Un’esplosione di gioia per la conclusione della settima edizione del CWMUN NYC

E’ finita con gli occhi lucidi e con le ore piccole. Sulla moquette della ballroom i ragazzi hanno liberato la loro natura: via giacca e cravatta e spazio al rock, al pop, al rap. Sudore benedetto, sguardi, ritmo e felicità.
La settima edizione del CWMUN ha dimostrato tanta crescita. Non solo nei numeri (+35% rispetto all’anno scorso), non solo nella quantità di Paesi rappresentati (110). Non solo nella autorevolezza degli ospiti (Bill Clinton su tutti). Ma soprattutto nella qualità degli interventi dei ragazzi, nella loro capacità di prendere tremendamente sul serio questo piccolo grande gioco che sono le simulazioni all’ONU. Una occasione vera di confronto, di ascolto, di osservazione.
E proprio in questa direzione è andato l’appello di uno dei relatori, il professor Lucio Caracciolo, che ha detto: “La cosa più importante, se volete cambiare il mondo, o almeno migliorarle un po’, è cercare di capire il punto di vista dell’altro”.
Alcuni dei Best Delegates al CWMUN NYC 2018
Le due cerimonie di chiusura, una per i ragazzi delle scuole e la seconda per quelli delle università, hanno seguito lo stesso canovaccio. Claudio Corbino, Maria Latella, Oscar Farinetti, Salvatore Carrubba, Lucio Caracciolo, Giuseppe Ayala, Giuseppe Scognamiglio, l’ambasciatore Inigo Lambertini, Francesco Messori si sono alternati con le dolci note di Handel eseguite dalla bravissima soprano Lelia Lepore o con quelle coinvolgenti di Elton John, Lady Gaga e Freddie Mercury cantati per tutti gli scatenati ospiti dallo straordinario Lorenzo Licitra, fresco vincitore di X factor.

Studenti al CWMUN 2018

Faceva un po’ effetto vedere la sala dove poche ora prima Bill Clinton aveva tracciato ai ragazzi una strada per cambiare il mondo, la sala dove vengono quotidianamente affrontati i dibattiti sulle più difficili questioni mondiali, cantare o fare la ola con i telefonini accesi sulle note di Your Song, di Million reasons e di Who wants to live forever. Oppure vedere le esplosioni di gioia e il tifo da stadio al momento della consegna degli Awards, i premi per le migliori delegazioni, per il miglior discorso, per la miglior risoluzione, insomma i riconoscimenti per questi tre giorni di duro lavoro nelle commissioni a contatto con problemi veri e presunti di questo mondo malandato.
Ma questa è anche la cosa più bella: la fusione perfetta tra la qualità altissima dei partecipanti e la loro passione, il loro divertimento, la loro gioia. Insomma, i loro vent’anni.
Tra le tante cose bellissime dette e ascoltate che leggete nel resto del Diary, chiudiamo con la frase pronunciata alla platea da un ragazzo appena diciannovenne, Francesco Messori, fondatore e capitano della Nazionale di calcio amputati: “Se io, con una gamba sola, sono riuscito a realizzare il mio sogno, pensate voi cosa potete fare con due. E’ l’imperfezione che fa la differenza, ricordatevelo”.
See you next year.

 

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