REPUBBLICA SPORT
NEW YORK – Un campione del mondo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite. Un calciatore simbolo sullo scranno più alto della sala nella quale si decidono i destini del mondo. Per Marco Tardelli, idolo di Spagna ’82 e tra i pochi giocatori al mondo ad aver vinto praticamente tutto, una nuova esperienza che sicuramente non avrebbe mai pensato di vivere. L’ex bandiera della Juventus e della Nazionale parlerà venerdì 20 marzo al Palazzo di Vetro di New York davanti a duemila studenti provenienti da cinque continenti. Lealtà, correttezza in campo, lotta al doping e al razzismo, valori dello sport saranno i temi della relazione di Tardelli, invitato negli Stati Uniti dall’associazione “I diplomatici” guidata dal presidente Claudio Corbino. Ad ascoltarlo gli aspiranti ambasciatori di domani: giovani tra i 16 e i 25 anni che vogliono cambiare il mondo, “Change the world”, come recita lo slogan della loro settimana di studio nel cuore del Palazzo più importante del mondo.
Marco Tardelli, oggi commentatore sportivo della Rai dopo aver vinto anche un titolo europeo Under 21 e i Giochi del Mediterraneo da allenatore, non nasconde la sua emozione. Perché non capita tutti i giorni di poter parlare nella sala-simbolo della diplomazia. “In campo sapevo cosa fare, alle Nazioni Unite sarà tutto più difficile,
ma spero di superare l’esame”, dice. “Certo, per un italiano è ancora più difficile parlare di lealtà e correttezza, sport giovanile, razzismo: sono mali che affliggono pesantemente il nostro calcio. Ma spero che i ragazzi recepiscano il mio grande amore per lo sport e la voglia di cambiarlo perché ritorni finalmente quello spettacolo che 33 anni fa portò la nostra Nazionale a sorprendere il mondo e a trionfare in Spagna”.