiega Giulia, 16 anni, palermitana – I grandi del mondo parlano, lanciano appelli e allarmi, fanno promesse. Ma nella realtà la sostanza è ben diversa. Eppure con i mezzi tecnologici che esistono, davvero si potrebbe cambiare il destino di milioni e milioni di persone”.
Alla fine della settimana, una commissione di esperti giudicherà il lavoro dei ragazzi, eleggerà la “best delegation”, premierà le migliori risoluzioni presentate. “Change the World è sicuramente una simulazione, ma sui diritti umani nessuno di noi ha voglia di scherzare”, interviene Carlotta, di Trecastagni, 17 anni. “E poi, chi lo dice che da giovani come noi non possano arrivare proposte in grado di interessare anche gli ambasciatori veri?”.
Visibilmente soddisfatto Claudio Corbino, presidente dell’Associazione “I diplomatici” che ebbe l’idea di realizzare il sogno di portare gli studenti all’Onu durante una serata con gli amici di Catania e adesso è già alla terza edizione della manifestazione: “La nostra associazione si occupa di formazione d’alto livello e la possibilità di confrontarsi in un contesto così importante è per i nostri ragazzi sicuramente il modo migliore per crescere culturalmente e professionalmente. Siamo particolarmente orgogliosi – continua Corbino – perché i ragazzi sono entusiasti di questa esperienza. Per noi è l’ideale seguito di un percorso formativo che si sviluppa discutendo sui temi legati ai diritti umani. La formazione all’estero non può essere pensata come fuga, ma deve essere vissuta come momento di crescita. Bisogna partire, ma anche ritornare portando con sé nuove idee”.
La speranza, come sempre, è quella che qualcuno di questi studenti, un giorno, possa tornare a New York, magari proprio con un ruolo da diplomatico: “E’ già successo – conclude Corbino – e per noi questa sarebbe la soddisfazione più grande. In ogni caso siamo sicuri che nessuno di questi ragazzi dimenticherà una settimana così piena di emozioni”
Dejando de lado sus propias creencias particulares, ocho jóvenes mendocinos viajarán a Nueva York para representar a Vietnam, Rusia, Canadá y Turquía en un modelo de la Organización de Naciones Unidas (ONU) junto a 500 universitarios de distintas partes del mundo.
Los chicos, que son estudiantes o recién graduados de Derecho de la Universidad de Mendoza, participarán del Programa “Change The World Model United Nations”. Así se convertirán en los primeros jóvenes de una institución académica de Argentina en ser convocados a esta actividad internacional. En la misma se recrea la acción y el trabajo de los organismos de la ONU y se premia a los que mejor se desempeñen con una invitación a volver el año siguiente con todo pago.
Los universitarios, que parten hoy a la tarde hacia Estados Unidos, se han divido en cuatro parejas para convertirse por una semana en embajadores de los cuatro países que les tocaron. Ellos fueron previamente seleccionados en una convocatoria que lanzó la casa de altos estudios en la que se inscribieron 50 alumnos. A dos de ellos, la universidad les otorgó media beca para ayudarlos a solventar los gastos.
Jugando un rol
“El modelo de la ONU es como un juego de roles, uno simula estar trabajando y debatiendo con miembros de otros países y aunque pienses diferente tenés que manifestar la opinión del lugar que te toca”, comenzó a explicar Juan Grilletti (20) quien tendrá que representar a Turquía junto con su compañera Constanza Nofal.
“Para ello, nos han brindado capacitaciones por Skype y distintos materiales, además hemos tenido que mandar un documento con nuestra postura como país”, continuó el chico que está muy interesado en el derecho internacional y le gustaría ser diplomático.
A nivel personal, el joven considera a esta experiencia sumamente enriquecedora: “Conocés gente de todo el mundo y aprendés a ponerte en el lugar del otro”, remarcó quien ha estado involucrado previamente en modelos de la ONU que se han organizado en Mendoza y en Buenos Aires para estudiantes de secundaria.
Además, Juan valora mucho el hecho de ser el primer grupo de Argentina en tener la oportunidad de viajar al extranjero con ese propósito: “Si todo sale bien les estamos abriendo la puerta a que otros chicos puedan participar en el futuro”, señaló.
Camila Martinez (21) también forma parte de la delegación y con su compañero Nicolás Oyanarte peleará por los intereses de Vietnam. “Tuvimos que investigar mucho sobre el país y la verdad que es muy diferente a Argentina”, apuntó la chica que también adquirió experiencia previa en este tipo de propuesta durante su secundaria. “Ahora va ser muy diferente, porque son estudiantes universitarios de todas partes del mundo, tenés menos tiempo y además se habla todo en inglés, hasta con tu propio compañero de país”, destacó.
Durante su estadía en Estados Unidos ella y sus compañeros podrán conocer la sede de la ONU en Nueva York, donde se hará la apertura, pero además tendrán tiempo para visitar algunos sitios turísticos de la ciudad.
En la piel rusa
Nahuel Bento (22) y Carolina Bartolini (25) tienen un desafío extra al tener que representar a Rusia en un contexto mundial complicado. “Tenemos que debatir en el G20 sobre medidas contra la corrupción”, detalló Nicolás quien reconoció que tal vez no les será fácil que los otros países apoyen las mociones que propongan. “Rusia está muy complicado, voy a tratar de juntar votos con carisma y buena onda”, adelantó. De todas maneras, se siente preparado porque con su compañera han conseguido mucha información sobre falencias de otros países. “Por si necesitamos retrucar algunos temas”, deslizó.
Para él, lo más importante es conservar en todo momento el stay in character que significa permanecer siempre en el rol que le corresponde y no dejar interponer sus propias ideas.
Su coequiper Carolina es la única participante que ya se recibió de abogada: “Me enteré de la convocatoria en diciembre, a pocos meses de haberme recibido, pero igual quise formar parte”, relató la profesional.”Me gusta porque es una simulación muy estricta y te permite palpar como se ven las cosas desde afuera”, resaltó.
Aunque ella nunca ha pisado Rusia, por todo lo que ha estudiado y aprendido ya se siente ciudadana rusa. “Sé un montonazo de cosas que de otra manera nunca me hubiera enterado y en un contexto en el que el país suena mucho”, expuso.
También viajarán a Nueva York Martín Dupetit y Rocío Linares a los que les toca interpretar a embajadores de Canadá.
«Yo represento a Rusia». Tal cual. Durante seis días Leyre Navarrete representará al país que está en el punto de mira de todo el mundo en la actualidad. Lo hará en Naciones Unidas. Leyre es alumna de último curso de Derecho de la Universidad de Granada (UGR) y participará desde el día 20 al 26 en el proyecto llamado ‘Change The World Model United Nations’. Es un modelo de simulación de Naciones Unidas organizado por una asociación Italiana que se llama Associazione Diplomatici. Esta asociación está compuesta por estudiantes y jóvenes profesionales que se involucran en ambiciosos proyectos internacionales relacionados con la diplomacia, la economía y las relaciones internacionales. Leyre tendrá que defender los intereses de Rusia, incluido el tema de Crimea. Es muy consciente de que tiene que estar informada y actualizando el contenido de su discurso al minuto. Desde diciembre está preparándose sobre temas como la guerra y los ataques cibernéticos, la cooperación de Naciones Unidas o los niños en conflictos armados. La exposición debe ser en inglés. A quien tenga algún fallo o no se exprese en ese idioma se le sanciona y se le expulsa del proyecto. ‘Change The World’ tiene por objeto involucrar a los estudiantes en la adopción de decisiones a escala global asignándoles el rol de representar fielmente los intereses de un determinado país en organismos y foros internacionales. Así, se simula el funcionamiento y el proceso de negociación y toma de decisiones de órganos como el G20, G8, Consejo de Seguridad de Naciones Unidas, el Banco Mundial o el Unctad -Conferencia de las Naciones Unidas sobre Comercio y Desarrollo-. Los estudiantes han investigado todo lo relacionado con el país que han de representar (nunca el suyo) y todo lo relacionado con la posición del mismo en el plano de las relaciones internacionales. Han sido varios los meses que les ha llevado este trabajo. Manuel Ruiz es otro de los alumnos que intervendrá. En este caso defenderá los intereses de Italia y deberá hablar sobre temas económicos. «Se trata de un juego de diplomacia, negociación, estrategia y puesta en práctica de conocimientos teóricos previamente adquiridos», explica Rocío Naranjo, alumna de la doble titulación de Derecho y Administración y Dirección de Empresas, que el año pasado participó en el proyecto y este lo está coordinando junto a otras alumnas como Begoña Lorente. Durante tres jornadas de trabajo (mañana y tarde) los estudiantes, cada uno como embajador de su país, deberán debatir dentro del foro que les ha sido asignado, diversos temas de interés para la comunidad internacional que han sido fijados previamente por la organización siendo el objetivo final la redacción de una resolución o ‘Final Statment’. Complejidad Los temas a debatir son de gran actualidad y complejidad, lo cual ha requerido un estudio y una formación previa de los estudiantes durante uno curso de formación intensivo que ha sido impartido en la facultad de Derecho por el personal de Diplomatici. El primer día en Nueva York tendrá lugar laceremonia de apertura de las negociaciones en la sede central de Naciones Unidas, donde participarán como ponentes una serie personalidades de la diplomacia internacional. En los sucesivos, los estudiantes trabajarán mañana y tarde a un ritmo intensivo en el que pondrán en práctica todas sus habilidades de negociación bajo presión. El proyecto tiene una duración total de seis días (20-26 marzo), como se ha dicho, durante los cuales además del trabajo ha sido prevista la realización de diversos eventos socioculturales. En ‘Change The World’ participan en torno a 500 estudiantes universitarios de 30 naciones distintas (España, Italia, México, Argentina, Alemania, USA, Brasil…) «Gracias a la colaboración y la enorme implicación de la Facultad de Derecho de Granada, y sobre todo de su decano, Miguel Olmedo, ha sido posible por segundo año consecutivo, llevar a cabo este proyecto en la UGR», concreta Rocío Naranjo. De los mejores alumnos de todos aquellos que presentaron su solicitud, fueron becados por el decanato de Derecho cinco. Todos han debido demostrar un alto nivel de inglés y redactar una carta de motivación para su participación en el proyecto así como una entrevista personal con el equipo decanal. El decanato de Derecho ha confiado en este proyecto como un complemento formativo que refuerza la posición internacional de la facultad. Los alumnos serán embajadores de Naciones Unidas durante una semana. En total participarán 21 estudiantes de la UGR de varias titulaciones (no solo Derecho) junto con la European University de Barcelona, Universidad de Islas Baleares como instituciones y diversos estudiantes de otras universidades que participan a título individual. El objetivo es «lograr que los estudiantes sepan desenvolverse en un ambiente internacional y desarrollen sus capacidades de liderazgo, de negociación y trabajo en grupo».
Nella Capitale i ragazzi di 25 paesi del mondo per il “Change the World Model United Nations”. Da venerdì la fase Usa al Palazzo di Vetro.
Provengono da 25 nazioni del mondo, sono 1500 e vogliono essere gli ambasciatori del futuro. Sono i partecipanti al “Change the world model united nations”, la simulazione dei processi diplomatici che unisce Roma con gli Stati Uniti.
IMPARARE FACENDO. In questi giorni i partecipanti sono alla sede della Fao della Capitale, ma domani voleranno a New York, con destinazione il Palazzo di vetro delle Nazioni Unite. L’obiettivo è “insegnare facendo” (learn by doing, dall’inglese), coinvolgendo gli studenti delle scuole e delle università in un gioco formativo internazionale. Nelle fasi del programma, sviluppato sulle due sponde dell’Atlantico, i partecipaneti si stanno fronteggiando in una trattativa diplomatica simulata, fingendo di rappresentare le varie nazioni del pianeta, sul rapporto tra diritti umani e infrastrutture tecnologiche.
LA CERIMONIA D’ACCOGLIENZA. Stamattina la Fao di Roma ospita la cerimonia d’accoglienza, dove i 1500 ragazzi saranno preparati all’esperienza newyorkese. A moderare, il coordinatore nazionale dell’associazione Diplomatici, principale promoter dell’iniziativa, Riccardo Di Stefano. Anche il presidente della Camera, Laura Boldrini, saluterà gli studenti con un messaggio video. A introdurre i temi dei diritti umani e dell’emergenza alimentare nel mondo, ci penserà Brian Thompson, coordinatore della seconda conferenza internazionale sulla nutrizione della Fao. Interverranno anche gli ambasciatori Giulio Terzi di Sant’Agata e Guido Lenzi, oltre a Aniello Merone (Università europea di Roma), Carmen Lasorella (presidente di Rainet), e Marcela Villareal, direttore dell’ufficio sviluppo e partnership della Fao.
L’EVENTO DI NEW YORK. Ma la simulazione diplomatica entrerà nel vivo a partire da venerdì, quando a New York ogni partecipante si fingerà ambasciatore di un Paese del mondo. La cerimonia inauguarale della fase statunitense vedrà una nutrita partecipazione di italiani. La sala dell’assemblea generale del Palazzo di vetro dell’Onu ospiterà l’ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Sebastiano Cardi, Letizia Moratti (Fondazione San Patrignano), e Amy Ruggiero e Salvatore Carubba (associazione Diplomatici). A preparare i ragazzi alla simulazione, anche l’intervento di Lucio Caracciolo, politologo e direttore della rivista di geopolitica Limes.
Estudian en la Universidad de Mendoza y serán parte del Change the World Model United Nation. Viajarán a Nueva York y defenderán a Rusia, Canadá, Vietnam y Turquía, a modo de ensayo.
Están en el último tramo de la carrera de abogacía en la Universidad de Mendoza, pero seguramente cuando se iniciaron en esa apuesta no imaginaron que podrían conocer por dentro las oficinas de la Organización de las Naciones Unidas en Nueva York. Esta semana, estos ocho mendocinos conformarán la primera delegación argentina que participará en el programa Change the World Model United Nation. “A través de un convenio con la Universidad de Granada, se lanzó la convocatoria en diciembre, y de 30 postulantes quedamos seleccionados nosotros, por rendimiento académico y manejo del inglés. Nos repartimos los cuatro países que nos habían tocado: Canadá, Vietnam, Turquía y Rusia, y tras investigar comenzamos a elaborar documentos en inglés de los tópicos a tratar. Eso es lo que tendrá en cuenta el jurado para seleccionar la delegación que elija”, puntualizó Juan Grilletti, uno de los integrantes que deberá representar los intereses de Turquía. Así, divididos en parejas, estos futuros abogados conformaron cuatro equipos y debieron adentrarse en las problemáticas de los países que deberán encarnar, conscientes de que en la mesa de enfrente se sentarán otros tantos participantes de diferentes lugares del mundo dispuestos a rebatir sus propuestas, buscando imponer la propia, con la idea de que su documento termine siendo la resolución de la reunión. “Por más que en nuestro caso, nuestro país, que es Rusia, esté complicado con lo de Ucrania, nuestro tema en el G20 será pelear contra la corrupción. Sabemos que el representante de Estados Unidos va a salir a enfrentarnos, pero nuestro lema es apuntar a la concientización contra la corrupción y conseguir aliados”, señaló Nahuel Bento, hijo del juez federal Walter Bento, quien junto con su compañera de equipo, María Bartolini, apuntarán a incluir el tema en las currículas escolares, y a hacer hincapié en hacer públicas las sanciones y penas para aquellos funcionarios públicos que incurran en corrupción. Con estas premisas y otras tantas incluidas en Comercio Internacional y Desarrollo Sustentable, estos mendocinos buscarán defender sus propuestas en las exposiciones que se realizarán desde el próximo jueves y durante una semana en Nueva York. Si alguno de los equipos se convierte en la delegación seleccionada por el jurado, el próximo año podrá participar en el programa, que cuesta U$S925, gratis y, además, si alguno de ellos se destaca como mejor delegado podría recibir premios que van de los U$S650 a los U$S1.300. “En nuestro órgano esta la disyuntiva entre los países desarrollados y los subdesarrollados. Los primeros quieren políticas limpias y ecológicas, pero los otro no tienen cómo implementarlas. En eso basaremos la discusión de desarrollo sustentable”, concluyó Martín Dupetit, representante de Canadá. “Buscamos concientizar sobre el problema de la corrupción instalando la temática en las currículas escolares y haciendo públicas las sanciones a quienes incurran en eso” (María Bartolini) “Vamos a tratar temas reales, como ayudar a Jamaica con su grave problema de deuda externa, que es lo que se trató en la reunión de la ONU del año pasado” (Martín Dupetit).
Loano. Sono cinque i giovani della Fondazione Color Your Life (con sede a Loano) che parteciperanno al soggiorno studio all’Onu di New York per l’iniziativa “Change the world model United Nation”, occasione unica per vivere l’esperienza di “delegati Onu” chiamati a dibattere, esclusivamente in lingua inglese, sul tema delle relazioni fra i diritti umani e le infrastrutture tecnologiche. “Nell’ambito di un processo di internazionalizzazione che la Fondazione sta sviluppando, questa nuova iniziativa rappresenta un traguardo importante per i giovani che potranno avere un’altra occasione forte di crescita personale e culturale” commenta il fondatore di Color Your Life William Salice. Dal 20 al 27 marzo 2014 i cinque studenti voleranno a New York per partecipare al soggiorno-studio che ha il preciso obiettivo di far confrontare quella che sarà la classe dirigente di domani su tematiche specifiche legate ai diritti umani. Il percorso è in linea con la missione della Fondazione che ha come obiettivo la scoperta di giovani talenti offrendo loro cultura e conoscenza per sviluppare in loro una coscienza libera per essere bravi cittadini e leader di domani. Il meeting internazionale è la simulazione del meccanismo di funzionamento degli organi delle Nazioni Unite. Ad essi sono collegate oltre 400 scuole e università in rappresentanza di tutti i paesi del mondo ed è organizzato dall’Associazione Diplomatici. I cinque “color” (così si chiamano i giovani che hanno frequentato il COLORcampus), selezionati dalla Fondazione Color Your Life, che rappresentano l’Italia sono: Vlad Alazaroei di Alba, Alberto Sartori di Schio (VI), Davide Covallero di Castelgomberto (VI), Maria Chiara Ghiretti di Parma e Federica Dell’era di Pavia. Durante la trasferta nella Grande Mela i partecipanti allo stage formativo dovranno lavorare nel rispetto della linea della politica nazionale del Paese che verrà loro assegnato ed utilizzando gli strumenti della diplomazia, al fine di ottenere l’approvazione delle decisioni favorevoli al Paese rappresentato. Essi prenderanno parte alle singole commissioni, all’interno delle quali lavoreranno sui topics presenti in agenda fino alla votazione finale delle risoluzioni, che avverrà in Assemblea Generale.
Sono oltre 1500 e provengono da 25 nazioni, i giovani aspiranti ambasciatori che partecipano all’edizione 2014 di “Change the world Model Un”, la simulazione di processi diplomatici riservata agli studenti delle scuole e delle università che abbraccia direttamente due continenti: l’Europa e gli Stati Uniti. Intanto, è in corso a Roma, nella sede generale della Fao, l’edizione italiana dell’evento, mentre a partire da giovedì prossimo il gruppo si trasferirà a New York, al Palazzo di Vetro delle Nazioni Unite, dove in grande gioco formativo gli studenti si sfideranno (rappresentando le varie nazioni del pianeta) sul rapporto intercorrente tra i diritti umani e le infrastrutture tecnologiche. Change The world Model United Nation debutta nel 2012 e l’edizione 2014 vanta l’alto patrocinio del Ministero degli Affari Esteri della Repubblica Italiana, inoltre in occasione del ‘model’ in programma alla Fao di Roma sarà diffuso un messaggio di benvenuto del presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini. Proprio nella sede generale della Fao sono previsti gli interventi, tra gli altri, degli ambasciatori Giulio Terzi di Sant’Agata e Guido Lenzi, del docente dell’Università europea di Roma Aniello Merone, del presidente di RaiNet, Carmen Lasorella, di Marcela Villarreal, direttore dell’ufficio sviluppo e partnership della Fao e di Brian Thompson, coordinatore della Seconda conferenza internazionale sulla Nutrizione della Fao. Oltre al presidente di Diplomatici, Claudio Corbino, in occasione della cerimonia inaugurale in programma venerdì 21 marzo nella sala dell’assemblea generale del Palazzo di Vetro dell’Onu sono previsti gli interventi dell’ambasciatore italiano alle Nazioni Unite, Sebastiano Cardi, di Letizia Moratti, co-fondatrice della Fondazione San Patrignano, del politologo e direttore di Limes, Lucio Caracciolo, del presidente dell’ International Board di Diplomatici, Salvatore Carubba, di Amy Ruggiero, Co-Founder & Managing Director, ed Ahmad Alhendawi della segreteria generale delle Nazioni Unite. Nata a Catania nel 2000, oggi Diplomatici è presente su tutto il territorio nazionale con sedi operative a Milano,Roma,Catania,Palermo, Napoli, e New York. E’ stata tra la prima associazione a prendere parte alle simulazioni organizzate dall’Onu a nel Palazzo di Vetro e fra le più attive ad avviare anche in Italia il sistema del learn by doing che permette agli studenti di apprendere ricostruendo il funzionamento di importanti enti internazionali.
Sono oltre 1500 e provengono da 25 nazioni, i giovani aspiranti ambasciatori che partecipano all’edizione 2014 di Change the world Model Un, la simulazione di processi diplomatici riservata agli studenti delle scuole e delle università che abbraccia direttamente due continenti: l’Europa e gli Stati Uniti. A distanza di un anno ricomincia l’avventura promossa da Diplomatici, l’associazione nata a Catania 13 anni fa, fra le più attive ad avviare anche in Italia il sistema del learn by doing che permette agli studenti di apprendere ricostruendo il funzionamento di importanti enti int…
Il post dal titolo: «Dalla Sicilia a New York: la sfida ‘diplomatica’ degli studenti» è apparso il giorno 18/03/2014, alle ore 17:33, sul quotidiano online il Blog di Sicilia dove ogni giorno puoi trovare le ultime notizie dell’area geografica relativa a Provincia di Catania.
“Say NO TO VIOLENCE against women”, è il titolo dello spot che ha vinto il concorso “Noi e le Donne – Crea uno spot che possa sensibilizzare adolescenti e giovani contro il femminicidio”, organizzato dall’Ufficio Scolastico Provinciale di Novara con il sostegno del ministero dell’Istruzione, della ricerca e dell’università. I ragazzi autori del video primo classificato potranno partecipare alla Change the World Model United Nations conference a New York dal 20 al 26 marzo. Inoltre lo spot verrà presentato a Torino durante il Salone del Libro 2014. Lo spot è stato realizzato da alcuni alunni della classe 4A e delle classi 2C, 3C, 5A e 5D del Liceo Scientifico Donegani di Sondrio, coordinati dai professori Mariella Londoni e Gianluca Moiser. Si tratta di un “Flash Mob”, girato nel centro di Sondrio da Tobia Invernizzi, giovane studente della Scuola Civica di Cinema, Televisione e Nuovi Media presso Fondazione Milano, con la collaborazione di Franco Bissoni, Stefano Bombardieri e Matteo Valsecchi.
Tobia, ti aspettavi questo risultato?
Non me l’aspettavo. Quando stamattina ho ricevuto un sms dal professor Moiser, il coordinatore del progetto, dicendomi che avevamo vinto ero abbastanza incredulo.
Come è nata l’idea di realizzare questo video?
“Questo video nasce da una serie di conoscenze in comune e di casualità. Sono venuto a conoscenza dell’iniziativa “Per dire no a un colpevole silenzio”, promossa dall’Associazione Argonaute (Sondrio) e dal liceo Scientifico “Carlo Donegani” di Sondrio tramite un amico e collaboratore, Franco Bissoni. La professoressa Mariella Londoni, membro dell’associazione e professoressa del liceo, conoscendo bene Franco mi ha permesso di venire a conoscenza dell’iniziativa e dalla volontà espressa dai professori referenti del progetto (Mariella Londoni e Gianluca Moiser) di realizzare un video dell’evento, svoltosi il 23 novembre 2013 (ore 16) in Piazza Campello a Sondrio. Ho deciso così di interpellare due amici operanti nel settore delle produzioni video e del cinema, Matteo Valsecchi, regista sondriese diplomato al Conservatorio Internazionale di Scienzie Audiovisive di Lugano e Stefano Bombardieri. Il tutto per catturare ogni singolo istante, da più postazioni differenti, di quello che sarebbe poi diventato un flashmob contro la violenza sulle donne in occasione della “giornata Internazionale contro la violenza sulle donne” (25 novembre 2013). Ho diretto, montato e ripreso (eravamo 4 operatori: Franco, Stefano, Matteo e io) il video, decidendo fin da subito di prediligere la lingua inglese per una maggior capillarità a livello internazionale. Ci tengo a sottolineare che le colonne sonore utilizzate e l’intero video è distribuito dalla piattaforma web YouTube in licenza Creative Commons.
Che cosa significa?
E’ molto semplice: favorisco appieno la diffusione mediante qualunque forma, il download e la distribuzione in modo completamente gratuito da parte di chiunque. Una visione completamente differente da quella a cui siamo abituati a pensare: il famoso copyright. In questo caso sono io che implicitamente dico “Scaricate il mio video, diffondetelo: è gratis e legale!”. La violenza sulle donne è un tema importante, un messaggio che ritengo debba essere diffuso il più possibile e in ogni modo. Con il mio lavoro libero dai diritti d’autore e con il lavoro degli studenti del liceo Scientifico spero che il nostro contributo possa entrare nelle case di centinaia di persone (n.b cosa che ha già fatto: più di 3000 visualizzazioni per ora) o quantomeno ricordare che la violenza sulle donne non è sempre visibile, ma è attorno a noi. Quotidianamente.”
Come hanno accolto i Sondriesi questo flash mob?
“Purtroppo a questa domanda devo rispondere con un po’ di amarezza: ho constatato che un evento di questo tipo ha sicuramente destato curiosità e interesse nei passanti che in quel momento si apprestavano a passare nel cuore della manifestazione, ma anche di una grande superficialità di molti. Alla vista di ragazze distese a terra con del “sangue” sulla maglietta, capitava di scorgere persone che sorridevano, oppure che ignoravano completamente quello che stava accadendo. In fase di montaggio ho riflettuto a lungo, mi sono interrogato sulle ragioni che hanno portato all’ilarità di molti, troppi spettatori, forse inconsapevoli o volontariamente superficiali riguardo quello che stava accadendo. I bambini: loro sono lo specchio della sincerità; reazioni spontanee e trasparenti. La curiosità negli occhi, questa è stata la sorpresa più grande che posso dire di aver visto. Gli unici a soffermarsi e forse a domandarsi realmente cosa stesse accadendo. Meraviglioso, semplicemente meraviglioso.”